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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Gli ultimi 5 iscritti: Paolo Luxor - Concita Russo - Filicheto - Gianluca Battini - PostScriptum |
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Marinella Fois
Le 272 poesie di Marinella Fois
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Scioglimi sorrisi
ancorati alla darsena della malinconia
in questa notte senza stelle
una mesta prece alla finestra della luna
sbiadita allo sguardo del viandante
quasi ingombrante a spire d’attesa.
Sostienimi come e quando vorrai
ai piedi tuoi
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Se la solitudine mi sollecita
avanzo silenziosa dietro la primavera
indosso rose di sole
e ghirlande di mandorli in fiore
ché
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Non ho mai avuto dubbi
sulla tua sensibilità,
sei e rimarrai sempre
quel bambino che tenevo per mano
che pari passo si stringeva alla mia
sicuro che nulla avrebbe
potuto allontanarti da me.
E, sei tu, quel ragazzo
che mi teneva per mano
quando
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Canticchia il vento
una nenia d’altro tempo
tra verdi chiome di rosmarino
e di lavanda.
Improvvisa, una calla bianca,
protetta dalle fronde,
stende il regale fusto
a omaggiare sguardo,
mentre la mente presa da sentimento
riporta in essa
una
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Or dunque fanciulla
perché mi divaghi?
Fin di tua nascita
ti fui genia
e di tuo padre
mi pregio madre!
Or tu che negli occhi
sciorini brillanti,
come stella cometa
mi indichi la via dell’abbandono.
Con distacco di ramo
mi sconfini
e nel fianco
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Se tu non sei
l’angoscia opprime in petto,
la mente strizza papaveri infuocati
poiché tu sei
fringuello gracile che non canta
che saltella sui rami
e non conosce pericolo.
Non so...
e quando il pensiero si fa ragione,
ti affido a Dio.
Anche se
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Vorrei saper contare i fili d’argento
che ricoprono il tuo capo
per svestire il tempo vissuto,
sfogliarli uno ad uno
quasi fossero pagine di un diario
e scoprire come si fa
ad arrivare a cent’anni.
Vederti è stato come tuffarmi nel passato,
ho
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Le parole sono rose appassite
raccolte dal libro dei ricordi
dove stanno tatuate
le tue malinconie.
Laghi incolmabili di vendemmie
immature e timide
capaci di slanci improvvisi
che tu, forse per timidezza, respingevi.
E ti stringevi a
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La primavera mi cammina accanto
tra mandorli e peschi in fiore,
raduno i sensi e l’olfatto
avverto d’essere vita.
Rombi di sole
incorniciano il vero
l’irreale si fa poesia.
Sverna il suo canto il pettirosso
il gregge
tra fili d’erba verde
al
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Sento artigli scalpitare
tra la nebbia della vita
che incede all’orizzonte
tra cespugli di fumo
e incendio di parole
a soffocarmi eremi d’amore
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Bevevano le stelle
le mie notti sveglie
dove rovistavo mantidi ammiccanti
ai bordi di un vecchio diario.
L’una cozzava contro l’altra
come a voler primeggiare sulla scelta.
Sciolsi i nodi alla reticenza...
Fermati un istante
prendi le mie
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Non perderti nel lago di cristallo
lucciole malefiche
attendono d’intrappolarti
nel regno senza sole
dove crescono fiori carnivori
dagli occhi fatati.
E allora... guardami.
Come la prima volta
piegati sul mio petto
dove è miele il mio
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Ad un passo da me
il dolore stretto tra le mani.
Pioggia di sguardi senza lacrime!
Un
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Ti tradirono le stelle
una notte d’aprile,
lanciarono liane acuminate
ferendoti nel canto più dolce
che di giorni mi stornellasti,
ora sosti a cercare farfalle
e nidi vuoti di rondini.
Mi adorni
ed io ti adorno
con ghirlande di sguardi
e
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Evoco il lamento di preda ferita
ululo lunare nella stanza
orfana dei tuoi respiri.
L’anima scuoteva muri d’impotenza
dilaniava il presente.
Premura di mani carezzavano capelli di seta
si chiudevano nelle tue stagioni
tali anelli da custodire
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Langue il tuo seno
senza più latte degli dei
e son vertigini d’abbracci
di tronchi di fico.
E il mare che al tuo grembo s’affaccia
biancheggia dinanzi al fuoco
tanto vicino quanto distante
da non raggiungerti
ad inondar la nuca arsa da
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Marinella Fois.
Indirizzo personale di Marinella Fois: marinellafois.scrivere.info
Mi perdo nei viali dei tuoi occhi
Primavera spenta.
Dove giocavano riccioli di sole
cristalli di neve a passi scalzi
annebbiano stie di fantasmi.
Ed io
vigile dell’istante
lascio aperto l’uscio del cuore
per ascoltarti
per disfarti di
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Vieni al bistrot
dove s’incrociarono i nostri occhi
ci cantammo
raccontammo
folli come solo noi
potevamo essere.
Su tovaglioli di carta
tracciammo il nostro incontro
lasciammo impronte di cuori
liberi di poter volare
e gomitoli di sogni
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Ti pieghi a me
come una candela spenta
nelle mani lacrime come ciliegie
a scardinare rami secchi
nel freddo autunno della tua vita.
Ed ecco le mie gerle
vestile come balsamo
a guarire un volo a metà.
Ti sono
e tu mi sei
vita e
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Ricordi ferite aperte
dolore che langue.
Nella piazza del cuore
petali di rose sparse
e spine conficcate nelle mani
a sgretolare grani di preghiera
in memoria della donna amica
che mi ha sbocciata in grembo
come la terra al germoglio.
Di lei
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Non chiedermi perché
ho indossato ali di farfalla.
Muoio di desiderio
di posarmi sulla tua linfa
e di tuo nettare nutrirmi.
Non domandarmi perché
voglio possedere la tua bellezza
baciare petali vermigli
mentre musica di tramonto
delimita
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Se il tuo bacio fosse fiamma
arderei di te
farfalla senz’ali
che leggera posi
sulla soglia del nostro autunno.
Timido concerto d’emozioni
rispolvera suoni antichi
e sei re della foresta
a declamar sermone
ai sudditi del regno.
Ma se ti
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Stanotte non dormi mamma
piangi e vegli la tua sorte.
Batti i piedi con violenza
che al mio orecchio giunge
come rullare di uccello d’acciaio
prima di innalzarsi in volo.
Non dormi perché scoraggiata
da oscure nebbie di dubbi
da verità
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Come nelle favole mi trovo
in un mondo sconosciuto
non so dove girare
né quale sentiero percorrere
qualche folletto potrebbe farmi da guida?
Sento un rumore sordo
qualcuno mi segue
o è il fragore dei miei passi
sul selciato sgualcito
dal mio
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Non ha più tocchi
il campanile del mare
nè scie luccicanti
il guardiano del faro
gemono corde d’onde
come violino stringato
dall’indifferenza.
Tra un vagito e un rantolo
si spengono le vite
senza carezza di Nettuno
nè dai figli di
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La sera
s’infranse sullo scoglio del cuore
cadde in frantumi
su ceneri mai accese.
La cognizione
innescò brama di fuga
girovagai per la città
sostai in una strada buia
pioveva ...
l’eco delle lacrime sull’asfalto
mi rese verità.
Un
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Nello sfarfallio dei pensieri
sfila l’immagine nitida
...
colori di fuoco com’eri tu
creatura vulcanica.
Avevi speso il tempo
a comprare scampoli di felicità
che la vita aveva derubato
all’ infelice adolescenza.
Le tasche sempre colme
di
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Se ti vedo soffrire
mi sento morire
dipano catene
dimenticando pene
ai tuoi piè mi prostro
...
ambrosia dell’attimo
mi diletta.
Ma è breve
quanto mi è breve
quest’ebbrezza!
E sei serpe a sonagli
lanciafiamme e veleno
...
avvampa la
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Non lasciarmi deserta di te
abitami
vivimi ogni giorno
a fiorire candidi gigli
in manto celeste.
Invocazioni a catena
ho intrecciato in dita farfalle
e cruna e filo
a dispiegare grani di rosari
a omaggiare il desco
desio di Te
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So di non esserti unica
ad invocare tempo
al tuo tempo.
Soffermati un istante
ad ascoltare codesta supplica
per un figlio tuo
senza preci né benedizioni
...
a sottrarlo all’incudine e martello.
Cespugli di rovi nel corpo
rilasciano
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272 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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