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il sole estenua le pietre
che difendono il castello
e il girotondo ripete la nenia
del gioco di sabbia
cantano i bimbi
e l'aria che trema
moltiplica le voci
ma l'infinito ritorno
d'improvviso si scioglie in un pianto
scirocco trascina leggi
una parola spero
che laceri la scorza
che avviluppa
e dia un attimo di quiete
e scriva
compagna di strada
la sorpresa di sé
dei sensi vivi
che timidamente
e inconsapevoli
attraversano cieli notturni
sotto una cappa ostinata leggi
scorre sul foglio
il desiderio d'incontrarti
e non trova che luoghi
ai confini del mondo
utopie consunte
di cieli stellati e mari
che si uniscono in un canto
e la luna scompare
e porta con sé le stelle
rimane il tuo volto
come leggi
la luna dipinge i contorni
di nuvole e piante
e i grilli si chiamano l'un l'altro
la sera cede alla notte
la sua dimora
e un parlottare quieto
richiama sulla via
qualcuno torna
qualcun altro riparte
e già la lontananza riapre leggi
nei tuoi occhi
l'infinito si perde
e il tempo non ha paura
della notte
il vento canta
i colori cangianti della vita
la sera prova gratitudine
che non si dissolve
l'aurora vive di nuova luce
in essi è la mia casa
e la certezza leggi
non si vede il mare
eppure un battito d'ali
dissiperebbe la caligine
l'orizzonte scompare
e il cielo è circoscritto dal silenzio
la solitudine sparge i suoi passi
sul sentiero che riporta all'onda
è terra arida ogni passo leggi
frammenti di sé
nei pensieri sospesi
che divorano
ovunque l'anima sfiorino
e lasciano l'orma
negli approdi deserti
raggrumata
in un gioco di sabbia
abbandonato all'avvento dell'onda
che sosta e terge
la memoria del delirio leggi
passi stanchi
si immergono nelle piccole cose
un quaderno di appunti
fogli sparsi
passi lenti
portano via frammenti di cuore
fra una fiumana di gente leggi
guardano l'imbrunire
i bellidisera feriti dal sole
-sorridono-
le bocche purpuree assonnate
attendono fra le ombre
le falene
che ogni notte si recano
ai roridi orli
a spegnere l'arsura
-ecco s'avvicina un paio d'ali-
le corolle leggi
non so che di terra arida
cieli luminosi e lontani
lunghe inedie piogge inaspettate
non so che di stagioni non vissute
cercatore di pace nelle sere d'estate
e saggezza negli inverni ombrosi
i miei anni ho bruciato
a raccogliere leggi
polvere e melodie
e si è svuotato il cielo
il violino ha stonato
invano si attende la luna
bella e insopportabile
nelle pupille di un mendico
si è adagiata
lo tenta alla vita
per pura abnegazione
a condurre i passi
per un leggi
d'infinita assenza
mi nutro
ultima destinazione
tu
e mendico una parola
immersa nel presente nulla
un odore di pianto
sorge nell'anima che trema
nel deserto nasce un canto
se la tua voce compare
e ignaro del miraggio
l'io si leggi
si versano le ore
a una a una
stillicidio di sogni
ed entrano nel buio
silenziose attraversano
le crepe dell'essere
poi riprendono forma
nelle piccole cose
nell'inchiostro vergato
nel lume riparato
nelle croste vermiglie
dell'anima leggi
una schietta semplicità
c'è nella luce estiva
un bagliore limpido
che lento incendia l'aria
e le ombre disegna nette
e non c'è estasi
invano cerca lo sguardo
contemplazione o distrazione
non c'è un altrove leggi
un'ala di luce
attraversa il cielo
e svela l'orizzonte
e il nuovo giorno
e luce risponde
il mare e la valle
la notte si dilegua
e canti e voli
di rondini sparute
recano nuova attesa
pure a memorie passate
fiori di sangue
al nuovo leggi
un raggio di sole mi attraversa
tempozero
nell'oscurità l'essere
s'immerge fra ciottoli
a sedimentare lento
a tornare a te
puro di ragioni inutili
per compiere ciò che salva
pure l'inconscio lacero
ritornato bambino leggi
ho consumato tragedia e vanità
le due maschere comiche ho spezzato
e ho atteso
il suono che mi chiamasse
a nascere
la voce quieta
che dicesse il nome
e parole suadenti
il nulla mi ha cantato
ninnananna all'anima assetata leggi
raccogli il tempo
chiedigli di non fuggire
quando ti guardo e tu mi parli
che non chiuda la porta scarlatta
dell'anima
raccogli le poche sillabe
che so dirti e guardami
tu universo essere
io nulla che non è
e solo con la tua leggi
bella e crudele
e infinita
la fatica del vivere
e resta un dono incompreso
un amore mai riconosciuto
un ritornare al principio d'un viaggio
mai guarito leggi
non è volubile il ricordo
e percorre la più ripida muraglia
tenace parola non detta
cinge una casa avvolge un corpo
non è volubile il fiore
incandescente pulita stella
nel segreto del tempo
che dedica la limpida fonte leggi
rifrange e riluce la petraia
separa la corsa dell'acqua
e dal greto e dal fondo
segna al fiume il cammino
inconcluso perenne approdo
di secche e di ruscelli
e non c'è ritorno
neppure nel senzatempo meriggio
a sfuggire la leggi
solca il tempo
spiagge deserte
e ora lieve ora inquieto
ti accompagna
e tu guardi il riso e il pianto
e a volte ti soffermi
e senza fretta cammini
accanto a me
ma improvviso
l'orizzonte si dilegua
e rimango sola
con le tue parole leggi
ripiegato quasi
in forma di uomo
che convulso
tende le braccia al cielo
trapassato parte a parte
dagli sguardi
come amore spezzato
fiorisce di maggio l'ulivo
e dondola nodosi ramoscelli
al vento quieto
e quando il mezzogiorno leggi
pure con i miei occhi
a scrutare me stessa
mi inquieto
quasi che lo sguardo
voglia fissare un definitivo
di me
un istante inesistente
tanto mutevole
è l'interiore dell'anima
che sarebbe sacrilegio
mettere benda o gesso
alla leggi
se fra i piccioni becchetto pure io
cose minute briciole piccole erbe
e tozzi di pane rifiutati
e come fanno tutti sto
a zampe ben piantate a terra
quasi a voler radicare
qualcosa di mio
poi m'arruffo e salto
sul muretto e garrulo leggi
e rimane il barbone
col suo bagaglio di cartoni
a proteggere la notte
e un piccolo animale spelacchiato
a condividere il pasto e il giorno
e fogli di giornale e rifiuti
e il cuore altrove
in continua negazione
trafitto da pioggia e arsura leggi
d'un gabbiano smarrito
il volo
giunge la stagione presente
ai lidi solitari del mio mare
e sibila nell'aria
per ali che riflettono la luce
e la nebbia dirada
poi incerta si posa
si sofferma sulla sabbia
a guardare l'orma
che un leggi
la luce e la tenebra
si affrontano e poi
si contano i feriti
nelle trame del campo
il cuore l'unico morto
necessario
e tu e io in uno sguardo
a scambiarci i perché
e ridere di noi
a notte e giorno alterni
e osservare se casomai leggi