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            gianni manca
            Le 455 poesie di gianni manca
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        Non avrò più parole in questa notte cieca, 
distante dai miei giorni spogliati, 
quando i miei occhi inteneriti si perdevano 
sulle volute di un altare più alte dei sogni. 
 
Quando le mie mani protese splendevano 
sul tuo nome inciso sui grappoli
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        Io ti amerei, 
in punta di piedi al di la del respiro, 
oltre i pensieri, 
ti sentirei sulle tue labbra stringermi il cuore. 
 
Come una carezza impalpabile appena sussurrata 
saresti dentro la mia pelle come un velo da sposa, 
ti seguirei dentro le
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        Sono stato dentro i tuoi occhi 
negli attimi più intimi di un gioco crudele, 
ti ho veduta in un cantico fragile 
raccogliere i cocci di lacrime spente 
 
Ho colto il tuo viso nel capriccio del mare 
mentre ridevi nel vedermi affogare,  
tendevo le mani
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        Giganti fieri scaturiti dal mare 
figli di un continente al centro del mondo, 
indomiti e scaltri testimoni del tempo 
hanno violato le terre più oscure. 
 
Guerrieri invisi da dinastiche orme 
a conquistare valli di gloria, 
maestri di armi senza
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        una preghiera per i ragazzi dimenticati  
di una guerra che non gli apparteneva  
e non capivano 
 
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Mille, duemila croci hanno piantato 
su quei campi. 
prima c’era l’erba, 
il biondeggiare del grano baciato dal sole, 
il profumo dei papaveri, 
il
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        Le parole scolorivano dolenti 
tra le righe liberate di un estro fuggitivo, 
nei morsi ammutoliti di miei pensieri nudi, 
della mia maschera imperfetta. 
 
Il mio tempo ha camminato sui campi di elicriso 
per raggiungere la tua ombra silenziosa, 
mentre i
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        L’aria si è fatta stretta 
vissuta tra le maglie di un amore insopportabile, 
sulle creste di onde dirompenti 
dove i gabbiani baciano le bocche di delfini compiacenti. 
 
Dove non si fermano più gli attimi rubati alle carezze, 
nelle notti interminabili
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        Giostre in bianco e nero, 
giochi multicolori, 
visi anonimi, drammi di vivi 
mi danzano intorno, 
danzano e ridono, 
deformi burattini di stoppa, 
bambole di carne, 
maschere di legno, 
tutti ridono, 
si disperano e ridono, 
si distruggono e
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        Santu Predu postu in artura 
mira s’Orthobene dae manzanu, 
dae su contone tuccande a Montelongu 
colande in gutturos de anticas zenias. 
 
Omines de gabbale a coro firmu, 
dae santa ruche a sa sulidae, 
inghiriande in pratta e su rosariu, 
sas radichinas
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        Toppica toppica 
finzas occannu er zirande su cavanu, 
chin sa taschedda garriga e peleas, 
nos a juttu che pidores a sa bertula  
ma die chin die ja che l’amus suprìa. 
 
Commo pompiamus a s’annu imbeniente 
chin s’afficcu de sor menzus
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        Inginocchiati sulle volte di altari sciagurati 
volti ad arrendersi alle farfalle insanguinate, 
con gli occhi protesi ad avvertire la fine 
sui grappoli appesi alle pareti di un cielo squarciato. 
 
Un paese condannato alla storia 
sulle strade
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        Nascosto agli odori di questa notte incosciente, 
parlavo piano come un plettro dentro i tuoi pensieri, 
volevo sentirmi musica per accarezzarti il cuore, 
per averti solo per un attimo dentro l’universo. 
 
Amarti è stato facile tra i passi chini sui
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        Non avrei voluto dire nessuna parola, perché non credo si possa descrivere lo strazio di morti cosi assurde. 
 
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Lo sfarzo di un tempio ubriaco d’ipocrisia, 
inginocchiato sulle anime ricomposte dentro i salmi, 
ancora confusi tra la polvere e il
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        Il fascino di un veliero che attraversa la tempesta, 
dentro la pioggia satura della terra recente, 
l’odore della vita che ti scivola addosso 
zuppa di odori sugli occhi catturati dal cielo. 
 
Nuvole rotolanti sui lampi abbracciati alla notte 
come
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        La luna stanotte si veste da sera 
fasciata di seta in un ballo scarlatto, 
strizza un sorriso ai teneri amanti 
sospesa tra il cielo e i sogni più puri. 
 
C’è una strada che buca la notte  
in un crescendo di timidi abbracci, 
vorrei tuffarmi
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        Mi sorprese un’alba frantumata dai miei sogni, 
attraverso il chiaroscuro del tuo respiro calmo, 
nell’indefinito di una notte intrigante 
artigliata alla mia anima come il soffio di una stella. 
 
Sazi tra le grida e i silenzi,  
teneramente salivamo
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        Mostrati come pupi inanimati 
barattati come ninnoli ripescati dal mare, 
dall’ira ipocrita di chi piange senza lacrime, 
estratti a sorte in una bilancia cieca. 
 
Biechi frontalieri servi di un inferno di galere, 
traghettano serragli di carne da
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        Ho odiato le mie parole mentre rincorrevo l’indifferenza di Dio,  
avrei voluto inerpicarmi sui brandelli dei miei pensieri 
racchiusi dentro le gabbie  
incatenate strette al pianto dei bambini. 
 
Come un canto flebile reciso dal seno 
senza capire le
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        Se potessi trattenere la pioggia 
oggi non sentirei le parole rigarmi le guance, 
non avvertirei i tuoi sogni camminarmi sul cuore, 
mentre mi aggrappo alla tua presenza. 
 
Danzo i miei giorni respirando malinconia 
sui rami tardivi di una bianca
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        Ti credias omine balente 
toccande s’anzenu a traitoria, 
in nottes chene luna fis tue ebbia 
arga e muntonarju carottau. 
 
Cubau intro e sa matta che mariane 
in s’isettu e ti cazzare pessamentu, 
cad’istripittu t’arpila sa carena 
che puppa trumentada
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        Ho chiesto perdono dentro un angolo di cielo, 
parlando sottovoce a un Pindaro distratto, 
volevo fuggire tra le mani di un mentore curioso, 
al di là della mia anima inerme. 
 
Ho camminato nel tuo modo di guardarmi 
come un marinaio che cavalcava le
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        Sui tetti di un inverno malinconico 
dove la pioggia mi stringeva le mani, 
guardavo la città nel mare sonnolento dei camini, 
oltre la mia finestra protesa a perdifiato sui miei sogni. 
 
Avevo dimenticato quanto fosse tenero 
quel volo di platani sulle
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        Ho desiderato che il silenzio mi stringesse forte, 
fino ad arrendermi all’odore della notte, 
con te che mi viaggiavi accanto teneramente, 
accarezzando i miei pensieri . 
 
Ti ho trovata dentro i miei silenzi 
mentre correvo incontro a attimo già
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        Ninna nanna amore mio, 
col capo chino su una foto graffiata di pianto, 
con le mani che accarezzano un ricordo struggente, 
ninna nanna bambina mia. 
 
Non sentirò mai più il tuo sorriso dentro il mio seno, 
sei fuggita anzitempo tarpando le ali al tuo
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        Attraverserò ancora i petali della notte, 
sarò come le briciole di una pioggia sottile 
quando teneramente si poserà sulle tue labbra, 
sentirò la tua anima spalancarmi il cielo. 
 
Immagino il tuo respiro seguire i miei passi, 
con le tue mani che mi
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        Quel sasso lanciato in un tragico inverno 
dove anche la neve ne ha pianto piegata al dolore, 
un urlo sgomento perché frantumasse l’oblio, 
nel silenzio aberrante intriso dal sangue innocente. 
 
Poche parole vergate tra i capanni stipati di
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        Mi sono addormentato su un foglio di biancospino,  
volevo che i sogni mi tenessero compagnia, 
cercavo le tue mani sui pastelli di un mare intrigante, 
e stringevi le mie dita mentre sospiravi dentro di me. 
 
i miei occhi volano sui tuoi capelli che mi
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        Aquile, regine del cielo di Sardegna, 
come fulmini lanciati da Dio 
si alzano dagli anfratti assolati, 
levate in volo in alto al Gennargentu. 
 
Sempre in guardia come guerriere vigilanti, 
guardiane coraggiose dei salti di Barbagia, 
con un grido
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        Quando le parole diventano preghiere, 
chiuse nel buio di una stanza, 
negli occhi nascosti dal silenzio, 
dove il respiro cerca un amore distante. 
 
L’abitudine di un dolore stretto fra le mani 
è un vizio scontato tra i labirinti di un pensiero
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        In sos ammentos de sa pizzinnia, 
jocande in su gutturu cara cara a dommo, 
l’appo in mente comente chi sia commo, 
cada manzanu a ora e mesudie 
cust’omine falande lestru lestru, 
chene carzares chin sa zubba ghettada a framucoddu. 
 
Fachendeli beffas
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             455 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
       
    
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