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Massimiliano Moresco
Le 452 poesie di Massimiliano Moresco
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| Il cielo è una lastra di piombo che veloce si diffonde
lassù, nell'immenso, gli Dei eccitano il braciere
le loro scintille sono folgori annunciatrici
di ignoti mondi lontani.
Ora, ad un tratto, tutto è compiuto e il vil metallo
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| Dai che riesci a sondare il cielo
dai che riesci spiccare il volo
non è difficile osare l'impossibile
è dura trattenere il sole che ti batte dentro
è tua cura rimanere sempre al centro
è troppo facile strepitare, reagire
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| Bucarest,
stazione interminabile
ossessivamente rumena
nella carestia bucarestica
d'estrazione barbarica.
E' qui che Rabbia e cemento
si ribellano come un elastico
tuonando al punto di torsione
ove l'istante si espande
in noia
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| Sotterrando i miei pensieri
non nascono fulgidi fiori
ma saettanti imprecazioni
per tutto il Sahara che ci circonda
per tutto il samsara che ci affonda
per tutti i sentieri che non abbiamo percosso
per tutto il nero che ci piove addosso.
E'
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| Non mi interessa dei vostri pianti
dei vostri sorrisi dipinti
dei vostri umori cangianti
sento il gocciolio delle vostre scuse
che inumidiscono la serpe che è in me
e la sento scorrere come il sospetto
e c'è un asprezza data dal
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| Sento spostare il baricentro della notte
perché ho posato l'esoscheletro
sui ciottoli del giaciglio dell'infinito
e dormo trasportato dal flusso sempiterno
dove i cangianti umori
-come stami nel ricettacolo-
disperdono i loro
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| Non può essere lungo il tunnel dell'inconsistenza
la mia intenzione è schiaffeggiare ogni inefficienza
per sublimare la mia scavata dispersione
e soggiogare ogni inacettata ribellione.
Per onorare questo futile mondo lercio
dovrei
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| Sorrido ora
mi svuoto ancora
eviscerato
dalle funi
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| l'ipocrisia è la madre delle buone intenzioni
o forse solo la spillata sorella cattiva
un lieto accovacciarsi negli atti abbrumati
ostentazione di propri convenienti belati.
Nell'ombra colpisce una componente aggressiva
c'è chi si
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| M'aggiorno ancor'oggi nelle mire
nella rotazione delle mille spire
se ieri ero un palo piantato a terra
liscio, col tronco prima ritto e poi torto
sistemavo le mie necessità con fare assorto
e annegavo nei fiumi dell'oblio senza lenza
per
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| Tu, costrittiva feroce belva
custodisci sentieri di verga
non ti saturi di parabole
sai sfuggire ai tuoi patiboli,
dall'oscuro erigi sottili pensieri
che sussurrano ossessivamente
e si manifestano in simbiotiche paranoie.
Per costruire la tue
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| L'azzurro è uno sprizzare tra le rose
è luccichio che accarezza i petali
colorante di quegli inni alla vita.
Sono dieci, mille folli opulenze
che saziano anime
e felicitano cuori.
Le spine immobili all'erta
paiono gendarmi
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| Voglio mietere inesattezze
per sondare la mia pietra focaia
mi trovo su un trespolo ondeggiante
è una tana buio incolore
e sbiadisce accompagnata all'umore,
in certe evenienze è una vulva di cera
mi protegge con zanne lucenti
che
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| Non mi basta sedermi a osservare i cieli
non mi basta onorare le vette dei molti
non mi basta più una lingua senza peli,
per accovacciarmi nei simulacri
e travestirmi così di nuvole segrete
percependo le rovine dell'essere.
No, non
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| Quando l'inverno si poserà
sulle mie chiuse palpebre
e la neve decreterà l'assenza
posando le
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| Scagliamo sassi in fossi convessi
gli evanescenti eccessi di questa mano
sentenziano l'evoluzione dell'essere umano
e imprimono amplessi al cervello rettiliano,
suonando i sommessi suoni dai fondali abissi;
violenti sbuffi lì, dal basso
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Invia un messaggio privato a Massimiliano Moresco.
| Mi dileguo sinuosa serpe nella folla
osservo quegli occhi lucidi
quei tristi sorrisi stinti
ed estinguo a stento
sagaci sapienze ormai spente.
Vedo occhi penetranti
che si allungano a cannocchiale
e s'incuneano quasi a squarciare la carne
-in
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| Tacete voi, da quelle scatole parlanti
tacete coi vostri accecanti sensazionalismi
tacete ora, con quei convinti sorrisi petulanti
voi scellerati opinionisti, populisti, redazionalisti
svegliate quelle mormoranti e lamentose cicale
le avete riempito
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Ho ascoltato un tramonto
finalmente in compagnia di me,
scevro dell'ingordigia del comprendere
senza l'angusto abbaglio della ragione:
ho scorto il numinoso.
In lontananza
mutevoli nuvole non minacciose,
dai colori essenziali e
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| Sprofondo nel profondo
vorticosamente affondo
su quelle pareti a specchio
mi mostrano l'immagine di un vecchio
un logoro, logorato senziente.
Potessi avere unghie affilate
come donna ammagliatrice
non sarebbe lieve caduta
ma l'assordante
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| Sospeso nel mio cuore
c'è un fresco bocciolo in fiore
capace di schiudersi
bramante di sperdersi
per emanare la sua fragranza
in gioiosa delicata baldanza.
Attende ancora il primo raggio
per librarsi verso il sole
come riservate fan le
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| Che diventi puro spirito di terra
oh essere immondo
ti scortico le opprimenti certezze
martellando le tue debolezze.
Tu, guardi le ombre sulla caverna
ammirando coloro che serrano il tuo giogo
e ti straziano con queste fugaci immagini;
tu, ami
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| Tu, io!
Lascia fluire l'anima
in una valle
che sa di nascosto
che scorre udendo
i melliflui canti celestiali
ebbri di vita e terra
inseguendo i mille colori
ornati di forme,
soavi, pure, tintinnanti.
Anima,
se potessi fluire
come fiume
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| Cos'è successo
grido il mio dolore
contro muri sordi
sento solamente
il mio tormentato eco
e riecco affacciarsi
antichi fantasmi
che striduli irridono
con buffi nasi da clown
e hanno scolpiti
quei spaventosi sorrisi
rossi e
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| Il buio inonda sorrisi
stanchi di posture d'argilla
affaticanti,
l'occhio è vero
vuole la sua parte
ma lo spirito inquinato
da idoli di ferro
tende a esondare
da terreno fertile
e mostrare le sue gemme
di colori
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| Sono perplesso
dov'è finito il mio successo
sono qua,
una serpe di ghiaccio m'avvolge
con spire potenti mi stringe
vuole freddare il mio cuore
ma batte ancora, forte
con inaudita violenza
con sorda pazienza.
Sono qua,
a diramare
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| Cervello azzerato
di pensiero negato
possiedo un vincolo
fin troppo lineare,
oh, invadente noia
mi escludi ogni gioia, per questo
voglio ingurgitare energia,
mi farò chiamare maieuta
e caverò diamanti misti a strali
setacciando
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Sono io, che martello il mio io
ingurgito l'informe
per restituire forme contorte
poi attendo il risultato
affannato, insinuato, trasudato.
Sono io, che falcio le fronde
attendo le onde
in un susseguirsi ardente
attingo dal crepuscolare
per
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| Ti dedico la mia notte
gloriosa amorevole Iside
tu che sei generatrice fertile
oh, Dea Madre onorata.
Le tue emblematiche valli leggiadre
sono sacri valori dell'accoglienza
vorrei cessare ogni insistenza
per questo dovrei astenermi
non
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| Vorrei essere trascinato indenne
sospinto dal vento sempiterno
per risvegliare passioni sopite
ed essere un tutt'uno col cuore
e poi... invocare quest'ombra reclusa
l'eterno femminino,
il sacro principio unificatore;
sarei stordito dalla brezza
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452 poesie trovate. In questa pagina dal n° 391 al n° 420.
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