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andrea ristori
Le 271 poesie di andrea ristori
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Bianca amante
di cuori
come un silenzio pomposo,
errante,
contrasto folle di colori
per un meraviglioso
psichedelico sembiante;
cosa prova il tuo sé,
così lontano,
immanente,
per essere donna fatalmente,
imago prismatica
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E' una viscida corazza lieve
inibitoria,
placenta postuma proditoria,
calotta cranica pressoria,
invisibile abito
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L'uomo
è sostanza bruna,
ombra animale
di primordiali tramonti
senza luna
sulla soglia atavica del male;
l'uomo
ha denti di fuoco,
sangue infesto letale
e occhi vitrei di basilisco
nell'onirico bieco incube contesto
del suo regno
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Attenti al buono,
attenti al nano,
è un ricatto morale
l'uomo senza suono
che ti scava gli occhi
da
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Gli oleandri d'oro
con le loro ombre alate
di simmetrico silenzio,
promesse
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Indifferenziati
si muovono cursori
in un viaggio allucinante
e allucinati se ne vanno
i volti d'acciaio
dentro meccanici olistici motori
nel merdaio ininfluente
dell'unisono inganno
senza mente;
hanno silenzi inani
nel loro sangue breve
e
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Ipercinetico,
italico iperattivo,
laborioso antropico entropico androide callido e logorroico
fa mille istanze al minuto per essere vivo
provando a colmare distanze
tra l'io squallido e muto
e le sue ignare speranze;
tra fogli, cartelle, floppy
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Sono in arresto psicomotorio,
vitruviano accessorio,
voce, membra
e gesto
al di là dell'umano contesto
causa l'evento molesto censorio,
ma ciò che sembra
e mi appare certo
risultando reale
è oltre il confine deserto
del
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Croci lapidarie
le loro voci
solitarie,
anemoni e meduse
con pietraie grigie sui volti
come accuse;
repliche carnali
di silenzi primordiali,
spettri al verbo inetti,
laboriosi adempimenti come insetti
appaiono boriosi,
ma è solo
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Si apre
all'eterna verità
come florilegio
la mente
al sole regio
della libertà;
si apre
al volo estremo
come l'aria limpida onirica
la mente
empirica
del vivere postremo;
si apre
al cammino ludico animato
come passo in
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Ho visto una mummia,
aveva barba
come una malerba
e occhiali scuri
su occhi di basilisco,
vomitava lemmi oscuri
come un tragico
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Pressioni endogene,
endemici fantasmi,
danno forme astratte
e ultra dimensioni sovrastrutturali
all'io;
segmenti caricaturali in dissolvenza,
senza
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Con il nome si parla,
si pensa,
si sogna,
è la ricompensa della cicogna,
è la nostra postura, la nostra vergogna,
la propria natura,
lo stigma fisso, il parafernale,
il nostro enigma inconcusso,
peccato veniale
e sintomatico
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Un pensiero distorto
è un frammento bugiardo,
l'alterità di un progetto indotto;
l'approdo di un attimo morto
come un
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Specchi
per riflessioni contratte,
anamorfiche spoglie
del sé,
epifanie distratte dell'io
in astratta semenza,
consunte visioni
e rotture di cataratte
della coscienza,
i suoi stati riflessi
da percezioni coatte;
specchi
che bruciano
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Il mio lato sinistro,
pudico,
è sinistro in tutti i sensi,
ma quello che ne dico
non è quello che pensi,
del nulla che m'incarna
è livido ministro che squaderna
la funzione estetica in azione,
incapacità moderna
di
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Le strade del quartiere,
dedalo di un percorso meridiano,
un fantasma carceriere
che gestisce la mia mano,
una voce dall'interno
che si muove come arcano
mi accompagna in questo inferno
e stolida mi tocca il deretano;
nelle strade del
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Non c'è orgoglio
per un cartaceo foglio,
paradigma culturale dello stato
con lo stigma dell'istituzione vidimato;
non c'è foia di sapere
se il sapere è noia pallida e pattume circonciso
e convenzionato
della neutra callida
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Bevo
con voluttà ignominiosa
a bomba
con la rabbia scabrosa
di dovermi concedere alla tomba;
bevo,
latore del vuoto disinvolto,
con imperio e follia
come l'ultimo uomo con un cuore e con un volto,
clone deleterio di me stesso
in preda
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Occupo il vuoto spaziale
perché corporale
e sono materia nel tempo
perché temporale;
occupo il vento
melenso
come un alieno
perché abbia un senso
o perché ne abbia meno
e la pioggia accompagno
verso il terreno
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Meccanica azione agisce
con indotte proprietà corrotte
e silente mente inodore
che non arguisce,
passo erroneo fantasma inidoneo contrasto,
braccia slegate al cuore
e sguardo come un impasto;
meccanico penso invero senza pensiero
e senza
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Devo bere
per inculcare alla mente
l'autentica ragione ancestrale
e parole più sincere,
verità all'azione corporale
e al corpo dell'azione
del mio intimo animale;
devo andare
senza istanze sul dove
insieme a Dio
e senza
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Colori vuoti
forme astratte
suoni informi
umani omologhi
con passo speculare
e un solo volto
per una stessa risma;
vedo
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Ciò che vedo
è incenso,
è dissolvenza,
non è sostanza,
ma l'appagamento di un'estetica di senso
che si manifesta in eretica
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Porto un'ombra
dentro
che plasma l'io nel centro,
come un prisma alieno o un ectoplasma
emette un'immagine
con il segno meno,
risma di nozioni immesse, torbida farragine,
teoria d'informazioni
lubriche e sconnesse;
porto
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Un volto docente
colto,
intransigente,
come un abito mentale,
inalienabile parafernale
di femminilità;
un volto senza età,
poiesi primordiale
dell'alterità
del viso muliebre ancestrale;
un volto ricco
come un
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Un caos arrembante e vorticoso
intorno al mio silenzio,
al verso del mio seme,
alla mia mente
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Mi specchio
marmoreo
e mi vedo con un altro nome
in un acquoreo sembiante,
di me stesso ombra e prestanome
nel silenzio stentoreo dilagante;
mi specchio
senza vento
in controtempo,
bianco e nero innaturale
indeciso invero
e difforme,
mi
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Sono morto mattutino
per disturbi annosi
e demando alla scrittura
la mia metempsicosi,
la mia essenza pura è il vento stesso
nel quale si dissolve come un accidente,
poi ombre distorte di paura
vedo nella mente
e non c'è più
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Mi hanno spento,
con mano scura,
a priori,
il centro naturale della mente,
tutto l'anamnestico memento
poi tutti gli angeli dei cuori,
un indotto di paura,
l'atavico atomico essenziale estratto
hanno corrotto
e ora che non sono
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271 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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