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Gli ultimi 5 iscritti: Vladislav Prazko - ac autore - Valeria Viva - GiuseppeGiannotti - Marta Paolantonio |
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raffaele marchi
Le 18 poesie di raffaele marchi
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Stanza nella parte buia dell’universo
crogiolo di appelli dispersi
negli angoli polverosi della mente,
brucio ricordi inventati
nel posacenere
e
respiro
piano
per non farmi sentire
là fuori è nascosta
la persona che dicevo di
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Amplessi ridondanti
nel fango
spingere formulando
ipotesi
sul verosimile fondo
canti fradici sostenevano esistesse
un tesoro
finché soltanto esce
sbuffo d'aria,
è finito il sapone
corsie traboccanti lucido
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Uno di quei pomeriggi sprezzanti
fobie bollenti e donne fredde
teste autocomburenti
futili miraggi privati
benpensanti si gettano dai ponti
assurda gara di scontate euforie,
tycoons in completo bianco
apparecchiano su megaschermi
quel giorno in
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You should lend me your hand, baby,
even just to kill this annoying frost
and hear bracelets dancing like ghosts
so we could
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Ho sentito parlare
di menti inespugnabili
collassate per il fetore
di divieti e leggi sartoriali,
erano ancora adagiate
sul prato che fumoso
s’atteggiava
a bordello di selvagge speranze
quando
triste materialismo
li ha colti
non era quello
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Arrampicarsi su mura lisce
indigeribile
scorrettezza della fame
mentre dalle torri gettano
olio bollente e domande
inopportune
ho cercato della luna
gli occhi
per poterla affrontare
alla pari
ma restava là
comoda in poltrona
sputava
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Soffiando
tra le tue gambe
utopie di fumo
vile
corrotto
necessario
è il piacere
in fondo
alla discesa
inevitabilmente
brucia
campo colmo
di rugiada
bugiarda
esplode
battaglia di nuvole
e
sfuma
ma tu sei ancora qui
sul
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Divelta e violacea
di vita privata
sopra le tenere brame
asciughi dell’anima
stracci
ora sì placida
più non spaventi
come quando torreggi
rubandomi gli occhi
e violenta la mente
quell’insano ardire
del piacere perenne
il
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-resta dentro di me
cento vite
o almeno stanotte
portone sbatte
sipario d’acciaio
su morbide carezze
il tuo sussurro
è già nella mente
immaginarti da qui
non ancora sconfitto
passi sull’asfalto
tornerà il loro eco
un
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Formicolanti vene colme d’idiozia
meta di pupille immobili
lanciano incendiarie follie
beffa di frasi spezzate
attimi
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a raffaele marchi.
Bruciano satire in piazza
un colpo di stato e la candida seta
volteggia nel bianco pestato
la tua saggezza
ermetica bolla
lieve ricopre
inguaribili amarezze
pesci coltivati in vaschetta
trattato di pace
appunto sul frigo
colpevolezza in
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Cosa ne è stato
solenni letti dal goffo cigolio
e coperte macchiate dall'aurora,
del sapere statale dolce oblio
soffiar bugie all'ultimo bronzo
stringendo dell'estasi il verbo
uso a svelarlo, sciamano gonzo
suntuose bisce in lassi
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Ho visto da te la vita domata
della sua carne brani sputavi,
di smettere ti pregava, che mai
avrebbe con te maligna giocato
-amica giammai, schiava la esigo!
Fiamme d’orgoglio sopra quei campi
dove ti guastarono rapide brame,
tante da perderne
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C'era la pioggia,
di un'illusione le macerie bagnava,
il pianto copioso
che di redenzione non aveva il sapore
caparbio scioglieva nella gola
uno sterile grido,
recitazione di ambiguo abbandono,
forse un richiamo dall'esibizionismo
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Da voci opache e false attratto
ho colto ratto il desiderio
un acquario
ove annegare
delle insegne derubato
le membra di mosto pregne.
Che sia forse epifania,
vicolo angusto e tetro
stillicidio di intenzioni
delle delusioni giusto scolo,
o
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Sfuggenti suicidi strisciavano
tra le pieghe di un pensiero
logorato dalla noia
e ignobili compromessi
mitigavano solo
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Forse ti sfugge
che intrattengo
brillanti conversazioni
con la te più vera
il dubbio non ti
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Sorseggi succo di pompelmo
con sfrontatezza nietzschiana
dalle gote scavate di un cocco
bruciato sul rogo
una taverna
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