E tu dormi,
nella calda culla materna,
mentre il tuo cuore batte,
vicino al suo e al mio.
Sei un sogno che si veste
di realtà, d'amore, di noi.
Non nascerai nudo,
ti vestiremo col nostro calore,
con lo sguardo e i baci.
Non sarai mai
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Ho suonato una canzone,
Mischiato sei note in una,
Ma eri sempre la mancante
nota che dava l'armonia,
Eri lo spettro
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Scivolo, lentamente,
Nelle onde calme,
In un mare cobalto,
Il respiro rallenta e
Il cuore si placa,
La sua
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Steso, come un cencio
Su di un vecchio filo
Di una casa di periferia,
Guardo quella via
Cosi verde e larga
Che grigia e stretta sarà
Appena
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Ogni mondo a sé,
rinchiuso
in una goccia;
isolato
da altre
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Hai deciso di volare
e la tua anima da angelo
guardava dal parapetto,
le tue stanche membra,
toccare la madre terra.
Il peso delle sofferenze
hanno spinto il tuo corpo
giù nell'abisso fisico,
liberando il tuo spirito
che ora è
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Sei un nome inciso sulla lapide,
sei un volto impresso nel mio cuore,
mi strugge il non ricordare la tua voce,
il tuo profumo e i tuoi abbracci.
Sei il suono di un campanello,
il risveglio improvviso di un'estate,
sei le lacrime di chi ti
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Ti ricordi i roveti?
pieni di more e ribes,
l'estate era calda,
il vento ci baciava
i capelli umidi,
le nostre labbra,
nere e rosse,
si sfioravano
nella timidezza,
nel desiderio
di un amore acerbo.
Non eravamo adulti
ma quel sole
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La luna si specchia nei canali,
gocce luminose sull'acqua scura,
i canti sommessi dei gondolieri
cullano la città che riposa silente,
sotto i portici le ombre tacciono,
nascondono i baci timidi di adolescenti,
il mesto dormire dei clochard
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L'attesa di sentire il tuo respiro sulla pelle,
il fuoco che danza nella carne,
il tempo si ferma nel desio,
nell'anelare il refrigerio dei baci.
La brezza delle tue carezze
fanno divampare l'incendio,
arde il mio corpo e l'anima,
dannata dai
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Si specchia, il volto si specchia
nell'acqua del calmo mare,
é solo il momento di dire
ed é già ora di fare.
Volo di farfalle, volano fuori,
fuori dall'acqua che crespa é,
nere, rosse, viola e trasparenti,
colori
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Invia un messaggio privato a Paolo Maggioni.
Fissavo la ringhiera e il nero naviglio,
mentre la tua vanagloria si esibiva.
Fissavo la finestra appannata,
e tu, convinta del tuo ego,
sorridevi e ti rimiravi,
nei miei occhi spenti e lontani.
Il bicchiere era ormai un vuoto amico,
il suono ormai
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La rambla come un fiume,
si apre davanti a noi,
parlando mille lingue,
le onde variopinte ci invitano,
verso il mare, verso la vita.
Bancarelle di fiori, mimi,
truccati e immobili come statue,
giocolieri e mendicanti.
La boqueria e i suoi
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Goccia di assenzio sulla sigaretta accesa,
il suo fumo ottenebra la mente,
i pensieri sono uno stormo di uccelli,
che, neri, emigrano in altri cieli, lontani dal mio,
che ormai rimane isola felice
nella mediocrità della gente,
lontani dalle
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I tuoi occhi sono distanti
anni luce da quello che
si può scrivere su d'un muro
o cucire su d'un cuore di stoffa.
Parole non dette, bianchi
segni sulla lavagna, la vita,
nera come il cielo d'inverno
che privo di stelle perde il suo
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Il passato é passato,
ma quanti lividi e ricordi,
quante rughe sul mio volto,
ognuna è una sensazione,
una storia incisa sulla pelle,
mille volti tatuati nella mente,
pellegrini nella mia vita,
abituali o rapidi passaggi,
distratte
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Inchiodato, senza vie d'uscita,
percorro i vicoli bui della memoria,
volti luminosi come neon,
insegne proibite, proibiti discorsi,
cuori lampeggianti e poi spenti,
labbra chiuse nascondono aliti,
vibrazioni inutili in strada,
baci
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Racconta amico,
parlami di verdi prati,
di azzurri cieli fatati,
di nuvole bianche, di te.
Racconta amico,
parlami del tuo mondo,
del vivere senza tempo,
del ridere senza pianto,
del morire in pace.
Racconta amico,
dimmi come si fa a dire
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Musica punk e nettare,
ritmica del cuore, regolare,
in battere e levare come
un tamburo tribale,
so il beat che voglio dare,
ossessivo, compulsivo,
come il cuore centometrista,
centottanta battiti al minuto,
all'orlo del collasso mi
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Vorrei scrivere una poesia per te,
vorrei donarti una perla, ora,
ma la mente si contorce triste,
le parole sono folletti capricciosi,
non si vogliono mettere in fila,
la notte scende, l'ora é tarda
e il foglio é un groviglio di
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