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questa è una notte
che non ci sono stelle
-e il cielo è stellato-
non ci sono parole
eppure
i messi di morte
sono lontani
e le povere cose
disperse
tornano alla vita
fogli diventano pane
e il carbonio torna a seminare leggi
povere cose in dono
e il volto del bene
il tuo
mi segue da sempre
e me stessa e te
nell'immensa solitudine
quando neppure il vento
ascolta guarda
e tutto si dissolve
e cielo e terra
feriti
a frammenti tornano
a distaccarsi
nella leggi
quanto lontano
da te
sono giunta
in poche scarne disperanti parole
tu
che trai melodie sconosciute
nel mio essere
e tempeste
ora in esilio mi hai lasciato
e smarrito
il cuore
non sa la dimenticanza
e con la fede dei bambini
da leggi
tu dormi
e gli occhi
che hanno cercato
i volti amati
nell'ultimo istante
ora vagano in un'altra luce
la casa è attonita
le finestre socchiuse
tu dormi
e l'aria dolce del giorno
rende la sofferenza
più estenuante
tu leggi
l'ombra
si era tinta del giallo
dei fiori di campo
il silenzio era spezzato
la natura aveva serbato
una sorpresa
e la terra
intrisa di cose morte
aveva generato bellezza
le corolle sussurravano la verità
e il colore feriva lo leggi
la sera
si veste di silenzi
le memorie del giorno
feriscono il sole
che si è mostrato appena
stamani
e le piante intirizzite
non hanno incontrato
che qualche sparuto raggio
e noi
concordi nel mai incontrarci
abbiamo lasciato leggi
nell'ora cinerea
quando nuvole lente
percorrono il cielo
e nessun raggio
si specchia nel mare
l'inverno è quieto
e solenne
e ovunque sosti
la memoria torna
a quel colore
pure se ti aspetti
che si stemperi
e un'altra luce leggi
ora svelati
tu che mi sei accanto
un gesto
una parola
un soffio di grazia
tienimi fra le braccia
aspetta il passo stanco
mi sono smarrita
dimmi di non temere
illumina la notte
di questo cuore
che la tua luce
disfi l'oscura trama leggi
parole di silenzi
segnano l'aria
e il sole le terge
e a una a una
le ripone nel cuore deserto
il senso d'essere insieme
dicono
e la nostalgia
dell'istante che si è perduto
nascono dal vero
e diventano cenere
ricevono da te leggi
-il sole d'inverno
ferisce d'indifferenza-
riconosce e accarezza
il volto
e s'allontana
e lo lascia sospeso
in un cielo di ghiaccio
ad aspettare un raggio
che lo sazi
e mentre il cuore
si perde
nell'attesa
il sole l'osserva leggi
cuore stonato
ti nutri d'assenza
e quando la notte è più fonda
un'attesa interminabile
ti immerge
nel nulla del soliloquio
e l'ora mormora d'echi
e ti estenua
e ti perde nel buio
dove l'infinito non ha voce
e si leggi
timido il sole
accoglie l'ombra
che lenta avanza nel cortile
e incontra ombre d'altri
e solidale con esse
osserva il va e vieni
di parole e di volti
un turbinare che si frange
sul selciato
e riverbera più dei raggi
e disegna leggi
sempre uguale la fatica
quando è sera
riporre i gesti le parole
la tua figura che s'allontana
e me che ti seguo
nel buio
e il pensiero si dipana lento
-non ti raggiungo-
e ricade nel suo nulla
allora inatteso un sibilo
lo leggi
e venne nel tempo
e quel momento diede il senso
e noi che eravamo smarriti
per la strada
che degrada in tenebra
fummo salvati
e la desolazione si mutò in perdono
e una morte fu nascita
per sostanziale amore
e ora sua carne e suo leggi
la voce che più profonda
sussurra
lieve frange gli argini
e lenta si leva alla ragione
e molesta la sorprende
a dipanare sperduta
di futuro in passato
e -non sei tu- le dice -
che troverai il rimedio
all'anima divisa
e darai al leggi
ricominciare
difficile passaggio fra due vite
quando il tempo
non ha importanza
e la sua danza
riverbera di pace
in questo silenzio
dimenticare
ciò che è perduto
perché il sentiero mai percorso
si richiuda
e leggi
pioggia
che discende sul volto amato
e ne solca lo sguardo
e il sorriso annoia
e dilava le parole
e i pensieri scava nelle iridi
pioggia che sacrifica
e scioglie i gesti di una vita
e sorprende e allontana
nell'istante smarrito
della leggi
la fata buona era smemorata
e aveva smarrito la bacchetta
e scriveva a lettere multicolori
sul vestito
le formule per ritrovare il buonumore
ogni giorno aggiungeva alla veste
una formula nuova
su un pezzetto di stoffa
che subito donava
a leggi
la luna d'autunno
fa capolino pensosa
fra i muri e le piante degli orti
e nel silenzio il vento precipita
un lamento ignoto
che il tempo di mezzo ingoia
sordo
incerto pure un raggio cade
e senza rimando
l'oscurità delle zolle leggi
acque tranquille
si frangono alla scogliera
e l'ombra dell'ultimo bagnante
è sospesa alla battigia
il mare di settembre mormora
e racconta a chi si attarda
di viaggiatori di terre lontane
di una vita di mille vite
spezzate per il leggi
ho smarrito il passo
c'era uno strappo
nel manto d'asfalto
e la strada si sfaldava
ho visto che era libertà
quel disfarsi della trama
e vi ho indugiato
e con ali da gabbia
guardavo gli albatri
i loro occhi abituati alla veglia leggi
la quiete della sera
non ha colore
e pare un'ora lenta
un altro tempo
che la luce del crepuscolo
diffonde
nelle nostre vite
l'istante che si attarda
lieve filtra l'anima
dalla fatica
e l'illusione riapre
che il tempo
rallenti leggi