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Tommaso Renna
Le 13 poesie di Tommaso Renna
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Che strano vezzo,
femmina alla moda,
mostrare il pube raso iridescente,
per pura vanità o per diletto,
oppure per sembrare più raggiante.
Adorna di brillanti,
tu porgi scabro al tatto il tuo gioiello,
stupendo da vedere,
giammai
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Gelide segrete le mie stanze.
Rettile alato il mio destriero.
Prigioniero d'un incanto
in questa torre d'agata,
fra caligini malsane
e bianche scie.
Stupefacenti note
rimestano i pensieri.
Tenebre e lampi,
echi d'effluvi
e tu dall'altro
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Un giorno scoprirò il tuo mistero,
amica blogger.
Ben oltre la tua immagine riflessa.
Ben oltre l’uniforme nota al mondo.
Ben oltre le ambizioni note a me.
Ed io ti svelerò il mio segreto.
Ricomporremo i pezzi d’un mosaico,
le ombre
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Trame ordinate
d'incanto tessute,
il fato governa.
Legami di sangue,
di sesso, fraterni,
di sacra alleanza.
Tenuti per mano,
reali,
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Scriverò poesie introspettive,
che stanino la tignola, la ruggine,
oppure t’offrirò versi d’amore,
alla Prevért.
Ti parlerò dei cerchi della mente,
di fari nel buio di navi in lontananza.
Di albe e tramonti,
di chiese
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Nulla è per caso,
tutto è già scritto.
Ho bisogno di un indizio.
Cado nell’impazienza,
sfrenata frenesia del cercare.
Sospingo i sensi,
scruto le menti,
rovisto il cuore.
Eppure deve esserci una luce.
Non mi resta troppo
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Trame di pensieri
come sciami assoggettati
ad un unico richiamo.
Tale è la mente.
Fogli freschi di stampa
tra pagine ingiallite.
Non c'è numerazione.
Mentre l'opera dell'uomo
si compone, si scompone
in un vortice incessante.
E’
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Notti d'agosto
di frinire di cicale
brillano di trame celestiali.
Rivelano segreti,
audaci tentazioni.
Notti odorose
d'essenze eucalipto,
di linfe del piacere.
Custodiscono promesse e desideri
mai avverati.
Notti stellate
che sempre si
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Invia un messaggio privato a Tommaso Renna.
Quanto ancora mi sorprende
quest'anelito infinito
che è la vita.
Tra gli spasmi della resa
ho auspicato la sua fine.
Non si tratta d'espediente,
inseguivo la riscossa.
In un cosmo vorticoso
di mirabili evasioni
ne ho plasmato le
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E poi irruppe lei
col suo boato
a scompigliare il caos.
E fu l'oracolo.
La giovinezza.
L'apoteosi.
E mai così reale
fu la notte.
E mai così distante
il Paradiso.
Tracimarono i torrenti.
S'incendiarono i pendii.
Collassarono le
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C’è qualcosa di me
tra le tue mura.
Essenza in ogni dove.
Io vivo in ciò che creo
con passione
per arcana suggestione.
Ti tento,
ti guido,
t’appago,
respiro il tuo affanno,
assaporo i tuoi umori.
Sorvolo gole madide
d’estatici
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Maledico la natura che ci confina
entro il tempio dei sospiri;
il terrore che ci interdice,
i malfattori che ci censurano.
Noi non siamo paladini né santoni
tantomeno dei gaudenti lussuriosi
che si estraniano in orgiastiche
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Io t'ho inventata Hera
regina degli dei.
Nel tempio che ti ho eretto
s'affollano i custodi.
Meglio avrei fatto
ad inventarti Driade, ninfa dei boschi.
T'ho condotta alla fonte del sapere
vestito di ruvida tela.
Per te ho intonato
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