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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’360Autori attivi: 7’476
Gli ultimi 5 iscritti: Vladislav Prazko - ac autore - Valeria Viva - GiuseppeGiannotti - Marta Paolantonio |
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Dicembre 2024 |
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Daniela Dessì
Le 944 poesie di Daniela Dessì
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Natali che non tornano,
profumi di abeti che nessun albero artificiale può sostituire;
il caldo di un camino
che spegne le ultime braci
nella notte più gelida.
Si ritorna nella casa dei nonni,
scalzi e giocosi,
bambini festanti incontro
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Rigida sulla cattedra
impartiva ordini:
"In piedi"gridava,
prima che volasse un ceffone;
senza batter ciglio,
il malaugurato incassava!
Bastava un errore,
lei bacchettava,
a suon di strida
e colpi ben assodati,
stirava bene i
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Rivisitando luoghi agli occhi nascosti,
ti rivivo,
a volte sognando di brevi accenni,
quando appari nel fugace silenzio.
Al cospetto di una tomba,
boccioli secchi e il mite raggio
di una carezza,
mi porta via di te l’inganno.
Viverti
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Occhi di cielo
e un manto fragile
a coprirti l’anima,
edulcorata dal lieve passo.
Svelta,
rincorri il tempo che avanza
incalzando
sul dorso piegato,
sopra il capo ceste intrecciate
contando gli anni compianti.
Verdi campagne di rovente
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Estinguersi al primo rintocco del mattino,
senza sentire sottopelle
un pizzico di calore
che riporti al senso della vita.
Ondeggianti ombre soffiano adagio
lungo il fiume del dolce trasporto,
dove scorre il tempo di mitiche esistenze
rivissute
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Il profumo dell’aria
riscalda un giorno come tanti,
ricordandomi l’essenza di me.
Esisto profondamente,
in piena armonia col mondo naturale.
Animando il sorriso di felicità,
racconto la mia storia,
unica ed essenziale,
semplice ma
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Il sole che ha acceso i tuoi occhi
risorge in una grande speranza.
Sei cresciuta in una culla spoglia,
senza coperte ad avvolgerti,
povera di calorose strette,
della mano materna a stringerti al seno,
ad accogliere il primo vagito nel giorno del
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Sulla carta fermo il mio pensiero,
ricercando il soffio d’ispirata Musa
che mi accolga nella casa di adombrato silenzio.
E’ una musica quieta,
accanto a un boschivo rifugio,
immerso in naturale e accogliente riposo di parole.
Queste nascono in
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Le catene del mare imbrigliano le mani stanche.
Molte croci si raccolgono sul fondo che più non si vede.
Il sole rivedrà la luce sugli scogli,
ma all’orizzonte solo cadaveri rivoltati dalle onde,
vesti e scarpe restituiti senza i corpi.
Chi annega
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E’ il canto oscuro del silenzio
in cui discorro di fantasie sognanti
sulla scia di una nota ripetuta
che mi culla.
E’ la luna che mi somiglia,
con tinte di chiaroscuro in danzanti bagliori di luce,
accoglie sguardi di stelle cadenti sul
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Immenso il mio bisogno d’amore
che travalica ogni sensibile spazio percepito.
Particelle d’aria in vacanti brezze d’irremovibile moto.
Angusta è la prigionia che svuota il profumo di un fiore
in recinte mura di un giardino
che il verde ricordo sparge
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Non guardarti intorno per raccogliere briciole di umiltà.
Perdona l’ignoranza che si beffa della morte.
Cammina sul fiume di luce che si solleva sopra le ombre.
Sorridi al passato che hai vissuto,
prima che le ultime ore ti strappassero alla
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La donnetta in età un po’ avanzata
si destreggia in mosse da civetta.
Del suo vano fascinar tenta l’uomo col sonaglio.
Dal verso sensual si lascia incantare,
e stridono insieme le lingue intrecciate emettendo note indesiderate.
Lei si consuma
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Se mi guardassi,
vedresti un bambino rachitico,
con le mani giunte,
ma con occhi non più rivolti al cielo.
Se mi guardassi,
proveresti pietà senza badare alla mia provenienza.
Ebbene sì, ho viaggiato a lungo in cerca di fortuna,
ma del mio
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Appollaiato in sul davanzale
spunta una testa di vedetta,
le braccia allargate
in pasciuta posa da pelandrone.
Guarda e fissa intensamente
da ogni parte,
ma su di me volge l’occhio indagatore,
lì per lì,
pavoneggiandosi come un
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Sono crollata a un passo da me,
nell’istante proteso alla vita.
Pugnalata di spalle,
non sentii alcun dolore,
solo il fragore di un colpo secco.
Mutilata nel petto,
squarciato,
un taglio percorre la profondità
di una ferita aperta.
La
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Indirizzo personale di Daniela Dessì: danieladessi.scrivere.info
Scivola la mano sul pendio di sguardi
che si inabissano.
Scivola questo lungo istante in cui noi vivemmo,
fradici di felicità.
Gioia che non si compra né si vende,
una conquista duratura,
impreziosita dal lavorio del tempo
che ci plasma
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Le voci del pensiero contrastano
in allineanti strisce di colori
versanti il sangue di eroi in trincea.
Il canto popolare trasuda la rabbia trattenuta
sul filo di parole smorzate.
Non fa rumore la polvere nera
che su occhi incatenati,
si rapprende
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Riportami ai tuoi giorni,
dal sapore di labbra che il cielo mi tende.
Riportami anche un solo attimo
sfuggito all’impronta del tempo.
Arrossisco più del tramonto
che guarda a questo mondo,
timidamente.
Non riconosco le mani grandi che stringono
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Regalami il rosso di un tramonto estivo
quando, nudi,
ci appartiamo ai margini del lontano profilo
di occhi che si somigliano.
Imbevuti del sole vermiglio,
accarezziamo le sponde sommerse
nel cristallino etere
che in noi rifulge.
Planiamo in
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Parole incise su pietra
a memoria della memoria.
Trascorre immortale fra secolari esistenze,
a spronar il pensiero,
la voce dell’eterna coscienza,
vessillo di popoli e genti eguagliate
in nome della pace.
Qui, tra robuste fronde di
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Come un’immagine velata ti nascondi agli occhi della vita terrena.
Dove lasciasti l’ultimo alito, resta un cumulo di sogni bruciati.
Eppure forte impera il tuo fare bizzarro,
la voce imponente che squilla da ogni parte.
Tra porte chiuse rivedo te
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Provo e riprovo a studiarmi,
strappando fogli dimenticati
che solo il tempo sa rileggere,
correggendo con l’inchiostro
gli errori immancabili.
Mi riguardo con occhi sinceri,
indirizzando parole all’amica dal cuore spento.
L’amica incorruttibile
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Dichiararsi alla luna,
mentre scorre il gelo
tra vesti di fiori
inumiditi dalla pioggia.
Il sole teme il giorno
come se dimenticasse
l’ora di un’alba sorgente.
Afferro il primo raggio
che accarezzi il morbido della pelle
non più
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Porto con me una preghiera di fede,
che s’alza in volo come colomba di pace.
Nel tragitto solitario incontro il deserto,
lunga moria di esistenze ovunque disseminate,
prima di raccogliere un ramoscello di speranza,
da me coltivato nell’ amore.
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Si prende gioco di me il tempo,
nascosto agli albori nascenti di stanche vite
che rimembrano l’esistenza.
Eccomi, a parlarti delle solitudini,
vecchie nostalgie che riaffiorano ai margini degli occhi.
Si ripresentano le ombre fredde nella nebbia
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Sotto la pioggia scivolano via le ultime lacrime,
mentre la primavera tarda ad arrivare,
a rifiorire col sol gentile.
Bruciano i passi sostenuti dalla mia forza,
ancor non cedono col sopravanzare di ostili nuvole
che increspano l’aria.
Stendo le mie
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Il cielo mi avvolge,
alitandomi il forte respiro.
Sento e non sento
come di me il tempo trascorra,
segnandomi dolcemente il viso.
Rincorro i momenti della vita
nei sogni vivi,
riscrivendoli sulle pagine di un libro
che sfoglia il vento
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Abbraccio questa mia croce che mi trafigge,
il cui peso trascino faticando.
Abbraccio la croce che portasti per noi,
quel
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Non ha età il mio tempo remoto,
nell’adagio di calme stagioni,
dorme come un vecchio poggiato all’albero dei ricordi,
sempre lì,
che rammenta alle sue foglie la breve esistenza,
nel cadere appassito di un momento.
Il suo tronco resiste
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944 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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