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Marco Morandi
Le 47 poesie di Marco Morandi
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Decade quest’alba,
di cielo graffiante
reduci fiacchi
di cerei color.
Cuori che impazzan
or sazi di giorno
fissan la corsa
alcova
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Ecco sorger baleno amico
portare meco tempo vero.
tempo che, lontan da’ verbi altrui
presta corte all’esser mio.
Ecco vigilar le cateratte
di ciò che fuoco, acqua e vento
celan da vita lo scorrer tempo
che muta il ciò, in quel
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Quando il pudor tracima
dalla ragion di fatto,
il senso perde il senso
e il verbo più non è.
Allor l'infante e l'omo
che vivon dentro me
lottan per dichiarar
ciò i' quesito pone.
Se poi il nostro questor
ancor poi ci
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Tracima il tuo saper
dall’ingordigia fatta,
tant’è che sol d’amor
cibar mia bocca secca.
Futur si grande fato
che luminar lontano
andea a rimirar
lo scopo mio bramante.
Orsù donna cortese
concedi al mio sostar
poco cibar
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Quando
quel verbo che,
tesser sua tela
in mente mia,
impaccia
alla ragion
di sceverare
di vita
la sua forma;
così il mio ego
il senso vero perde,
scordando
di costruir le proprie gesta
Il domani,
senza alcun risposta,
sarà
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Nudo,
cosparso dei soli mie pensieri
guardo l’istante di vita
che passa il suo tempo,
lasciando in me
il suo più maturo
sapere di ricordi.
Sorrido,
accarezzando
quell’ombra di vecchiaia
che imprime
nel mio amore
il consapevole
senso
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Non v’è nessun coltello che uccida ipocrisia
rendendo la giustizia egual corte suprema
perché con le parole, la nostra borghesia,
non certo appoggia chi, la seggia a lei gli trema.
Allora cara gente con meco in capintesta.
terremotiam
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Fremer quando man tua mi tocca,
limpio volger a noi pensar
serrando forte l’uscio
col ver che riman mesto fora.
Egual battito sincro
i cori nostri all’impazzata
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Se voi campà davvero
devi restare a i’ passo
anche se poi sincuro
diventerai pìù grasso
Perché oggi si muore
più di mangiare tanto
di quando, tempo addietro,
i’ pane era un gran vanto.
Allor... che dire
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Nel delicar con mano il tuo bel viso
paretti piuma che vo’ contrasta’ i vento
tu fiore fresco che dona a me un sorriso
forte d’amor raccolgo sto’ momento.
Nessun dell’omini potrà mai immaginare
di quant’è sobrio sto’ nostro gran
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Fatti di carne e sangue
di bene e male abbiam.
Cortei di mondi antichi...
padron di terra siam.
Di gran virtù, un po' vacui,
trabocchi di menzogna,
manchiamo di rispetto
siam ricchi di vergogna.
Ma l’essere supremo
di cui si sta
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Invia un messaggio privato a Marco Morandi.
Tremar colla vergogna
che a inumidir l’occhi s’appresta
d’esse d’un altro stata
senza volerlo amar.
Manfesto i’ core mio
dell’anima scemarsi
fino a palpar la morte
che vuota mi farà.
Ma in quel baleno esatto
l’amor tuo mi colpisce
e
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In una delle vite c'ho vissuto
guardommi intorno
senza veder più nulla
tant’era grande l'ignoranza mia.
In altra, crebbi un poco
e posi l'occhio
a vigilar sulla ragion
d’esse venuto a i’ mondo.
M’accorsi che risposte
non
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Già sobrio de ‘sto odor
che in loco è a saturar,
a qual pietanza rea
m’appresto a ripensar.
Semmai a’la castagna
oppure a’ ì’ baccalà
ma sicurmente e certo
la trippa è ita a gonfià.
Respiro a
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Orsù gaie fanciulle
che astener voi dal pensar funesto,
ardite nel raggiunger bello fiore
che pareste quasi fori da ì’ mondo.
Come v’ammiro quando in corpo mio
ugual manfesto da i’ trivolar del vin che già abbevetti
e como passo
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Esser vorrei un dardo,
ferir le cupe ombre,
e regalarti luce
che sazi i’ core tuo.
Se poi fossi la vita,
carica di giorni altrui,
a te vorrei mirar
pe’ scaricar la soma.
Potessi poi
esser l’amor cortese
che strappa il mal
dall’omo
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Rimorso di alcunché tralcio
tengo rispettar per l'estro mio
e pè’ la dignità dell'omo
che sentomi sì tale,
non volgo mai a cibar,
l’anima dentro me,
di alcun sostanza di
ugual mi’ razza e stirpe
o animal venuto
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Sperar di tribolar con un bel seno
è come colorar senza pennello,
allora sospiriam coll’occhi serri
e trangugiam del vino a rimediar.
Che ciò che l’uva dona è sempre bono
ma sicurmente è certo e natural.
non altro possa
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Nel sospettar che il pensier mio svanisca,
dentro al mi corpo s’arrintorcina i’ sangue
però non reco danno alla
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Quando il calor del buon rosso Natal
si lega col mio egual color di sangue;
allor l’anima mia s’appresta al volo
lontan dalla corvè dei giorni attuali.
Rammento a me ciò che m’è fisso in core
di quando pargolo coglievo
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47 poesie trovate. In questa pagina dal n° 21 al n° 40.
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