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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’065Autori attivi: 7’474
Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum |
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Daniela Dessì
Le 944 poesie di Daniela Dessì
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Incorreggibile follia
travolge irrimediabilmente.
Ogni pena scardina
l'equilibrio sensoriale
con la marea di pulsioni incontrollate.
In crescendo, simultanea
sfoga la martellante vena locutoria.
E' un bla bla bla di recidiva
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Sdoppiamento del sé,
performance d'interpretazione attendibile.
Cono d'ombra luminescente,
in prospettica proiezione cubica.
Figure gemelle
perfettamente interscambiabili,
in simbiotica forma
di opposta manifestazione.
Uguale e
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Dentro una lettera,
riposte modulazioni emozionali,
vertono nell'assenza del tempo
al ricorso del cambiamento.
E' un'altalena nel cielo
che oscilla,
ringiovanisce il grinzoso volgere degli anni
al ricordo,
rispolverato come un vecchio libro
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Insegnami la via difficile,
quella che sfianca
di spossatezza.
La via non tracciata e meno percorribile,
in cui ripida salita
nasconde pervicace insidia.
Insegnami il cammino,
strisciando,
a mani nude
raccogliendo briciole di vita
col sudore
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L'asinità testarda s'insinua
nel duro coccio
di testa marcia.
Per vincerla,
tira forte le orecchie
al mulo che scalcia.
Con le buone non impara:
un bel colpo di zoccolo
per rinsavire dalla cocciutaggine;
ad istruirlo la scuola non
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Non s'arresta la marea,
foga imperiosa
del sensazionale vortice
che attraversa
il tunnel di luce.
Onda perfetta
da navigare sull'equilibrio
di inclinate pendenze,
in bilico
tra la vita e la morte.
Effervescente sprizza
nel gocciolio di
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Eccomi,
senza artifizio,
via dal retroscena delle apparenze
do fiato alla vita in corpo,
ondata di scintille
sopravviene in un sorso di voce
dosata con pizzico di euforia.
Non so rappresentarmi,
la pochezza nella grandezza
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Parassitismo
nell'elevazione del sé,
rimpicciolisce l'autostima
nel troppo sopravalutarsi.
Necessita approvazione
l'impeccabile macchinatore,
ma omette le false mosse
dell'azzardo.
La beffa si prende gioco
della stessa abile
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Maldestra incuria,
ci si dimentica del vacuo,
calpestando l'inerme passante.
Tragico epilogo di eventi sconnessi
nel raccapriccio d'umano ingegno,
percuote le menti impanicate.
Travolge il fuoco del mezzo pesante,
lasciando uno strascico di
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Adagiata sulla riva di un pensiero,
quel soffio di voce ancor permane,
lieve,
a sincerarmi della tua presenza.
Echeggia il sorriso dell'anima,
quieto,
nel disadorno circostanziale,
presumibile acquiescenza del tuo svelamento.
Appari e
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Mare aperto,
sconfinato,
nei suoi ritagli ondulati,
accoglie ospitale
con le sue ampie braccia
la brulicante calca
che si affolla
sulla riva,
spiaggiata.
Ci si accoccola all'invitante
suono orchestrale,
barriera d'orizzonte
fa da schermo
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Provocatori esperti,
del tempo non san giovarsi.
Perso nel niente,
accattivando sfaccendati loro simili
in riunioni di malcapitati:
urlano a squarciagola,
sciorinano in scioltezza discorsi a vanvera,
sottolineando con enfasi la bravura iniqua del
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Non sono,
né sarò mai poeta,
solo il canto monocorde del mio assolo,
un grido che non si pronuncia,
inascoltato.
Voce ambigua delle cose
alle quali si parla,
ci si rivolge
con animo bambino.
Cavalcare il tempo,
volare con ali
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Cantami l'amore
dell'eterno sostare
nel chiostro segreto
in cui gelosamente
custodiamo il nostro tempo,
al riparo
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Asinino verso
fa da eco
alla grossolanità
del proprio ego.
Epicentro dell'attenzione
muove a convertere
il piano della bassa condizione,
di attestata ignoranza
in cui eccelle il maldestro calcolatore
di empietà sue
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Vereconda trasposizione
consona alla mitezza,
riservato accorgimento
pungola la coscienza.
Docile stato d'animo
rincuora l'umile
appagato dell'eloquenza.
Ben lungi dalla materialità
si discosta con tenace assillo
nel ricercare il bene
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Cerca la poesia:
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Indirizzo personale di Daniela Dessì: danieladessi.scrivere.info
Piane d'intrichi fastosi,
divellere passaggi di ortiche
nell'entroterra di frastagliata boscaglia.
La vista dall'alto
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Incondizionato amore
cosparso in abbondanza,
trabocca dalla tua persona.
Semplici vesti e un'anima decorosa
abbellisce una donna eternamente giovane.
Dai tuoi palmi fiori
piovono, sparsi petali di profumato ardore
nel rinvigorire
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Ho catturato la luna
bella e sfuggente,
mentre fluttuava
nello spazio della solitudine.
Distaccata dal mondo,
chiusa in una sfera celeste
di ambrata oscurità.
Vivo argento negli occhi,
figura di silhouette
sottile nella forma che
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Ho fatto un buco nell'acqua
cercandoti,
sondando l'abisso di un mare vuoto
che non sospira al vento,
rimpiangendo il giorno della dipartita.
E tu,
mia onda frastagliata,
ti inerpichi al di sopra del cielo,
irraggiungibile meta
dissolcata,
che
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Un solo Dio abbraccia i popoli del mondo,
indistinto amore
pende dalle labbra seccate dalla preghiera costante,
Dio del pane e del vino
che accende lo spasmo della conoscenza,
l'indicibile voglia di mistero.
Dio dei dieci comandamenti,
Dio di
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Ti guardo
come fosse la prima volta,
compiacendomi,
m'immergo nei tuoi occhi di cristallo.
Cinta la vita,
entro la stretta dell'abbraccio
abbandoni il corpo
deliziandoti dei baci incorrotti.
Mi appartieni,
anima danzante,
sirena dei
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Libertà violata
nei campi di sterminio.
Libertà sconsacrata
dall'assalitor tiranno
che imbastisce l'autorità del potere restrittivo.
Libertà uccisa
con la forza della violenza e la tortura
perpetrate con mezzi
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Pensieri alati
attraversano i campi del cielo,
celesti profondità
su cui
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Nascondiamo una poesia nel cuore,
recalcitrante assuefazione
al solitario investimento
del travolgente che inonda.
Un volo d'ali
nell'alito che spira,
aleatorio scriptum
dal fascino duttile.
Parole parole parole
di un enigma
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Parafrasando segni intellegibili,
le carte dissolte del tempo
si materializzano.
A dissuadermi
calibrati movimenti nel tocco leggero
che mi sfiora.
Invisibile strato d'aria
impenetrabile,
aura di luce che svanisce
in sparpagliato
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Sulle tue orme i miei passi...
pur discostandomi da te,
s'imprime il Verbo,
nesso di pensieri,
Logos,
archetipo di primieva
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Ha vinto il mondo,
la sua forza nell'amore,
la croce la Salvezza.
Dolente sepolcro
accoglie un corpo
nella veglia sacra.
Tre giorni di velata morte,
nella tenebra funerea.
Spirto di grazia
si leva in alto a Dio, si discosta l'anima
dal ventre
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Superficialità
nel vezzo di un linguaggio turpe,
generazione disastrata
si erge a emblema
dello squallida ignoranza.
Non soltanto la grammatica
tasto dolente
mette a dura prova l'intelletto,
autoctona lingua
in disuso, la
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Felicità
nel transito veloce,
smagliante
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944 poesie trovate. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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