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Nino Vicidomini
Le 132 poesie di Nino Vicidomini
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Erano gli anni della Vespa.
Le strade vantavano
tutta la loro larghezza
e brulicavano di vita i cortili.
- Un connubio di incanti
e di notte e di giorno!... -
Inceravano vergini carne
le lunghe giornate
e tu, Bianca,
per comprare le
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Dicembre attardava coi fuochi sparati,
mandava fragranze d’incenso,
di frutta secca e di farina appena setacciata.
La pioggia gonfiava gli intonaci
e tu, madre mia,
sbracciata attingevi ai canali acqua piovana.
Al riparo degli aranci,
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Non maciullavi preghiere
e dicevi
che Dio
se uno vuole
può (anche) pregarlo in quiete
e da solo.
E giammai ti ho avvertito
elevargli richieste,
destinagli una lode.
Non so neanche se Lui,
una volta, ti abbia chiamato!
So
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Succede che mi portano planando,
magicamente, tra spaccati azzurri,
le melodie della mia fanciullezza
e cresce, a dismisura,
un’armonia di ponti
che va ai gerani delle mie stagioni.
Ritorna il tempo delle sassaiole
e dei traini carichi di grano
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Padre:
- Tu incidevi la scorza del tempo
con la sgubbia
forgiata dagli zingari del “quadrilatero”
e straccavi le ore
con la “punta a pulire”
levigando il noce dell’Amazzonia
che si posava amaro alle narici.
Germogliavano aranci e limoni
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Sono venuto a cercarti
in un rovo di spine;
sapevo di trovarti
Nel Niagara che al torpore sospinge
ti ho cercato ieri
e al sorgere del sole sono venuto qui;
dove inizia la mia devozione.
- Mi dicesti che l’amore non muore
anche quando
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Panico, puro panico
brivido nel panico
strage.
Ora di punta.
Esplosioni di seguito all’aeroporto alla metro.
Attacco al centro politico d’Europa
Maalbek tra buio ed urla poi l’inferno
Bruxelles sotto shock
listata a lutto.
Un boato secco
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Nell’impari lotta,
a guisa di mosca,
la trasparenza
di un mondo veridico
mi porta al delirio!...
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Mezzaluna
spiega un lato del monte
nel violaceo incupito
dal finire di questa giornata
che mena al riposo.
Un segreto profumo
va tra i gattici annosi della marina;
nell’aria nitida veleggia
qual balsamo vitale,
eterna mia
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Alle soglie del nulla
i confini negati ad atomi d’amore.
Nei vuoti dell’animo
ha linfa antica
la speranza.
A ritroso del tempo che scorre
attimi fugaci
varcano le tenebre della memoria
e in possenti orditi di luce
la tua presenza
torna a
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Girotondo di foglie avvizzite
per i viali afoni della marina solitaria.
Saliscendi di procellarie
sul maroso
e una danza di deboli luci
sulla scogliera.
Muove un pensiero
nel tardo meriggio
per giungere troppo lontano.
Arriverà
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Da uno a dieci,
tu vuoi sapere da me quanto ti amo;
io ti rispondo undici.
E quanto è grande il bene che ti voglio?
È più del “tanto tanto” dei bambini;
quel termine
che è “incommensurabile”.
Se poi non ti
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Sento ancora quel tanfo
alla gola
di esumate sembianze
finite.
Nella cupa certezza,
a distanza di due calendari,
ricostruendo una lenta agonia
d’ immatura vecchiezza
ho cercato mio padre.
- Un’immagine sfatta,
indistinta
e più
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Stanotte, ammore, dint’ ’e braccie mie
comme si stata doce;
e che carnalità!
Senza dì’ niente, appassiunatamente
’int’ ’a una gioia,
una felicità.
E zitto e muto ’o core mio
senteva ’o core tuje
ca lle diceva ’o
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Un grido di rondine
nei cieli del Nord.
Un’eco di pianto
commista nel nulla
lontana dal mare!
Pervaso di
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Hanno reciso allo stelo il più bello dei fiori.
Lo hanno camuffato col plastico
mandandolo in piazza
a farlo brillare in mezzo a tanta gente.
E il rosso è esploso fra altri colori
a nome di un dio che non pone l’altra guancia;
che
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Invia un messaggio privato a Nino Vicidomini.
Rifrangono inquietudini opposte
sugli steccati della trasparenza
le eterne attese;
suggestioni riflesse in ansie senza limite.
In ombre e lucori
diafani miraggi
tra silenzi estremi
si abbreviano ad ogni apparire,
consuetudine al dubbio
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Passano come la luna
sui sentieri pietrosi del monte
queste ultime ore del giorno.
Veleggiano al vento leggero
che sale dal mare
le ultime remore.
È uno strascico amaro di tristezza
la pesantezza del corpo!...
Come sere
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In soffi di sogni lasciati
torna ritroso
il tempo dei ricordi,
dai confini dell’ essenza viene.
Come fumo nero veleggia
dissolvendo preziose quieti
insinuandosi dalle tenebre fitte.
Negli angoli cupi della mia esitazione
i silenzi
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Verrà ottobre
a portarmi quell’aria
sublimata da mille ricordi,
fascinosa,
di debole sole.
...E berrò al cospetto del mare
qualche sorso di tiepida gioia
che la vita mi offre.
Stanno lì, tra i palmizi del lido,
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Trasvola il cuore
nei diafani amplessi di un livido barlume.
- Era questo il nostro aspettare? -
Fila mutismo, nel pallido tramonto,
l’accennato settembre;
risalendo la strada maestra
a cercare fogliame di linfa impotente.
Nel fioco
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Nell’agonia della sera
silenziosi meandri
cancellano
desideri insoddisfatti.
Torna a galla
un taciuto dolore
che inespresso
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Infilavamo grani di rosario con soffici spirali di speranze
e a tocchi di pastelli
stemperavamo grumi di silenzi caduti su di noi.
Quando un transito quieto cominciava a menarsi a levante
serravamo le nostre pupille per scrutare al di là
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Spegne già
sulle cime dei pini
fumigate di nubi .
Hanno verdi cangianti
i limoni e gli aranci
imbevuti di sole.
Con sommesso tremore
il fogliame
soffia un alito lieve
sui selciati accennati...
D’improvviso ha incupito
ed
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Trecase dorme e na nuttata ’e stelle
lle stenne ’ncuollo na cuperta argiento
come si ’a vulesso cummiglià’
p’ ’a fà’ durmì sicura
e farla arreposà’.
Tutto è silenzio sott’ ’a luna janca
c’allumme e fa
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Nell’arco di un attimo cupo,
nebulose incertezze
dissiperanno a tocchi di velluto
le ultime magie di arcane iridescenze.
Agitando pensieri animosi,
dipaneranno fili di segreti
altri orizzonti.
Col tiepido alito di un finito tramonto
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Quanta tuosseco e veleno
ca me piglio cu’ pacienza
d’ ’a matina nfino â sera.
Che malina
nun me lassa manco n’ora
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Vurria murì’
pecché me so’ stancato
’e j’ cercanno attuorno
nu poco ’e carità.
Nisciuno ca te vede,
nisciuno ca te sente,
nisciuno ca te cura.
Haje voglia ’e spulmunà’.
 gente nun lle mporta
si staje
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Parlatemi
della luce che annienta le tenebre:
ho bisogno di credere.
Ostili silenzi mi assillano,
in brividi oscuri,
tra ansie senza limiti.
Mi tiene insicuro
l’attesa della notte
che verrà.
Non mi lasciate solo
davanti alla mia
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Un volo di bianchi gabbiani
sulle candide spume all’Oncìno.
È aperto il cielo
e illumina chiaramente
i nuovi scogli di poco inverditi.
Io rivedo l’Estate svanita
nell’ottobre festivo oplontino:
- C’è Fernando a
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132 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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