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Gianna Occhipinti
Le 200 poesie di Gianna Occhipinti
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| Il cuore di una mamma
scruta negli abissi più profondi,
custodisce i tesori più belli.
Non c'è confine che possa contenerlo
nè immenso che non gli appartenga
perché il suo amore vive in una conca d'oro,
senza
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| Notte speranza,
che rubi l’aura dei miei sogni,
invano invoco il tuo dolce odore
di petali di rose,
di riverberi del cuore.
Nel silenzio del nulla mi rapisci,
come una fontana mi sazi
con l’acqua dei tuoi sogni.
Un sogno mi chiedo ...
Cosa mai
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| L'ultima foglia battuta
dell'autunno cade
mesta e silenziosa;
una mano la raccoglie
e nel grembo la depone,
si fa cenere, si abissa
in un ultimo afflato nel mondo.
All'orizzonte,
fra le sottane lucenti
stemperate dalla bruma,
fasci di
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| Rotta in un singulto
come un tessuto logoro
mi strappo da tutte le parti
Poi mi disperdo
in brandelli di piccole anime
trafugate dal vino dell'incoscienza
per non sentire né vedere
pietanze vuote che m'assalgono.
Nel chiuso
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| Mentre l'autunno
impallidisce le foglie
e gli uccelli svaniscono
dalla nitida campagna,
lustrata di rugiada,
il mio sguardo
si posa lontano
sui ricordi bambini
della mia esistenza,
quando giocavo
a rincorrere farfalle
scambiandole per nettare
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| Sorriso...
ti cerco nelle stanze del cuore
ad alitare pensieri d'amore
sul mio viandare
che insegue emozioni vivide
da rubare.
Sorriso...
ti lasciai
in quella ferrovia
sui binari della mia esistenza
dove avrei voluto abbatterti
col soffio
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| Forte impetuoso mistero
che nell'azzurro rifletti il tuo volto
in preda alle onde ti lasci cullare
nel volo degli uccelli ti vedo danzare,
mentre t'innalzi fra gli umori delle focose onde.
Dallo spazio deserto io ti osservo
e ascolto il suono
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| L’ulivo in festa
ricolmo di bontà
mostra leggiadro
il chicco maturo
al ciel sereno.
E’ giunta l’ora del raccolto!
Sotto il suo velo d’ombra,
che la brezza spira,
mani argute
s’intrecciano fra le zolle,
a raccattare il dono,
e lievi
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| Tra cielo e mare
nel varco
il volto Tuo mi appare
struggente
che ondeggia nel mio spirito.
Voce d’amore
che plana
negli anfratti dell’essere,
come polvere limata
che si espande silenziosa
ad ammantare il vuoto.
Dono di perseveranza
vagito di
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| La stagione assopita,
svuotata di baldanze,
volgeva le sue chiome
sui binari lenti del tempo
e apriva le danze
all’odor dei ciclamini
e del mosto selvatico.
Il fulgido raggio del solleone
smetteva di avanzar pretese
sui bastioni
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| Prepotente,
s’insinua come un dardo accecato
percorre le strade dell’essere,
elemosinando speranze
sogni comuni
nel braccio dell’ascolto.
Si lascia penetrare,
è quasi palpabile
alla coscienza di chi,
al cuor suo, dischiude il velo
ma ignoto
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Vorrei...
che il tempo
si fermasse in un istante
nel crepitio di un’onda
nella danza di un seme
che sboccia la vita
nello sguardo arreso
di un uomo
che ascolta il bisbiglio
di questo mio silenzio
Vorrei...
che il tempo
si fermasse
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Come un viandante vai
senza meta alcuna
seguendo il ritmo del tempo
delle correnti alberate
che, intrinseche,
ti scavano il ventre.
Con cura t’insinui
fra i raggi dei dirupi
e degli scogli ne scavi i segreti
In un amplesso di movenze
poi ti
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Genuflessa alle stagioni
raccolgo il frutto dell’essenza
mentre
mi sorprendo
ad avvolgere fili di tramonti,
lungo i
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| E ti vidi lassù
nel ciel sereno
in una notte ammantata di stelle
fra il baluginio della luna
e la bruma assopita
lenta sugli scogli.
Accarezzata dai refoli
di quella notte stellata,
udii il suono di una voce
lambire le mie guance
in
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| Quando il tuo profumo
inonderà la mia pelle
e la mia bocca
sazierà le tue labbra
ricordati di me,
nelle stagioni addormentate.
Se il silenzio
si farà scudo
delle nostre parole
e il rombo del mio petto
irrorerà sguardi retrivi
saziami
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Invia un messaggio privato a Gianna Occhipinti.
| Nel luccichio dell’onda
che riflette il Tuo chiarore
vedo la scia della mia esistenza.
M’immergo anch’io,
tra quei flutti dorati
e raccolgo qualche corallo
per farne collane
da appendere ai miei sogni.
Poi mi dileguo,
dopo aver
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| Quando l’esistenza
s’infrange sulle onde del mare
Quando il sorriso
si spegne e l’agitazione sale
Quando non sai
se dire o fare,
ed è sceso un malinconico sdegno
sulle loro facce grigie,
sui visi sbiancati e le labbra strette,
trafitte da
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| E’ l’alba di un nuovo giorno
mi affaccio al balcone della vita.
Con passo leggero
afferro le mie incertezze,
tra la sabbia dei ricordi,
fino a
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Spighe selvatiche
che il tempo non consuma
ondeggiano sui pensieri incolti
dimenati dal vento.
Sparsi o raggruppati
si ergono come
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200 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 200.
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