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massimo turbi
Le 1162 poesie di massimo turbi
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le clarisse luce d'amor
si appartano nel cuor che palpita
quando la notte incombe
inesorabile senza via di fuga
lungo i viali appannati
dal sbircio dell'albeggio rinato
si scosta l'ombratura soave
piegando le sagome dell'anima
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le frondose ombre del vento
si dileguano con il susseguirsi
delle mani tue sul contorno delle labbra
baciate dalla veemente passione
che trasuda di gemiti ed urla
trafitta dall'esser maschio infuocato
vibri all'unisono con
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La luce ed i profumi di una tenera primavera
si scorgono come azzurre nuvole cesellate
dal sole che rinasce dopo la pioggia
nel rinascere poi come spuma fra gli oceani
specchiata fra le rive degli orizzonti
dove ti plasmai con gli sguardi
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ti baciai all'unisono con la piena luna
ritta sul nel cielo dipinto di stelle
accocolati l 'uno all'altro come se fossimo stati amanti
da lustri anni memorabili
come se nella precedente vita
avessimo convissuto nello stesso corpo
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eterna sarà lode all'amor inviolato
che si infranse racchiudendosi
nelle pene dell'ardita passione
rinata fra lo svolazzar
di libellule di fiore in fiore
pregno di armonie con il creato
abbeverarmi io vorrei alla sorgente
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l'imperfetto sia il silenzio
che trama nella luce dell'ombra
in assenza dei teneri sguardi amorosi
sul corpo mio fremente
ove vorrei trovar gli equilibri dei sensi
pregando alle energie dell'universo
restai nudo riverso fra
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ti sento vibrare fra l'albeggio
sulle colline sparse di uliveti
e il groviglio di gocce della fontanella
che perde sempre qualcosa di sé
goccia dopo goccia
il sole mi scalda la ruvida pelle
denudandomi fino a rimanere immacolato
per
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nei rivoli di vento i passeri sorridono
alla primavera sbocciata lungo i canali
ove il grano germoglia ai sinuosi baci
densi di tenere primizie
dialogando con i papaveri di rosso fuoco
danzano fluttuando con la brezza calda
del primo
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stretti stretti in un batter
di cieli stellati
respiri il sapor della pelle
che preme sui tuoi seni gonfi
di bagnati immensi piaceri
le lingue si sciolgono come le onde
frastagliate sui bianchi scogli
mentre il vento accarezzava
i capelli
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sinapsi d' inguenti sei ravvolta
nelle tue spire mi addormento
dimenticando che sei un tenero virgulto
nata il 21 di primavera
riconosco i lineamenti dell'amor
sorseggiando piccole gemme di pesco
riflesse nei tuoi occhi d'argento
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parlai con gli angeli affranti
del perduto amor
prima che il mattino tornasse
a rischiarare il sonno perduto
-per colpa del cuore suo ingrato-
e smarrii la retta via segnata
nelle idi di marzo di mille anni fa
Carpii le fragranze della
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memori siano le certezze degli astri
che si intingono nei tuoi capelli
fluttuanti sul misterioso oceano
e tracima fra gli sguardi esterrefatti
di quando ci incontrammo
accanto alla luna specchiata
nell'iride dei tuoi occhi su di me
quale
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un'alba perpetua ci avvolse
come miele al chiaror della luna
non ancora adagiata sulle rive
dei monti sonnecchiosi
che ci sorrisero amabilmente
tutto intorno non v'era nessuno
solo aghi di pino profumati di pioggia
e il frinire di
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passavo ore e ore
affacciato alla finestra
della vita mia
squarci di cielo illuminava
la curiosità sentirsi al centro dell'universo
mentre tutto il nostro mondo
scorreva intorno a noi
lampi di rugiada vestivano
le radici ramate di
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rivoli setosi di rugiada
sboccian al primo mattino
nudo di silenzi
lo scroscio del vento tumultuoso
mi rimanda le cose
che non ti ho mai detto prima
le crisalide di petali rosae
si accingono a svolazzar
nell'aria
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accarezzo il tenero amore
sulle onde di liriche poetiche
entrando nel tuo cielo
dove le sembianze di angeli amorosi
profumano del volto tuo
oh mio amor adorato
accarezzo quegli sguardi luminosi
e femminili dipinti
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Invia un messaggio privato a massimo turbi.
Indirizzo personale di massimo turbi: massimoturbi.scrivere.info
sorse la luna dietro le nuvole
greve di timore per l'imminente tempesta
e richiamó a se il mare
esaltando con tenere incanti
la stillante di magia
dell'imperante bellezza
e cavalcando le ire della notte
scivolava dietro i sorrisi
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s'i fossi mia
invaderei il tumulto dei sensi
la passione, il mistero, il dolore
ondivago pellegrinare
nei luoghi e nei tempi
camminando nei suoi silenzi
circondata da alte mura d'indifferenza
che spaccano l'inquieto cuore
fino a
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Bramanti siano
i respiri dentro i miei sospiri
le mani dentro le mie mani
come le stelle intrecciati
nella notte di San Lorenzo
e non dir mai basta di te
finché l'amor esaurirá
le sue frecce nel suo arco
finché la luna
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sommerse parole
negli abissi miei
rinasco ora
insieme all'aurora
che volteggia sugl'irti colli
come araba fenice
respiro la rugiada che scivola
negli angoli della bocca
odorosa di frutti di bosco
e con gli occhi ancora chiusi
assaporo le
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posai il respiro
sulle carnose labbra
di velluto rosso sangue
sognando di averti dentro al cuore
le mani inseguivano
la scollatura profonda
vestita di pizzo color carne
le baciai con ingordigia passione
i seni bianchi morbidi al tatto
si
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la bocca tua mi scalda di prelibatezze
umide di proibito sapore
la pelle mi assale, mi agguanta
mi risucchia, mi invoglia
a donar me stesso
preda dei tuoi desideri.
mi scruti, mi guardi, mi avvolgi, mi brani
avvelenata apside
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voli pindarici nel chiaror
dell'aurora ancor addormentata
mi librai dalla rabbia dell'insodisfatta vita
che mi tenne compagnia nella notte buia
cercai di divincolarmi dalla ferocia
del reagire sotto le emozioni accecanti
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si libra nella frizzante
aria del mattino
essenze velate di malinconia
racchiuse nel'inquieto cuore
addormentato dalla letargica
notte greve
struggenti affezioni
pungono le finestre dell'anima mia
rumoreggiando con tenere
liriche
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sudicia sia notte che mi appare innanzi
legato al sogno di mille volti smarriti
dietro la coltre odorosa di pioggia
lungo i sentieri disseminati di oblio
le lacrime della rugiada bagnarono
le pareti dall'inquieta anima
esposta da troppo
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i tuoi occhi scendono le scale dei ricordi
anfratti poco illuminati
ove risiede il mio essere così piccolo
davanti all'enfasi del corpo tuo
che vibra nella mistica passione d'amore
della tua luce mi illumino
svegliando l'asprezza della
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ricordami come ero infelice
lontano dalle tue pareti
quando dimoravo in esse
vicino al volto tuo
con lo sguardo che non mi Lasciava
mai andar via il cuorr mio
eppur nelle stanze tue
ove il tetto non vi era
era avvolta dai
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avevo la tempesta negli occhi
quando ti vidi sorridere
ad un mio cenno di saluto
occhi grandi da bimba curiosa
stretta in un vestitino leggerissimo
parevi nuda alle mani che sbirciavano
sotto la gonna a quadretti beige
si intravedeva di sbircio
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leggera sei come un alito di vento
di primavera alle porte
quando ti vidi sbocciare come fior di pesco
sposata al velato sole
che rideva sotto i baffi di nuvole
appena sfiorite sulle colline d' infanzia
e smarrii la via della perdizione
il
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circondata da un aurea di splendore
ogni cosa assomiglia a te
anche l'ultima riga delle favole
raccolta nello stagno
delle ninfee di Monet
e ti saró grato per avermi giurato
che sia vera questa nostra storia d'amore
conosci gli
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1162 poesie trovate. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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