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Massimiliano Moresco
Le 452 poesie di Massimiliano Moresco
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Egli guardò,
Guardò l'immensa volta
Di un cielo nero brillante,
Impresse negli occhi
Antiche soluzioni amniotiche...
Mille stelle gli pulsarono nel
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Ricordo reperti di te uomo,
Negli occhi di un animale,
Nei desideri contro natura
Nell'essere nudi, soli, indifesi,
In un'esistenza matrigna.
Relativo il benessere
Che ho immagazzinato
Nei miei serbatoi di sale
Ho scavato a fondo
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Rimuovo le cime dal cielo.
L'ancora è giù!
Bevo gocce di cielo.
L'anima è giù!
Uccido le palpebre nello zelo.
Il senso non c'è più!
Rido con le lacrime a penzoloni
Resuscitando vasi colmi di
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Conoscevo un tizio molto realista,
Nel suo repertorio argomentativo
Secerneva supposte d'avvedutezza.
Adorava (ancor più di se stesso)
Trovare piccole fessure
Dove infliggere con sapienza
le sue zanzarose saggezze.
Indorava efficacemente
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Oddio! Che grande inganno questa coscienza
Troppo grosso il nostro debito di riconoscenza
Nei confronti di un idolo eretto nel cuore.
Residui di me, nell'ode matrigna di un coro
Giulivo e gaudente, amano volare col freno a mano
In un rito che finge
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Rientro nei mondi avari con mani piene di denari
Intendo spargere, io contadino, semi a piene mani.
E tu, li vedi come grandinano nei campi?
E tu vedi la loro volontà di rompere il guscio
E restituirsi a se', al mondo, al Tutto?
Poi, quando
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Foglie croccanti che scrocchiano
Al tocco lieve del gaudente piede
Invitano a gustarsi un sorso di colori.
Rapiti sono gli sguardi!
Albeggiano in una nuova primavera
Quando gli alberi tinteggiano i cieli
Indugianti in tonalità
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Si sono spenti anche i lampi
Quando il tumulto del cielo
Rivoluzionava i suoi confini
Per sfogare tutta la sua rabbia
In un impeto che infieriva dai declivi.
Era una libertà che mandava all'adila'
Questa ansiosa libertà della
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Ho visto un matto
Con la faccia dipinta di candore
S'aggirava felice
Vociando il suo stupore.
Parlava col suo mondo
Spesso cadenzando il passo,
Spesso ballando, cantando, volando.
A quel modo celebrava ogni suo concetto.
Era un matto.
Ho
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Ammira quel fragile tramonto fiorito
Dona alla mente la sua indipendenza,
Inonda di fuoco un cuore ormai sbiadito
Affluendo in un'anima in decadenza.
"Bello si, ma il sole sta calando
Inseguendo oscure rotte
E non resuscita, sta
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Osservanza nel creato
Ossa rotte nell imperituro
È imperturbabile l'uomo nuovo,
Si sazia di immagini
Con mente sgombra
Col collo che rimane all'erta,
I muscoli sono archi
E scoccano scintille
Scintille nell'esserci
Per esseri in
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Oh pigmalione,
Hai generato
genie di adulatori ondulatori
Il tuo mondo pullula di libellule
Che volano rinchiuse,
Racchiuse in una scatola
Ove sbattono, battono e ribattono
In dorate illusorie pareti
inondandole di sangue.
Quell'ideale di
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Ho stilato curriculum vitrei
Per biografie accecanti
Ho provato ad imbastire sogni
Per ammalare residui di me,
Ho poi redatto negazioni
Per proiettare rotture del sé.
"Esiodo prova a stagliarsi nelle metriche
Per origliare l'alito
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Un altro giorno arriverà,
Con mani intrise di pudore
Bacera' una nuova alba
Brucerà tra spietati raggi del mattino
Salpera' verso un
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Occhi da camicia di forza
Violentano i ristori dell'anima
Setacciando sentimenti
Per trovare pepite di coraggio.
Gestualità arrogante
Ruba l'altrui bolla di sicurezza,
Scoprendo inesattezze
Tra frammenti di raffinatezza.
Portatori di
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Sere sfitte
In locali di muri chiusi,
Sere sfitte
Per contrattare bisogni
O disegni
Che suggestionino l'anima.
Mentre operatori di sorrisi
Con sguardi stesi
Inseguono diamanti
Incastonati in visi giocondi,
Per appenderli
Nelle corde dei
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Poesia che dal basso ventre nasci
E come onda su scogliera inveisci,
Appari come larva che rateizza rovine
Una larva dalle grida beduine.
Ma quando giungi dritta al cuore
E la mente ti accoglie tra le sue braccia
Allora il cielo si sposa con il
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La mia libertà è una culla
Dove allevare pensieri folli.
La mia libertà è una collina
Dove crescono fiori lilla,
Un nido che piano sussurra
In un incavo amniotico
Senza zavorra.
La mia libertà
Non è
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Ti prego,
Non darmi tormento
Non lasciarmi sgomento,
Ho provato ad imbastire
Mille ragioni
Mille passioni
Per poggiare il mento
Su bianche
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Sacro ego,
Arriva la tua rivelazione
Come una faglia dorata
Scivoli soave nella valle dell'anima
Inondandola di mielosi odori,
In quel luogo
Nel quale oblioso uomo scintilla
Danzando nel suo infinito.
Ed è lì, dove l'io e il tu e
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S'inerpica un sorriso nelle feste
Si scorticano sorrisi fra denti taglienti
Rimirarando l'ebbrezza che scivola sulla pelle.
Il misantropo alleva larve nella mente
Rimane con occhi afoni
Allevando desideri su una parete,
Collose consuetudini
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Il confine tra l'essere e il non essere
È il luogo ove preferisco sostare
È una radura verdeggiante
In cui gli arcobaleni piangono i colori
Laddove si riempono i cuori
Nell'odore del dorato fieno.
È il luogo dove una nuvola
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Ama e ridi,
Gioisci, la grazia scende dal cielo,
Una tonalità di colori sfuocati
Si arrende all'evidenza
Dei tuoi sospiri.
Le loro parole, sagge
Ti avvolgono in bozzoli filamentosi
Scolpendoti un mondo rosa necessario
Scolpendoti un
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Assalente fino al midollo giusto
Assente senza tralasciare il gusto
E se dovessi trovare un scongiurato guasto
Me ne andrei così, savio e mesto.
Mediare per non ruggire
Permette di fuggire con la testa
-Come un rasta, si!
Quando sbrocca
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Guarda il tappeto di stelle
ammira la notte, s'è vestita a festa.
Guarda quella boccheggiante stella
potrebbe essere il lucente testimone
di un assordante tramonto,
continua con impeto a pulsare luce
pur trascinandosi esangue
come corpo
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Mi piace la pioggia che balugina nelle orecchie
Mi piace il sole che sorge negli occhi
Mi piace la luna che sorride nel buio,
La neve che scende con grazia,
Il cielo in tempesta che un fulmine strazia.
Ho sentito.
Ho sentito i fiumi scorrermi nei
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Si stracciano le vesti
Inconsolabili vetusti umani,
Nell'orizzonte plumbeo
-Denso cielo cavernoso-
Scroscia dissonante eco.
Se ululante
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Oltre la porta
Si intravedono i respiri del vento
Un viso contento
Un giocoso fermento.
Io mi sazio in ogni momento
Delle folate di vita
Che respiro
Come se l'anima
Affluisse in questo corpo di pietra.
E mi basta assaggiare
I colori
Di
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Dolori prolungati
Desideri mai saziati,
Doglie dell'anima...
Nelle faglie degli uomini
Orizzonti numinosi
Si
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Vedrai come cadranno i tuoi petali,
Come si inabisseranno i tuoi soli
Quando il tuo anelito
Diventerà solo un sottile alito.
Vedrò io, un uomo nudo
Lontano riflesso
Di uno sperduto Dio.
Resterai solo.
Resterà solo il
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452 poesie trovate. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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