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♦ Vladislav Prazko | |
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Adele Boccabella
Le 112 poesie di Adele Boccabella
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In punta di piedi mi trascino
verso le braccia dell’amore
lungo quel viottolo
laddove gli arbusti oscillano
in nenia del vento
risvegliando dolci emozioni
li distesi con lusinghe
che slittano su tutta la pelle
donando
un profumo gradevole
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La brezza del primo sole
effluiva di fresco
aromatizzato da una carezza
di petali di rosa
dove si distende
sulla pelle bagnata
di un mare quieto e invitante,
mentre l’aurora si solleva nei cieli,
facendo gongolare le nostre anime
con lenti
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E’ notte
e nell’oblio
percepisco i tuoi sospiri
mentre gentilmente
accolgo le tue braccia
per non lasciarti mai
cosi che
possano infervorare
le nostre anime
affinché il respiro
diventi lieve
restando immobili
nel buio più
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In questo mare cristallino
scivolano lente le onde
sui candidi corpi distesi,
dove la sabbia
fa da soffice tappeto,
cullando amorevolmente
i nostri corpi,
e sentire sussultare
il suono della brezza
che amabilmente adula il sole,
riflesso
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Dolcemente mi adagio
al tuo corpo
la mente
complice e prigioniera
del desiderio
impulsivo e selvaggio.
Siamo una cosa sola
in questa ardente passione.
Il tuo corpo
mi rapisce
e mi rende
schiava
della tua seduzione.
Le tue braccia
sono la mia
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Non importa dove
posino le mie labbra
sull’incantevole
tuo corpo.
L’amore è un fuoco
che fa bruciare
ed è difficile
da spegnere
vorrei assaggiarti
pian piano
per sentire il
tuo sapore
ribollire nel
mio palato.
Fare l’amore
e
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In questa vita,
l’amore mi ha regalato,
un sogno grande.
Tu l’uomo dei miei sogni.
Sembra un miracolo,
fra le mie braccia,
ti stringerò.
E non ti
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Attendo finora
sulla proda del fiume
finché il rivolo fluisce
a rilento nel suo covo
spingendo giù residui e ciottoli.
Scruto impercettibile
il suo procedimento, quieto.
Tutto è inerte, tutto vela,
solo un ticchettio di ardimento
ferma
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L’astro si posa già spossato sul litorale,
smaniano gli elementi per l’uzzolo di amare
un ticchettio blando armonizza una coreografia,
lo zelo nefando non ne ha mai alquanto.
I suoni incantano quei tumulti,
le fantasie divengono perpetuamente
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Mielata sinfonia
trascina
nel nutrire dello zelo.
L’intelletto vaga
lungo il delta del rivolo,
sulla costa del litorale.
E nell’etere imbalsamata
che aromatizza di effluvio di fiori.
Odo il tuo fiato ...
e bramerei salire
in quel luogo laddove
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È sufficiente lambirsi per essere
impeto.
Congruo posare il ciglio
l'un l'altra, per brandire il sussulto,
e nutrirne il gusto, con lo scopo
di ire in visibilio.
Ci basta lusingarci, per un fremito
il dorso valicarci.
Ampiamente
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Evocò in zefiro, lezioso,
l'avvenente ode del violino viola e dell’arpa,
altresì mielato fu il sibilo di un refolo lontano
dinanzi al dispiegare dell'estro
steso sul saggio del destino,
mi eri attiguo e ambivi in estasi
rosseggio
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Inerzie tenui
di passi e volteggi
agevole adagiarsi
del mio elemento fu aura.
Pigro marasma
sfoltente oscurità
in quanto cela in rintocchi
di prime luci giammai sgorgate.
Mi riavvio e rilevo
il mio elemento fremere
quella mielata
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Come niveo cinerino,
istigasti talmente
le tua labbra nell’incanto,
e ambisti in un’effusione,
con soavità tenue,
il mio mollusco fioco...
In seguito, perseverando le ali,
volteggiarsi nell’ascesa,
alla volta di lagune discoste,
con lo
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Bagliori placcati nel buio
decorano l’etere
aprendo
per un fugace lasso l'infinità corvina,
appaga nefasta.
L'astio del rombo
in quanto mugugna strillando nella profondità.
La caligine del fumo
offusca la veduta e le
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La sproni, giornalmente,
al cospetto...
la afferri calca
e con lei piroetti dapprima,
in qualsivoglia batter di ciglia...
nei primordi illusori
di brillio vetusto,
laddove l'aura è per ora inerte
e l’aurora ha un cereo
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Indirizzo personale di Adele Boccabella: adeleboccabella.scrivere.info
Mi osa un fonema
modulando si adagia
sul parapetto.
Cinguettarmi una fiaba
cantami la nostra novella,
laddove come una variante
si tramutarono
da lamelle oscillanti
nitidi sentimenti
a tormenta nel nocciolo,
mutamento di una fregola
da brolo
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Il nocciolo palpita con vigore smisurato
in un turbamento arcano,
aggomitolato in un piviale di mestizia
mia caligine irrefrenabile.
Non apparivi questa notte
non giungevi quivi
attraverso le mie lenzuola di lino,
a arroventarmi l’anima,
a
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Un abbrivio
del tuo estro
sul dorso
laddove il tuo corpo
mi tiene balia,
a placare il nocciolo.
Proteggi
i miei iridi svigoriti
perché individuano nel cupo
cenni del tuo aspetto,
sei in questo luogo con me,
le inclinazioni del
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L’entrata era accostata,
le fenditure spalancate
hanno concesso allo zefiro
d’estasiare l’ambiente, con
il miasma delle praterie
che cingono lo specchio d’acqua.
Con l’occhiata rigorosa,
s’incammina per il salotto, agghindato
di motivi nautici,
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Hai cinto l’immagine
or ora di penetrare nel mio ardimento,
incantevole e arcana
celava il tuo astro
che sfavillava fulgida,
l’intelletto elusivo
inquisiva nella mia,
ho frenato il tuo snodarsi ansante
verso la realtà,
come una farfalla ti
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Vergine corolla,
gemma mattinale,
il tuo elisir
fluisce come smania
sul margine.
Ruzzola come gocciole
lungo le gote,
lo sfavillo delle tue iridi
sobilla l’estasi,
i petali
rilassano malia,
arguzia giammai obliata
dei tuoi osculi.
Refolo sui
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Un accenno di brillio
inoltra dalla mia fenditura
conserva quest’oscurità
in quanto slitta rigoroso
sulla mia carnagione,
l'impeto delle mie lenzuola
sciupate dal mio basso ventre
rallegrato dall’apatia,
i lembi dell’ottomana
si
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Declino,
vespro,
pecche in quanto
si perdono in iridi
che indagano ambiti,
incalzano decadenze stellate,
velano l’alacre di perla,
e agognano un miriade vetusto.
Mio rivo
affinché reiteri
a defluire continuamente
nelle anse del mio
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Financo con l’oscurità
ho sonnecchiato con il tuo charme
ora attraverso le lenzuola,
altresì questa nottata
ho attorniato il guanciale
in quanto ti ha vantato in tali solennità,
persino questa nottata
entro trattenimento e
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Zelo,
entusiasmo in quanto strini
come tropicale frescura,
con labbra di pira
degusto stilla a stilla
dalla mia aridità,
come un salice mi plico
contro un miriade brullo
senza dubbio inumidisce nei miei iridi
le sue estreme scandelle
in
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Ciascuna roccia,
niuno virgulto
sul margine della mia calla
non ha variato
alcun clamore in me,
qualsiasi mio vizzo
pedina immutabilmente l’identica orma,
nel globale incide e esiste quantunque,
fantasticando in tale calle
di sbieco i nostri
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Gradisco gioire quell’istante
arruffato e sbilenco
di miasmi e percezioni,
fioca e immane.
L’integro è eufonia,
e il cosmo non sussiste oltre.
Soltanto la tua carnagione e il leggero soffio
in quanto si assicurano a me.
Assopito e leggiadro
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Tenue nottata
poiché ti palesi nei fiotti
e nella tundra dei campi,
ti attenui nell’iride degli appassionati.
Ghignava anche la luna
attraverso cosmo regio e un portentoso charme
titubando l’insolito di,
per ravvisarla velarsi di
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Origlia questo fonema
in mezzo a noialtri
fuoriesce il rivoletto
laddove la passione
cela lo zelo.
Pura armonia di sentenze
dette qualora sei privo
della trepidazione.
Appassionato il nostro trasporto
come la sua lirica
porta i suoi
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112 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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