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♦ Rita Angelini | |
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gianni manca
Le 455 poesie di gianni manca
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Ho dimenticato la mia voce impoverita di carezze
come un fardello lacero che mi gravava sul cuore,
in questa notte affollata di stelle cadenti,
nelle mie grida inibite da un nodo alla gola.
Volevo raccontare tante piccole parole
parentesi di una
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In questo crepuscolo incolore piegato dalla notte
mi sorprendo a navigare in un dolce pensiero,
con le tasche gonfie di parole inespresse
abbandonate alla rinfusa dentro i miei sogni.
La bonaccia opprimente di una vela silente
mi trascina in un
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Ho voluto liberarmi delle ombre visionarie
che senza pudore mi incancrenivano le vene
in una cantilena ossessionante,
tra le spine dei gelsi e la mia solitudine.
Quelle strane compagne delle mie notti stracciate,
aggrappate ai fogli riempiti alla
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Abbraccio la tua presenza scolpita nei giorni
come una falena che mi danza dentro gli occhi,
ritrovo la tua poltrona che dondola lenta
come un miraggio piegato dallo stupore.
Il tempo mi scivola addosso
nel fragore imperturbabile dei miei
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Nei miei desideri sfrontati accartocciati in penombra
ritrovo la tua maschera artigliata alle mie labbra,
intrappolata alle mie notti spudorate
mi racconti di te in un sonno leggero.
Il rimmel stropicciato sul tuo viso in fiamme
incorniciato in un
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Le onde pietose ti hanno cullato fino a riva
memori di tua madre inghiottita dall'urlo della notte,
abbracciato ad un sonno senza fine
il tuo visino si adagia sull'arenile muto.
Tu non capivi gli occhi che si smarrivano nel dolore,
tu non sapevi
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Gettavo i sassi sull'acqua di un velato orizzonte,
volevo staccare dal viso un antico fardello,
nei cerchi che svanivano attraverso il cielo,
accecato dal freddo di uno sguardo lontano.
Con un fil di voce addolcivo i miei passi nascosti,
raccolti
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Inutilmente ho provato a librarmi nel buio
aggrappato alla mia voce,
nelle mie scorribande oniriche racchiuse in fondo al cuore,
pensavo di finire in un sottile abbandono.
In un rigurgito di ricordi dolenti
ritrovo la mia solitudine in un pacato
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Io mi racconto districandomi nel dormiveglia
nel brontolio di una buriana lontana,
arrancando sul mio cuscino irrigato di sogni
indugio distratto tra i ricordi e un sorriso.
Salivo sui ciottoli dal mare
e ti trovavo che camminavi sulle vele del
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I bambini di Aleppo non sognano le bambole,
attraversano gli occhi parlando sui cannoni,
aggrappati a una strada dove germogliano i sassi
tra le braccia di un tempo scevro di frontiere.
I bambini di Aleppo attendono sulla polvere
il sogno di un
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Come un onda di coriandoli inumani
sospinti nella pietà dei campi di papaveri,
scagliati nello scoramento contro una muraglia oscura
pieni di pianto inginocchiati al suolo
mille occhi smarriti fuggiti da lontano.
Sento le gracili manine
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Questa notte apparente di figure fluttuanti
tra i segni sul viso di una tempesta improvvisa,
nella meraviglia di una luna che abbraccia il tuo riso
avvolto alla tua pelle inargentata.
Come un onda disordinata sui tuoi occhi
le tue dita incuriosite
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I falchi sono fuggiti dal pianto dei ginepri
inseguiti dal dolore delle fiamme aggrappate al cielo,
gridano disperati attraverso il vento
che spazza famelico tra i salti anneriti.
Mentre l'aria attanaglia le vene inaridite
nel martirio di questa
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Come vorrei il tuo pianto per amico
addormentandomi sul tuo seno imprudente,
lontano dalle carezze distratte
ti sentirei ancora intimamente presente.
preferirei saperti nei colori di un tramonto
immersa nei tuoi sogni intoccabili,
con gli occhi
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su quella foto ingiallita dal tempo
si son fermati i colori della primavera,
tra i tuoi riccioli indispettiti dalla luna,
nella malizia di un timido sorriso.
Ancora mi emozionano teneramente
le tue guance arrampicate al mio sorriso,
quando in un
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Quel giorno i fiori hanno pianto
inseguendo un canto di farfalle disperate,
eri tu, inginocchiata alla terra
che affrontavi il tuo sangue che fuggiva tra l’erba.
Avevi le mani gravide d’amore
quando portavi la sua innocenza al di la del cielo.
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Invia un messaggio privato a gianni manca.
Come demoni precari incatenati al cielo
nutriti dal dolore che ingravida le menti,
attraverso la paura in un galoppo farneticante
anime nere sulle lame insanguinate.
Come un orda famelica di lupi inumani
scaturiti dalle sponde dello
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Semplicemente una goccia di pioggia
scivolata per caso dietro una persiana,
mentre le tue dita tormentavano un pensiero
in un perché accartocciato malamente.
I tuoi occhi in cima a una stella cadente
vinti dal dolore di una vela lontana,
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Il crepuscolo s'infrange sul dorso del cielo
come un respiro forgiato da un vizio sorpreso,
sugli sprazzi vermigli dipinti in un pensiero
che si adagia dolcemente nella sera.
In queste ore mi piace parlare con il mare,
quando le conchiglie si
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Divorato da un pensiero incostante
mi trascino dentro questa notte umiliata,
con i fantasmi indolenti del mio fragile vivere,
incespicando sulle mie parole dimenticate.
Sono tornato sulle scogliere del mio coraggio
per ritrovare un ricordo perduto
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I pensieri raccolti tra le pagine di una periferia
mi ricongiungono al mio modo di odorare le stelle,
camminavo distratto tra i disegni delle tue mani,
cercavo di fuggire dal canto di una carezza.
Io mi ricordo tra i mandorli i petali
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Era un meriggio qualunque
squarciato dal vento sulle persiane assolate,
nell'eco di un grido affranto in un innocente pudore,
squarciato dal silenzio di un amore mal riposto.
Senza un perché negli occhi travisati di rancore
sulle tue labbra
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Mille fili argentati sorridono maliziosi
nell'iride scanzonata di occhi sorprendenti,
nel chiaroscuro del mio angolo nascosto
tra le pareti cadute in un cielo di petali di luna.
Nella tua pelle di seta ricamata al mio cuscino
è rimasto il
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Non seppi mai se piansi,
dentro il mio crepuscolo immortale,
dove i frammenti di una strada rampicante
divorava curiosa i miei sogni impudici.
Inavvertitamente continuavo a chiamarti
dentro le voragini di echi dispettosi,
la mia voce frantumata
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Si pesa su bentu chin d'unu tunchiu e ispramu
in s'astragu e una notte garriga e maghia,
finzas sa tremulia e sa frama in su vochile
bentulaba sas puppas che animas malas.
A passu lepiu che feras a s'alerta
moghen'in sas tuppas in cherta e
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Impazzire nel silenzio ubriaco della notte,
soffocato tra le spire di un dolore,
immerso in una voragine buia, fradicio di malinconia
mi sento come un naufrago avvolto dalla nebbia.
Ho provato a camminare sorretto da una lacrima
mentre le parole mi
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In un'esplosione di grappoli di parole
avvolto nella vendetta surreale di sogni ricorrenti,
con il mio pianto affondato in pozzanghere trasparenti
tra le fronde abbarbicate ad un giorno di pioggia.
Volevo essere solamente un attimo di
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Rassomigli ai sospiri di una luna indiscreta
quando si affaccia a curiosare nei miei sogni,
come vorrei frugarti dentro gli occhi,
e rubare in un intimo sussulto la tua voce.
Ho vissuto come un corsaro tra gli anfratti delle nuvole
nelle
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Tra le fruste di asfodelo sferzate dal vento
dove il silenzio è figlio del dolore,
tristi figure dentro scialli neri sfilano attraverso la notte,
nel brusio dei rosari sembrano cantare.
Madri di una terra chiusa dentro i pugni,
con gli occhi
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Ora cavalchi in sella alla memoria
nei salti e nel cielo di chi piange il tuo sorriso,
figlio di un granito indifferente e crudo
travolto anzitempo in un sordo rancore.
Corrono nel buio nascosti nell'anima più sola
dentro la macchia che
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455 poesie trovate. In questa pagina dal n° 241 al n° 270.
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