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Massimiliano Moresco
Le 452 poesie di Massimiliano Moresco
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| Strozzo il mio cuore scosso
che trasuda inondazioni,
di zampillanti passioni
in consunta sterile carcassa.
Ecco, ciò che esige l'ardore
è sugli spigoli che scivola l'anima
e l'amore n'è diamante nel cuore
vuole sprizzare,
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| Negare è un brusio esistenziale
una paradossale affermazione
definizione assai cruciale
di un archetipo animale.
La critica è un maestro necessario
forse l'insegnante ideale
goccia nel fiume che si fa emissario
ove l'io dissolve
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I miei occhi non odono
le mie orecchie non vedono.
Devo esplicare la mia inettitudine
Per cogliere l'intelligenza.
Sinestesia...
L'albero è il mio maestro!
Comunica nel fruscio e nella sua imperturbabile vibrazione.
La pietra è
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| Il vuoto delle parole
ostenta pensieri di gran mole
il freddo mi contamina l'aurea
ghiacciando desuete consuetudini,
in fuochi fatui accecanti.
L'omeopatia dell'anima
disambigua parole in macerazione
Un brusio da sale d'aspetto
col cuore
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| Come amo costernarmi
come m'inebrio di solitudine,
di strazianti finitezze
mieto ora contorte inesattezze
quando, sul giaciglio dell'inettitudine
contemplo i miei sospirati sospiri
sospinti con rabbia da ogni piè di satira.
Nella
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| Vorrei fermare il tempo,
ossigenare il mio sguardo cleptomane,
Singhiozzare i dilemmi.
Ah la matematica, via per la guarigione!
Dicono gli eruditi.
Estremo controllo del caos!
Affermano.
E così tutto spiegano.
Le ossa rilucenti si
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| Uomo ti vedo esangue sulle soglie dell'essere
mastichi lamenti frammisti a improperi
deambulante,
circumnavighi gaio i mari di raggrinziti atolli.
Osservo in te un valido destriero,
assuefatto da fumose consuetudini,
ad occhi socchiusi ti libri
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| Ho un cerebro liquefatto
scorre in rivoli disfatto
da opulenti necessità
di pericolanti ovvietà.
Mi segue un ombra
ho paura,
tremore, rumore, sudore,
di decomposti crani che veloci
si interiorizzano anelandomi,
-stimo le mie
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| Tradisco l'opulente catino
dissodando terre prosciugate
ora, m'arresto innanzi al cielo
sconvolto dal sublime inalo
ospitate sensazioni mortificate,
un congedo da cangianti parti assegnate.
Nella sozzura dei miasmi umani
scosto
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| Donna ti vedo immersa
nell'assordante pece
agghindata da mille opinioni,
una recrudescenza dell'animus...
chiudo gli occhi e con savio stupore
intravedo un battito dell'anima
in un preludio della tua immensità.
Ciò mi dona
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| Vorrei essere un indistinta goccia
per fondermi nell'oceano in sacra unione
senza più nessuna angoscia, senza ossa
scevro, dal fardello di rotante ossessione.
Sarei ricordato come un distinto eco
di mille onde in espansione
come loro, mi
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Una nuova perversione si affaccia
s'abbocca una lenza nella deriva dello spirito
dove la pancia si sostituisce al rito
ognuno si interroga ma presto rinfaccia.
Indignados per rimandare la centratura
su pericolanti trespoli ci barcameniamo
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| E' presto per ornare i sentimenti
è tardi per seguire stantii ideali
il lungo limbo penetra le menti
nascondendo diamanti dai freddi strali.
Uomo inonda le tue peculiarità
il tic toc del tempo assai è passato
seduce destini
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| Dea madre ostenti il mio destino
scolpiscilo in usanze manifeste
inflaziona il mio usurpante sentire
ostacola bramante il mio valore
-fissazione lugubre della volontà-
è qui che situo le strettoie dell'essere.
Vorrei asciugassi il
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| Mi sposto delicatamente
nei sentieri dell'essere
someggiando il carico dell'inettitudine
comprimendo i gangli statici
di un folle sottovuoto estetico.
Osteggio, nei ripetuti raid osmotici
l'insensato lustro d'alabastro
una magmatica
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Ho immaginato il cielo
nel suo trambusto sordo
ho sentito nudi battiti dal cosmo
ne ho scorto l'intimità celata
ne ho fatto un ricordo dolce
che eviscero dall'eccitato cuore
estirpandolo dai cupi obsolescenti.
Ho sentito viva la fragranza
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Invia un messaggio privato a Massimiliano Moresco.
| Mi eradichi il cuore
L'ho visto sbuffare come un treno,
mi getta nello scoramento
di un desiderio sospinto
da paradossali moti immoti
immemori di tanta grazia,
una grazia che spaventa.
Vorrei scappare lontano
inondarmi di cieco oblio;
sono
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| Datemi in un epitaffio
lo getterò lontano
io vivo ora
se penso, muoio ancora.
Sono un incudine
reggo i colpi sferrati dall'anima
defraudato ma non imbelle
compenetrato dalla sua essenza.
Sono una dinamite
deflagro le mille
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| Sto tubando col destino
oramai lo so, lo dice Nietzsche
è necessario l'oltreuomo
lungi da me violare il confine
io sono un sottouomo e striscio.
Striscio con fierezza, però!
Sono un capiente istinto floscio
invero, non mi libro
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Aspettiamo il sol dell'avvenire
un nuovo eroe, un vero sire,
movimenti immersi in beceri strepiti
presto, l'intelletto si accomiata.
Oneste orde di seguaci
fantasmi agghindati di bontà
s'impossessano di ogni via
claudicanti,
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Sono qua,
immerso in pensieri statici
teutonici e spastici
utilizzo le energie per ansimare
un consapevole essere rugoso,
una pietra avvolge la mia anima
gravoso sasso che scava la mia fossa.
Tendo le mani con slancio
le vedo flaccide inchiodate
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| Oberato da interessi
mi districo nelle prose insicure
afferrando parole dure come nocche
catturo, invertebrate ossa come sacche
che rilucono indefesse
mozzate, da denti squarcianti.
Intendo mostrare il lato peggiore di me
voglio essere
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Scorrono ruvidi i pensieri
carteggiando i densi umori.
Esercizio di un paradossale sodalizio
tacito- furente- le escrescenze della mente
soppesando le stridenti voci del cuore.
Sorgono negligenti misture d'età
cadendo in obsolescenze
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| Voglio dormire
sfuggire alla mia strana fitta
senza l'assillo del corpo in mostra,
eludendo
le intromissioni insinuanti,
inflitto e assai contrito
da sguardi così indiscreti, così distanti
esattamente furbescamente
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Lo spirito è volatile
si inframezza nelle cavità
non può essere fruibile
pena la sua riducibilità.
Non è il gesto, né l'elemento
che coinvolgono l'antico uomo
sono i riti che dilatano un momento
un
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| Rifuggo la vostra via
è quella luccicante
seducente riserva serpi e zanzare
quelle che obbligano a fare
per non pensare
e mi ostacolano nell'odiato rifugio
dove a tratti invero indugio.
Sono adesso così prostrato
davanti a me, il
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| Sono essenza di te
rispecchio i tuoi bagliori
i tuoi fulgidi sapori
i dissoluti e cangianti umori.
Sono la tua tempesta
che trasforma il vuoto in festa
nel tuo incessante fasto
io scorgo con sguardo vasto,
dal mio glabro avamposto
scruto, con
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Squarciato dalle mie inesattezze
mi costringo nell'oscuro filiforme
materiale, morale, mentale.
Si propaga l'ideazione
abbracciata ad un emozione
senza sirene o annunciazione.
Un flash,
breve e accecante
ricorsiva spinta illuminante
la seguo,
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Voglio ruggire
finalmente fuggire
da tutte queste spire
che avvolgono e contorcono
il mio essere puerile,
il mio spirito infantile,
dall'intrusione del sapere
da profeti e da cose vere
dalla vera informazione
dalla "sacra"
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| Sorrido ora
delicato soffio che dilegua pensieri funesti.
Mi svuoto ancora
libero, dalle vuotate funi di giudizi onesti.
In attesa attendo:
di svelare un pensiero reale
non voglio sia regale
né ideale né fatale
né, di
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452 poesie trovate. In questa pagina dal n° 421 al n° 450.
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