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Psr125712 A
Le 78 poesie di Psr125712 A
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Nulla calma il prurito
che mi lascia addosso
la sensazione di solitudine
che ho standoti accanto.
mi scarna la schiena
l’indifferenza con cui mastichi i miei pensieri
senza vomitarmeli addosso ma sputandoli
come semi di cocomero.
Così,
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Riflettendo non è male...
Si scivola su pelle fino al pertugio,
ciondolante lo sguardo dell'ansimante
non per forza amante dell'ombra
anche se li il sole non tocca.
E pensare che a ripensarci
stride come le corde di violino
graffiate da
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Distruttivo il tuo fiore
che bagna le fronde dell’anima
in bilico tra le tue sedicenti labbra
specchio della camera degli specchi
delle mie paure.
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Strappo la virilità dal gambo di
una rosa di campo
lo appoggio e mi genufletto
al tuo
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Distrattamente persi il conto degli anni dei miei passi,
mi ritrovai in bilico su due facce della stessa medaglia,
indossavo musica vecchia e un gilet di jeans lungo,
lungo fino ai piedi con le unghie sporche di sogni
ormai abbarbagliati da muse
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Facile rinnegare la propria essenza
e tingersi le guance di rosso pagliaccio
e ridere e sorridere a me come a voi
obliando quello che mi ha tenuto a galla
tra i fiumi di letame, tra parole diventate lame,
tra la fame d’amore, raccontare di fate
che
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Non ho altro se non il ricordo di passi
che scricchiolano sul pavimento di sogni fragili,
non una sola felicità che possa riaffiorare dal grembo materno
né il calcio dato ad un pallone con virile fierezza paterna
sono semplice
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A poco a poco ti prendi la mia Madre luna
ed inizio ad avere paura guardando dall’alto la profondità dei crateri,
l’onirico è in viaggio scortato dai re magi
portano doni ma sono insidie per la mente ed il costato:
il tarlo della mente,
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Colori Il vuoto
che mi corrode dentro,
alienato dal tuo canto
resto muto, fiuto l’odore
del sesso che pervade il tuo passo,
mi chiedo se posso... osare
volare con te di nuovo,
mi muovo tra le tue forme,
onda del mare mi trasporti
cullandomi sul
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fu l’ultimo inchino a portare via i fiori
o l’aspro delle menzogne versate in questo bicchiere
traboccante di mezzelune plumbee dissetatesi
con le gialle amarene d’estate,
sul viso di creta tra i cornicioni del castello di cera
lacrime stonate
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Regali vuoto
questo è un sentimento
noto che provo
standoti accanto,
nuovo sarebbe
il respiro del papavero in
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Rinuncio alla moralità
andando in giro con
i pantaloni calati e le emozioni
di fuori, che guardino tutti
quello che tutti hanno
ma fa arrossire il respiro,
tentennare la vista, agitare l’udito.
Lo squarcio d’anima
buttato tra i
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Psr125712 A.
E fu abisso di parole intrecciate
come il seme di uno storpio maledetto
che varcando la soglia degli inferi
trovò il giusto recipiente
e furono le stelle d’abisso madre
e furono quelle a togliere la carne dalle ossa
a farmi fuggire
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Scende la pioggia d’ossa
e i fianchi doloranti
il rosso degli occhi e...
tante, tante le gocce di sangue
per tingere di rosso
i miei papaveri
piango la coscienza che ho trovato
mangiando e bevendo dai pozzi di luna
scudo dei miei timori solo
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| Mi hai chiesto cosa provavo per te
ed io mi son cavato gli occhi per farti vedere
che il sangue che scorreva nelle mie vene eri tu.
Ho buttato la mia anima tra i rovi e tra loschi covi perdendoti
poi odiandoti e ancora amandoti ma mai
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Clessidra del tempo
Sciogli per me
i miei lamenti di carne
e lascia sganciare
gli aquiloni di sogni
imbruniti dal miasma
che invade la terra dei non morti,
questa enorme landa sprovvista di brama,
ama il prossimo tuo come te stesso
ci provo non
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| Parlami spartano del vuoto che hai sentito
quando il mondo in accordo
ti ha lanciato in quel burrone profondo.
L’anima trafitta da parole di lancia e d’ortica ho sentito
mia madre luna, il cuore che batteva
per attimi di vita non fu
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Affetti misti in altalena oscillano in chiaroscuri d’emozioni
come brezza svolazzano in particelle, il mio io
scomposto e disgregato con affanno implode
in un vortice di marasmi abissali mentre schegge
pazze, schegge di quel che resta di me
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Nuvole di sogni si alzano in volo
spiegano le ali di gabbiano e planano
in vorticosi vortici spiaggiano sereni
finché turbini di decadenza li attraggono
in pece fece li plasmano, prima oro, ora melma
si liquefanno sotto nubi di mai detti
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78 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 78.
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