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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’416Autori attivi: 7’477
Gli ultimi 5 iscritti: Vladislav Prazko - ac autore - Valeria Viva - GiuseppeGiannotti - Marta Paolantonio |
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Daniela Dessì
Le 944 poesie di Daniela Dessì
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Si cresce sui bachi di scuola,
tra uno spazio e l’altro,
il pensiero prende vita.
Brulicano voci di piccoli uomini
impazienti di stringere il mappamondo,
di frugare tra le pagine colorate di un libro
che parla,
che racconta la storia dei
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Non mi nasconderò alla verità,
cruda e sincera,
quando in faccia griderà il mio nome!
Rivoltandosi contro,
la trama ispida
imbastisce non facili previsioni,
rivendica il tempo preso in prestito.
Ogni perla che ha medicato il mio viso,
ha lasciato
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È come se il tempo si fosse fermato,
mentre corri e ti affanni, ti guardi indietro,
ricercandoti nell’appartenenza di ciò che è stato,
che è, sempre sarà.
Ogni giorno si rivive un dolore,
quasi volessimo coccolarlo, sentirlo fino in fondo.
Il
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Ciuffi di pelo sparsi
tra i colori della mia vita.
Sapessi quanto vali,
anima nobile,
che ad altri sacrifichi ogni tuo battito.
Tu vali, muso d’angelo,
con o senz’ ali,
ti elevi alto,
sopra il mio cappello,
sopra le nuvole di ogni
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Il fiato addosso si accompagna al cenno di comando,
parola d’ordine frustrante ronza nella mente,
un sì che annuisce svelto,
senza replica.
Il cuore si abitua all’obbedienza,
facile risposta conviene alla preda
chiusa in trappola
come un ratto
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Tu mamma,
sospiri alle rose,
fragranza di un bacio,
germina tra spine pungenti.
Profumo atteso
sul nascere, già muore.
Mamma,
il nome impronunciato
sibila sulle labbra
la voce più calda, soave e leggera.
Nascesti per amore della vita,
sul
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L’impotenza governa,
mentre si resta chiusi in botole sigillate,
comandano i generali,
sbarrando le uscite:
serrate le strade deserte,
si fa stringato ogni suono,
l’aria pesante affolla nugoli di pensieri.
Una corsa in tondo,
tra le mura battute
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Finito l’idillio,
calpesta il velo da sposa
il passo avventato,
incespicando sull’alto gradino.
Fiori sull’altare non graditi,
olezzanti spregio innanzi alla schiera di falsi voti.
L’attesa vana,
un corteo di finti applausi striscianti,
coriandoli
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Un passaggio veloce
nella sera che incalza,
preme sui muri di pietra,
di là dall’ombra che discende.
Si nasconde il mistero dell’apparire
dietro false illusioni,
cercate affannosamente,
sporgendosi oltre,
sul ciglio del fossato.
Rallenta il
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Era maggio in fiore,
l’ultimo addio che si spegne,
boccioli sospiranti in stagioni
di verde
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Scende l’uomo dalla croce,
ferito,
con i chiodi sanguinanti,
fra le braccia della madre scossa,
addolorata.
Ogni uomo sale sulla croce,
vede l’immagine del Cristo,
quanto gli somiglia,
umana trasfigurazione della passione.
Impresso sul lino
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Canto,
con la mia voce grossa,
esuberante quanto basta,
per mettermi in mostra.
Mi vedi,
mi senti,
incatenata al mio mondo
che tu ignori.
Canto il mio inno alla vita,
gridando con tutto il fiato,
la gola che si infiamma,
il corpo che si
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Riportami al vento,
alle spire stringenti del vortice da cui discesi.
Celeste volteggio senza brusio,
solo silenzio.
Lontane le spume biancheggianti,
le voluminose creste che imperano all’orizzonte,
perenne.
Lontane le forti mareggiate che
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Chissà per quale volontà
mi ritrovo qui,
a costruire castelli di sabbia
sullo scivolo ripido di un piano instabile.
Forse era scritto,
forse a manovrare il dito è il nostro errore,
il falso mito di credere all’Immortale.
Forse l’uomo mente a se
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Trionfante,
è acclamato dalla folla,
alle porte di Gerusalemme:
in nobis venit Dominus excelsus,
Pater caeli et terrae!
A cavalcioni su un’asina mansueta
infiamma gli animi edotti alla fede,
avanzando tra gli eletti
in benedicente
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Pensami,
ancora un istante,
prima di chiudere gli occhi,
prima di saperti altrove,
nel gioco di un baleno che fugge.
Mi ritroverai,
scalza,
l’orma sulla sabbia lambita dal mare,
due gocce d’acqua che si rincorrono
e si confondono col blu
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Indirizzo personale di Daniela Dessì: danieladessi.scrivere.info
Soli in una barca, remiamo stretti,
pescatori senza reti,
all’alba di sole che si eclissa.
Discepoli, impauriti travolti dalla burrasca,
stringono il legno spezzato dall’ululo del vento.
Un fulmine dissacra il cielo furibondo,
scaglie roventi
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E’ come vivere isolati in un ripostiglio,
dimenticati in fondo a un canale melmoso,
in cui affonda il respiro forzato.
Li chiamano gli ultimi,
quelli che impestano l’aria,
fonte di contagio:
mangiano quando capita,
si nutrono di scarafaggi e
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Incede con l’abito bianco,
piegato sotto il peso della fatica.
Solo da uno spiazzo deserto
il mondo rimpicciolisce.
Splende il crocifisso,
mai abbattuto da stuoli minacciosi
che ardiscono la morte nera.
Segnali del cielo nell’affanno della
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Mi sovviene la dolcezza mitigata del mare,
distesa che mi avvolge.
Il blu dell’acqua appena increspata,
densa marea che avanza in ogni nervatura del tempo.
Il mare sconfinato,
libero retaggio di popoli
conquistati dalla bellezza
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Hai tu gli occhi timidi di una primavera in fiore,
fresca nel getto di cascata
che dona le sue acque alla terra.
Di novizia stagione porti il nome,
assicurando prospere fioriture nel campo della vita.
Si ergono le possenti braccia d’ebano
nel
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Atterriti sulla scia nebulosa che impesta l’aria,
si diffonde il panico.
Nessuna protezione dal manto funereo
su cui deposte riponiamo le ultime forze.
Con strenuo valore si accascia
chi del bianco camice ha fatto
la sua ragion di
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In mezzo a un mondo sordo,
sei tu,
compagno di una solitudine che divora
nella confusione di ammutoliti passi che si rincorrono con frenesia.
Solo, in diciture di semantici suoni che ribattono nella testa,
in reminescenze di vomito che scivola
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Una porta chiusa al tempo,
quadri sospesi nel soffuso lume spento.
Scatole imballate e qualche spiraglio in mezzo alla polvere.
Cerco un tuo scritto, la voce imbrigliata tra le righe ingiallite.
Ora ti vedo bambina, ora ragazza, poi donna matura,
di
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Seduto sulla mia terra piangente
vedo un popolo stanco
lungo la riva lontana bagnata dal mare.
Genti straniere al passaggio vibrante
di calpestii battenti sulla sabbia,
richiama il colore di patrio fazzoletto
spartito da frangenti onde.
Natie
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Nel volgere di lune piene
su un mare di pietra,
mi consumo.
Il mare che mi scalfisce nell’ombra smussata
di ricalchi fedeli al ricordo di una vita,
mi è compagno di viaggio.
Sulla riva ciottoli levigati dall’eterno cullare delle onde...
mi
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Sfacciata aria in sorso al bicchiere
di sicuro brindisi,
schiaffeggia in torto al beneplacito
accordo.
La volontà del più forte sovrasta il debole,
quando la suadente poltrona
s’intona al lucido pelle,
sfoderando l’arma di sorniona
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T’inventi le stelle
per sopire l’aria pungente.
Salino fluire d’aria in sospensione
scivola lungo foglie rattrappite
che il vento stropiccia,
come occhi stanchi di chi sa troppo o poco
di ogni cosa che si muove,
appena un lieve raggio solleva la
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Caviglie rotte e un corpo che si trascina.
In mezzo all’oscurità due occhi rivoltati
sprofondano di solitudine.
Due voragini ingoiano il sale della vita
che brucia di fuoco,
rovente stele scolpita su pietra
che il tempo leviga,
mano d’uomo
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Ha tuonato il cielo
sconvolgendo i passi frastagliati di una fitta radura.
Che sgomento,
ritrovarsi lividi e pesti di oscure tenebre!
Ha tuonato l’eco di un urlo lanciato al vento,
tra lamine d’argento che cadono ai piedi della terra.
Spezzati arti
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944 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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