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♦ Vladislav Prazko | |
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Nino Vicidomini
Le 132 poesie di Nino Vicidomini
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Filtra il giorno
nei primi gorgheggi
planando in richiami dorati.
Nel connubio,
un brusio di gabbiani
trova spazio
in discorsi di mare.
Sedati
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Già si dissolve sui pianori annosi
un ultimo riverbero accennato
come taciuto addio.
Sotto lo scintillio dei fanali
i passi frettolosi del ritorno.
E scende ancora
magica e silente
l’ariosa sera.
Di faccia al cielo
si rifrange
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Io te ringrazio,
te ringrazio Dio;
grazie pe’ tutto chello ca m’hè dato.
Io nun te cerco proprio niente cchiù!...
Anze,
si pe’ fa bbene a quaccheduno,
me vuo’ levà’ quaccòsa...
pigliatéllo
ca io so’
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Aquiloni sgargianti solcavano spazi puliti.
Veniva marzo con l’amore del risveglio
e acerbi pastelli stemperava
sui ruderi lavici del pozzo.
Espedito, al passaggio dell’aria leggera,
spulava scagliola
che lasciava cadere su teloni
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Dice tu ch’a ogneduno na stella
sape fino addo l’hadda purtà;
ca sta scritto, sta tutto signato
e nisciuno ’o ppo ghì a cancellà’.
- Tiene a sciorta? E votta a campà’. -
- Nun ’a tiene? E comme vuò’ fà’!.
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Spostandosi il sole
dai botri fioriti
allunga le ombre e avvampa riflessi
sulla dolce piana.
Ha l’aria odorosa di frasche bruciate
e banchi di fumo
il cielo che cambia
volgendo al riposo.
C’è un transito oblioso alla piana...
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Nel sottile profumo
di viole e di fresie
c’è marzo
che a voli festosi
va in giro
vestito di azzurrità.
- È un aquilone sgargiante
librato nel limpido cielo. -
...E marzo va per l’ aria
e per le vie;
s’arrampica
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Qualche timido ciuffo si eleva
dai rizomi spaiati delle felci...
Ha palpiti brevi la vigna
svegliata da marzo
che infiora qui attorno.
Si avverte un ansito cupo!
In lente movenze le rame del noce
pur’esse si mettono in mostra.
Fragranze di
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C’è sempre una realtà
che bisogna distruggere!...
- Incisa nel tempo
una data
come netto confine. –
Potrei cogliere un fiore
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Ecco l’avverto.
Incombe alle spalle
con tutta la mutria
che in essa racchiude
e sempre più fiacco
mi svincolo ad ogni sua presa
forzata, spietata.
Incalza nell’ansito cupo
dirompe sicura
sovrasta.
Combatto con impeto
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Mandami dove vuoi
ovunque io andrò.
Comandami
e sarò profeta anch’io!...
Avrò la forza
della Tua parola
...e dirò pane al pane
e vino al vino.
Avranno scarpe strette;
mi muoveranno guerre
ma non mi vinceranno.
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Da uno a dieci,
tu vuoi sapere da me quanto ti amo;
io ti rispondo undici.
E quanto è grande il bene che ti voglio?
È più del “tanto tanto” dei bambini;
quel termine
che è “incommensurabile”.
Se poi non ti
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Calava la sera
nel giorno avanzato
dietro sottile brezza;
giungeva all’ignudo vitato a spalliera
ad incontrare il verde dei limoni
dall’ora incupito.
Mi ritrovavo a discoprire il cielo
nell’arco di tempo assopito
che respirava la
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La flèbile luna
carezza i miei cieli di sogno;
ordisce trame a refi evanescenti
che sperde nel silenzio dei filari.
Ha zolle dure la campagna intorno
e freme la pineta
al limitare dei reticolati.
Scendono dai sentieri di lapilli
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Nell’ansa del cuore
silenzi provati
versano in tormento.
Torna l’angoscia delle mie rinunzie;
dal buio del passato
viene!...
E nei sentieri antichi del vissuto,
con grinze di vecchiezza,
s’inchina l’anima
a raccogliere chimere
tra ombre
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Nell’ora violacea del tramonto,
con intensa armonia,
teneri canti s’innalzano al cielo
e vanno dicendo l’amore.
All’ombra che avanza con pigrizia
il cuore sedato nel petto che duole;
sul filo aguzzo di silenzi immacolati
s’annida madida e
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Invia un messaggio privato a Nino Vicidomini.
È asciutto come l’esca
questo tempo di febbraio,
tagliente.
Al fremito delle prime stelle
impasta parole d’amore
e le pone a asciugare
su tele di altane.
...E l’occhio si bea
nella piena del cuore
sotteso ai filari del giorno
che
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Mette fili copiosi di seta
sulle lave increspate
questo timido chiaro di luna.
E lievita il silenzio, vestito di notte,
tra refoli di cielo e gli incubi di sempre.
Ritornano nutrite le paure
a rispecchiarsi nella montagna antica!...
Si fa
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Oltre i fili spinati,
al grigiore del cielo,
un corale di grilli
sbroglia nodi a rimpianti tenaci.
- È sul lucido basalto della strada
che mi svezzò con il metodo antico
il tempo liso
che mi porto addosso
eguale;
ha mani di corteccia
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Le mie stanche lontananze
portano dissidi
nei giorni di paradiso.
Ancora si screzia il passato!...
...E ancora più solo
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Pourpré, brillant,
il se levera
de ses cendres
encore plus beau
mon phénix.
Dalle sue ceneri
Di purpureo
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Come a velare il presente
un fremito di stelle
nel cielo della speranza.
Dai lavacri della memoria.
fra nuvole basse,
l’ansia di te
col tumulto di sempre
ritorna a levarmi la pace.
Chi mai potrebbe comprendere
l’essenza di questa
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Chi crede c’ ’a morte è carogna
se sbaglia; pe’ mme sta in errore.
Penzatece bbuono,
vedite ca è tutt’ ’o ccuntrario;
nun è accussì.
E pecché?
’O vvulite sapè’?...
Ma chi è ca ogni cosa
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Tu aspettavi il ritorno dall’Africa
di quell’uomo montato a cavallo
con l’intento di darti una gioia
se così tu l’avessi veduto.
Ne conservo geloso la foto
che ti dava tre numeri al lotto
da giocare per tutte le ruote.
E
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Scende il buio sui lauri monchi.
Li hanno recisi, dicevano,
a fine di bene.
E danno un vuoto sul selciato,
adesso,
e mettono tristezza
al vacillare delle stelle.
Ho aspettato la sera sul porto
e poi sono salito a Trecase.
Fendevano
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Che pena ca me faje
funtana ’nchiusa!...
Sì ttale e quale
a n’albero ammuzzàto
can nun dà frutte cchiù.
...E tale e quale
a n’albero ammuzzàto
ca mette fóre
quacche cimmetèlla,
a stiénto,
a ’stu
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Lasciammo dietro noi veli coesi
di desideri ardenti rinunziati.
Dovetti allontanarmi
dai fiumi d’argento
di tutto il tuo bene
e attendere il tramonto
sotto nuvole in gregge
al grido che giunse alle stelle,
nel tempo senza approdo.
- Ti
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Nel lento amplesso
si discioglie un nodo
solo
al contatto
d’ improvvisi spazi.
Nuovi rincontri
aleggiano i gabbiani:
- Verrò!... -
Ritornerò
dove i pini s’inchinano in piazza
e di mille giovani passeri
un coro
mi
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L’inverno imbiancava
la cima al Vesuvio.
Nel largo, alla fontana,
cresceva la legna
da ardere
al grande falò di gennaio.
Al meriggio
si andava alla questua
per comprarne fascine
nelle terre a Trecase
ed a greve carretta
si
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Nei colori del giorno
ho vissuto la nuova illusione.
Nell’ipocrita inganno
ho assaggiato la gioia
ignorando l’eclissi imminente
che oscurerà il mondo.
Poi...
nel tempo consunto,
alla sera,
tumulandomi col mio spavento,
ho lasciato
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132 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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