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Roberta Cascone Lops
Le 22 poesie di Roberta Cascone Lops
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La senti la voce del mio Dio,
amore mio?
Mi ha suggerito di lasciarti andare
in quei luoghi che continuerai a guardare
senza mai vedere.
Mi ha suggerito di lasciarmi andare
nei meandri del mio io,
a cibarmi della bellezza che hai lasciato
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| Ho l’impressione di conoscerli
quei suoi occhi mai visti,
altalena di sensazioni
che regalano vento sulle ciglia
e contraccolpo sulla nuca.
Abitano la Possibilità,
una stanza mai esplorata
dalle grandi finestre che danno
sull’immaginazione
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Mi sarebbe piaciuto vivere l'esistenza,
spolparla come nocciolo d'albicocca
e fissarla negli occhi con compiacimento.
Ma non sempre l'esistenza ha noccioli o pupille.
Così mi ha donato il cognome che porto
e il profilo che espongo.
Mi
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E allora prego,
procedi pure con la prossima stomìa,
omicida del buonumore e delle verità.
La pelle è ormai anestetizzata e le narici
assuefatte dal troppo fiuto di un amore
contrastante ma pieno di poesia.
Roy quella
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La città ci scelse bene
dall'alto dei suoi santi appuntiti,
dominatori del Sistema infangato da oro e omertà.
Ci scelse bene,
sicari dei nostri stessi sogni che avremmo comunque maledetto
in onore della bellezza anarchica e dei
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Come filamenti di DNA
mi intreccio tra i populi
di quest'urbe,
lontana come non mai
dall'idea dei filantropi.
D'altronde ho ancora chiaro
il ricordo di quando
bevevo latte tiepido
con ombretto di donna
a gambe accavallate.
Ma ora non lo
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Ma sconfinato è l’Universo,
e la mia vita,
nel mirino di un boomerang ritardatario
ma di parola.
Di luce propria brillano ancora
le sue molecole
e i suoi occhi nient’altro che costellazioni;
il tutto cambiato di pochi atomi.
Li ricordo ancora
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Ma l'amore può arrivare
al capolinea di un treno mai partito
o arrivato troppo tardi.
E il tempismo molte volte è miope
e il karma,
porta il nome suo.
Così mi accontenterò di preparare pasti
ad un uomo vegano
con
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Ho raccontato una storia
all'Uomo con la barba,
quello con tanta carne
ed ossa che abbiamo tutti.
Mi ha detto che è troppo tardi.
Ho raccontato questa storia
ad un credente vestito di sola tunica,
mi ha assolto da peccati mai
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Ha gli occhi più grandi della Polis
la prima dea che ho incontrato.
Fermezza statuaria,
avvolgente,
da far concorrenza ai marmi del Canova
o alle Demoiselles picassiane.
Credo anche di averla incontrata
parecchi secoli a venire,
intorno
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Voglio spalancare
le gambe dell'indecenza
e da lei dissetarmi
fino all'ultima goccia.
L'ho già conosciuta
quando già non avevo più scusanti.
Ma ora alzerò il volume
della voce che mi hanno spento
fino all'ultima
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Roberta Cascone Lops.
Mi innamorai di lui
dalla prima volta in cui non mi piacque;
quando le sue cellule epiteliali
erano ancora perfettamente organizzate
e le sue pupille
interlocutori di marciapiede.
Al cemento mi unii anch'io
ed insieme danzammo fino allo
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Ma dove stai andando?
Parlo con te,
tassista dell'inesperienza
dal rosso vivo!
Ti ho sentito sfrecciare
improvvisamente
ad ovest di una città
che hai portato
a farmi odiare,
amare
e ancora odiare.
Ma dove stai andando?
Ridammi
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Sono grappoli d' uva
le tue protuberanze,
oh tu,
figlio di Bacco!
Non me la dai a bere,
ho letto il tuo nome
in un quadro di Mondrian.
Ti ho riconosciuto
anche nel buio
delle tempere
di un certo Goya.
Tu,
suicida per mestiere,
non farti
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Onda atlantica
il suo âme.
Guardarlo è come
aprire due tempere
dagli opposti pigmenti.
Accecante il suo perimetro
e, pieno di non curanza
il suo destreggiarsi;
con il tipico atteggiamento
di chi è composto
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Ti dipingerò
su bianca tela,
desiderosa di umidità.
Lo farò in una
giornata piovosa,
quando tutto,
immancabilmente,
cade come zavorra
tra nuca e spalle.
Ti dipingerò volante
e quasi sfuggente
sotto insegnamento
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| Siamo diventati
i portaceneri
dello Stato.
Molti, però,
hanno preferito
diventare
direttamente cenere.
Questa è una
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Mi
manca
quello
che
ho.
Se valesse la
proprietà commutativa
sarei a cavallo.
Più che a cavallo,
però,
mi ci vedrei di più
a prua
con una bandana dal rosso vivo
a sbraitare il nome
della terra
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| Le vite si spengono
con la facilità di
una candela in cera,
dove a rendere buia
non è una tavola
imbandita.
E noi,
ancora qui,
a bestemmiare un Dio
che ha voluto
catastrofi e
a parlare di
marketing territoriale.
Chissà
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Non sopporto avere
le cose
alla mia sinistra.
Sento il nervo
del collo cigolare
come una porta dal
pomello dorato,
dominata dalla mano
di un
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22 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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