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♦ Rita Angelini | |
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massimo turbi
Le 1162 poesie di massimo turbi
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Dolci sono le assonanze a me care,
parlando della luna sempre là,
sempre ferma indicata con il dito,
non tradendomi mai quando uscivo di fretta
per andarci a parlare,
come se fosse
un discorso tra amanti
nell’intimità di una spiaggia
in riva
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Respiro dopo respiro
ti ho sognata una notte che parlavi
dietro lo specchio cercando la verità
nell’ assenza del sonoro
come un fermo immagine
staccato dalla realtà
priva di emozioni
Respiro dopo respiro
ti vengo a cercare
oltre la notte
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sorridi angelo graziato
dalle coccole mai assopite
sorridi occhi che mi scrutano
dal giorno un cui ti incontrai sui passi miei
sorridi avvenente creatura
vestita di organza primaverile
tu che hai rubato i sogni alla piena luna
che ci
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allure poetiche
divampano come fuochi fatui
nel viavai di emozioni
che reclamano le labbra bagnate
sulla pelle bianca
scivolate fino al cuore dell’anima
nei trascorsi pensieri
mi immaginai stretto a te
come i fasci di luce
che legano i covoni
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sognai di essere un respiro
sussurrato dalle labbra
che mi baciarono
sotto la pioggia di voglie
amabile sorgente d’acqua pura
mi saziarono le carezze
lambendo la parte tenera
bruciata dall’inquisizione
della rabbia nell’amarti
contro ogni
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la rugiada lambiva il ciglio della strada
coperta dalle fronde ombrose
lasciando sempre qualcosa di sé
tappeti di foglie ingiallite
che cantavano al mio passaggio
l’aria tersa dietro alle nuvole grigie
m’ inseguiva a piedi nudi
distratto come
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| la voce del mio dolore ha bisogno
di poterti capire veramente
estasiata ancella dello spirito
nata fra le ombre della luce
se piangessi tu verresti a riprendermi
fra le cupe vie di onirici presagi
dopo che le orme del tuo cammino
mi sorprese a
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E de adesso risplendi e ti versi
un cucchiaio di petali di vento
nell’imbuto di un polsino slacciato
giacché ti amai incondizionatamente
dietro lo sguardo di angoli di luce rubate
nella perdita di ricordi colmi di anoressia
la nostra storia
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| m’ assale il dolore
nella sera profonda
della luna introversa
m’ incontrano le parvenze
velate di mestizia
rimango fermo ad ascoltare
s ‘avverte un po di me
quando il tormento
mi prende alle spalle
m’aspetto le paure grevi
che si
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Annusavi silenzi come fossero odori
impregnanti di spiritualità poetiche,
le ombre si vestirono di gatti curiosi
a fiutare pigli ardenti attorno a noi.
Ti baciavo con ferveri occhi diamantati,
acme d’incanti visioni
e campane tibetane fasciate
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Ti accarezzerei come in una liturgia
nel tepore dei giardini delle farfalle
seducendoti nei sorrisi sussurati
tra le viole che ami ascoltare
nelle dolci fragranze netterine.
Ti presi giocando sulle altalene del vento
ammaestrandoti al divenire di
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ed il mare creó la sua donna
a sua immagine
ed a sua somiglianza
dalle viscere del fondale oscuro
alla luce dell ‘immane ardore dei cieli infiniti
la creó in un giorno di tempesta
quando l oceano fece l’ amore
con le stelle luccicanti
la prese
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l’amore consuma
fino alle radici del vento
come una candela
nelle notti di maggio
ti prende e ti porta via con sé
come quando l’aurora
rapisce via le innamorate lucciole
solo i rigagnoli di baci
permangono nei ricordi
rubati dalle stelle
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Canto di te all’alba che azzera
le difficoltà di ogni singolo individuo
in fusione di specchi e finestre scintillanti
di una casa pronta ad aprirsi alla gioia
come unico vento leggero
a dipinger pareti di rossi corpi
intrecciati ad ogni respiro
e
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| La piccola sta sognando
- chimera dolce del mattino-
sotto una coperta di stelle
nel lettone suo adornato
da petali di lillá in fiore
Fammi entrare nel tuo cuore
le disse l ‘amore
bussando alla sua porta
di rosso perlato fammi udire la tua
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si dissolvono le scogliere
alla vista degli aironi fluttuanti
tra le scie luminose
di corpi celesti
incontaminati ricordi
s’ annebbiano velate
tra le grida di giubilo
di vedove innamorate dell’apocalisse
mentre assorto nei pensieri
giaccio
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a massimo turbi.
Indirizzo personale di massimo turbi: massimoturbi.scrivere.info
Sparuta nei grandi occhi
di lava incandescente
racchiusa sei in bocciolo di rosa
odorosa di miele selvatico
ti ho sognata vestita da sposa
dimorante fra i miei solchi inquieti
Immersa nei capelli corvini
l’anima mia si scioglie trame d’
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la rinascita è come rincasare alla vita
e ricorda di quanto tu sia importante
il fulcro e l’ancora di salvezza in ogni episodio
sei vita luce corpo verità e amore
nulla potrà mai separarci neanche se Dio lo vorrà
bramo ascoltare le
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Dormi stanotte sul cuore mio
camminando fra i boschi e l’acqua cheta.
Graziosa ancella odorosa di pesco in fiore.
E senza mai arrivare in cima, sotto questo cielo
ravvolto dai sentieri profumati,
ti dedico poesie che danzano teneri sonetti
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vidi una stella volteggiare
nella chiusa di una lirica riversa
nei bianchi fogli dell’aurora
ebbe paura di svelarsi
ai miei occhi innocenti
cercandoti in ogni dove
conquistando le cime più alte
per sentirti sui miei passi
sempre più
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disseminati siano i pensieri
vestiti dai ricordi d’infante emozioni
ove tutto scorre nell’utero senza pieghe
impregnato di materni odori amorosi
e di viscerali inquiete malinconie
d’ incanto sia l’ amore a legiferare leggi
che prolificano in
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ogni alba era preferita ad ogni sguardo
in cui mi specchiavo all’ombra degli occhi tuoi
librando come piume delle colline autunnali
dialogavo con effimeri ricordi desueti
accarezzando ma non trattenevo mai
la bruma del mattino scivolata via poco
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quante anime ha il mio cuore
disperso com’ero nelle pulsioni acerbe
senza una via di fuga rimanevo annichilito
davanti alla diversità in cui mi riflettevo
vestito dall’autunno imminente
quante ombre avevo nello spirito
piegato dalle insicurezze
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| lo specchio dell’anima si tinge
di azzurri increspati di sinuose onde
frastagliate lungo i contorni di cielo autunnale
e lungo i corsi si ritagliano in levare
piccole vele adagiate sull’oceano stropicciato
si tingono di leggiadri venti
che
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nel profondo divenire
amai la solitudine
racchiusa nelle foglie raggrinzite
dietro ai sentieri nascosti
dall’imbrunire dei vespri serali
e ne suoi silenzi colsi la moltitudine
di sapori inaspettati
ergendomi al di là degli abbracci
mi cinsero
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Odorosa sei di oceani eleganti,
amante di sortilegi appaganti
la bellezza tua sia l’invidiata Venere
che ti plasmò a sua immagine,
dea magnifica anima mia.
Le sublimi enfasi rivestite di stelle
si fondono in affettuosi baci
raggomitolati fra
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brividi di luce
nelle stanze vuote
colme di pensieri
stanchi da rimembrare
parlai al silenzio
dietro alle porte chiuse
dai chiavistelli a doppia mandata
fui prigionero dell’assoluto
gridai la follia
alzando i palmi socchiusi
divenendo cenere
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fa che la morte della luce
non abbandoni l’esile figura
che baciai sulle rive
delle barche rimorchiate
sotto i teli grigi di nebbie affusolate
innalza i pensieri probi
verso i palmi assetati di baci
sempre alla ricerca del candore tuo
tatuato
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sillaba il vento
fecondo nei pensieri
del mar frusciante
dove mia madre mi donò
baciandomi tra i flussi
l’amor pregiato d’essenze
dove fu inghiottita dal fato
più grande di noi
perdendola negli abissi
verso quale luogo
dove non c’è
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ritaglio dal mio grembo
la solitudine intrecciata
ai desideri che si fan largo
lungo le vie strette
che odorano di cose buone da mangiare
ascolto il fringuello
sul ramo invecchiato di silenzi
ed inseguo i frullare del vento
tra le mani che si
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1162 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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