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Tonia Fracella
Le 388 poesie di Tonia Fracella
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I mattini sussurrano il risveglio
fra le pieghe di un'antica aurora
ed un ricordo inciso nella terra
che non abbandona le stagioni
Con le prime viole a germogliare
come semi sfiorati dal silenzio
senza mai rimpiangere le ombre
portate oltre
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E il cielo scorre invano
oltre i confini dei mattini
dedicando forme al vento
per accarezzare favole
sul respiro delle speranze
Senza mai tremare aria
nell'attesa di un silenzio
avvolgendo ombre nere
prima delle luminose stelle
al
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Cinquanta inverni son trascorsi
da quel pomeriggio di dicembre
c'era freddo e terra sulla pelle
Di giorno soffiava tramontana
e di notte il gelo delle stelle
Solo il vostro sorriso era la luce
caldo come il sole dell’estate
Dopo cinquanta
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E rimasi a guardare il mare
l'antico vascello sulla sabbia
ne aveva fatto dimora di un segreto
sul nascere del nuovo giorno
Come il riflesso appena sfiorato
fra le promesse di un granello
alle prime luci dell'aurora
per accarezzare il
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Non vi è porta sempre aperta
sul sentiero delle solite parole
né una sfera di cristallo
per dissolvere il tempo nero
Ma ogni gesto stretto al cuore
vale più di un verbo vuoto
la promessa intrecciata al vento
ad imprimere la
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Qui non giunge mai l'inverno
e le nuvole dipingono mattini
che non chiedono risposte
sui chiari limiti di un confine
Qualche foglia sfiora i sogni
appesa al ramo dei pensieri
per liberare luce e poi tornare
verso il riflesso delle
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Il fiume aveva già spento
i suoi desideri di silenzio
ed ogni momento vuoto
era stato rimandato ai giorni
di un passato inverno
Le rocce ora sussurravano
ricami di versi accesi
nel mistero del fondale
che ricamava poesie d'acqua
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La luce aveva già scolpito
gli spazi della tua terra
ed il vento tremava piano
il calore di ogni roccia
Note di una nuova stagione
dischiusa nei germogli d'oro
a ridare un nome ai mattini
senza radice fatta promessa
Il sentiero
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Solo queste nuvole parlano
di un vento lontano
della carezza fredda
che non conosceva
la dimora di un confine
Dello spazio che non arresta
nessuna mite promessa
fra la pianura ed il cielo
perché ogni tempo è andato
già
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Stai come fragile radice
aggrappata alla sua terra
dove l'albero germoglia
verso la luce di un confine
Per dar vita ad ogni foglia
senza conoscerne il viaggio
perché il respiro di ogni vento
può deciderne il destino
Non
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Era la notte il tuo segreto
nel silenzio delle ombre
ricamate dal respiro
e da un soffio di calore
Non un nome ad indicare
le promesse dell'amore
ogni carezza fatta a pegno
nel ricamo un desiderio
Ed il dialogo mancante
ad emergere nel
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Non s'apre finestra
sulle mura di pietra
e non respira i riflessi
quel vetro di polvere
Come la memoria
che non ritorna
al bacio di un alba
Quando è solo umido
il frammento d'antico
sulle silenziose pareti
Eppure il soffio
fa
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Dove tu sei
non scende mai la notte
E fugge l'aurora
nel riflesso silenzioso
Cullando ora il nido
ora un ramo di ciliegio
Come un abbraccio
in fondo al cuore
germoglia presto il sole
Passo dopo passo
a rincorrere la luce
lungo la
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Non avevi che la luce
ad incedere fra i rami
come ricami d'un riflesso
che non proclama l'estate
Lama d'oro l’ultimo sole
che trema nel tramonto
in promessa di stagione
per tagliare il lungo gelo
I germogli sono inganni
al confine di
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Quelle mura antiche
non avevano nome
né pensiero a memoria
da tremare oltre tempo
Lungo la scogliera
assopita dai sogni
anche la fragile erba
non danzava più
fra le note di vento
Perché i brividi d'aria
sono
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Potrai dire che il tempo
sussurra stelle alla notte
ma non ha mani ferme
per trattenere il gesto
E che tutto scorre
prepotente ai giorni
senza mai rimandare
riflessi miti al cielo
Perché quando le ore
non abbracciano
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Tonia Fracella.
Chiamasti ogni aurora
verso le tue mani
come se il sole scorresse
fra le dita stanche
Così sbocciando
ad ogni primavera
sulla pelle chiara
al ritmo di terra e roccia
Sapendo del vento
soffiato in un riflesso
per poi restare
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Avevi guardato
tante volte il cielo
nell'attesa delle luci
ma le ore inutili
non correvano veloci
Perché le attese
abbracciavano il confine
e ogni silenzioso tocco
lasciava poco spazio
alla curva del sorriso
Così
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I tuoi grandi deserti
di sogni e pietre
hanno attraversato
gli orizzonti vuoti
di mille passi brevi
Per abbracciare
quei solidi fardelli
granelli di silenzi
ricamati in superficie
nulla da lasciare vago
Sapevi che i giorni
non tornano
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Il vento era ritornato
ad accarezzare il cuore
con le sue fragili promesse
sussurrate fra brevi note
Così ogni parola vuota
non aveva più lacrime
ed il sole accompagnava
il respiro delle luci fatate
Quasi fosse uno scrigno
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È germogliato il grano
nella tua terra di neve
dove il sole ormai maturo
ha sciolto l'ultimo nodo
stretto al silenzio
Ed è un bacio caldo
in ogni zolla di ghiaccio
che sa ma non brama
nel respiro di primavera
perché
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Non saprai mai
quant'è crudele il mare
né quante onde
lo attraverseranno nei giorni
Se da ogni molecola
e particella d'oro
non ne trarrai insegnamento
Il passaggio inesorabile
e la velocità di un gesto
non
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È caduta una goccia sul silenzio
fra l'onda ed il cuore d’oceano
che non fa più rumore
In questo spazio naufragare
è quasi restare in bilico
senza pretese di confine
Né un verbo d'acqua a dissetare
la sete di
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Se poi tu non hai capito
dove si era nascosto
il nome del tuo sogno
ancorato nell’abisso
del più profondo mare
Volgendo lo sguardo
altrove, lontano dal buio
per non vedere il nulla
e non sentire dolore
nel rosso di una
leggi

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Resterai nel firmamento
che non tace il destino
come un sospeso labirinto
fra le nuvole al confine
In quel giardino rosso
dove non è mai inverno
per custodire i frutti
di un ricamo oltre tempo
E ci sarà sempre un fiore
a
leggi

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È solo un passo breve
lungo l'orizzonte
questo attendere oltre
e non sapere abbracciare
la luce e le sue ombre
Lì dove il cuore è oro
e silenzio lieve ai sogni
perché ogni ora nera
possa diventare carezza
e il
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Tu arrivavi per restare
e legare il tuo destino
ad un soffio di colore
mentre il calore del sole
abbracciava la tua vita
Ed il vento accarezzava
piano ogni filo d'erba
sulle colline in fiore
lì dove nessuno osava
calpestare i segni
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Non resterà solo la notte
ad accarezzare un sogno
e pensare anche alle stelle
nelle braccia delle ombre
Solo il vento a far rumore
quasi fosse soffio di respiro
caldo ritmo o forse il cuore
a sussurrare la dolcezza
Nulla che si muova
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Oltre queste mura
respira un cielo
nel ritmo della notte
che non sa guardare
verso un’opaca luna
Ed è preghiera vuota
rivolta al tempo
che non ha tregua
per il ritmo di un cuore
perduto nell'inganno
di un momento
Non rinnego la
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Nessuna parola mai
va a questa terra
con un sogno fragile
spezzato nel buio
Scura la zolla
e fredda la roccia
senza una dimora
a far da preghiera
Nessuna promessa
a questo mare
perduta speranza
fra abisso e tormento
Un cadere di
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388 poesie trovate. In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
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