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sebina pintaldi
Le 295 poesie di sebina pintaldi
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Guardala... ha i colori del vento!
Ad esso si confessa
in una lingua consacrata alle orme.
Scorre indomabile!
Respirando
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E correva nel vento!
Si fermava solo sulle interruzioni
di attimi pacati e gesti d'amore.
Si nutriva di istanti
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Lei, la riconosci!
E' marchiata a fuoco dalla solitudine interiore
codificata nell'apparato vibrazionale
quasi fosse la
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Era trafitta da elevate barriere e ponti levatoi.
Se li teneva stretti quasi fossero le chiavi
di un buio schiuso tra i
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Mi fodero di lacci... di vento!
Affinché tu possa avere l'illusione di annodarmi
nella stesura di ovattate nostalgie.
Io!
La clausola congiunta ai fianchi dell'esistenza.
Priva di specchi, di frange e memoria.
Vuoto il tempo!
Ne bevo il sangue
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Sollevo il vento
con le farfalle
partorite dal mio estro.
Lo lascio scivolare
lungo i bordi
della follia conclamata.
Sono satura!
Estrema!
Stagnante!
La fotocopia del mio alter ego animale!
Ossessionata da frattaglie d'illusione
mi cibo di colori
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Sono l'animale da guerra
intrappolato nella spirale del mio tempo.
Ho i capezzoli orfani di sole.
Trafficanti e clandestini
tra le bordure della notte.
Seguitemi!
Io vado a combattere!
Sono spoglia di spada e corazza.
Mi impugno!
Sono un campo
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Lei, non era mai la stessa cosa.
Aveva tra i capelli il moto del vento
e questo le proferiva follia e
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Sapeva suddividersi in tanti pezzi
per trapiantarsi laddove necessitava.
Aveva imparato a non implorare mai nulla al mondo!
E ogni qualvolta aveva dato segni di cedimento
era intervenuta tempestivamente una delle sue tante biforcazioni.
L'aveva
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Le crepe dei suoi labirinti
erano stipate e numerose.
Vi si nascondeva ogni qualvolta
salate stringhe acquose
le solcavano le gote
sino a renderla inerte.
Vulnerabile!
Le lasciava fluire come lo scorrere di un traffico.
Poi, tornava a galla da
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Sono la bestia degna di me!
Mobile e interrotta
negli strappi interni
che odorano di misurata follia.
Ho le fondamenta nel caos bucolico!
E il potere nel morso che succhia la vita!
Mi accendo e mi spengo
come le luci provvisorie
di un albero di
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Toccami nel vento...
Se ti riesce!
Nei rovesciamenti delle sinestesie
che passeggiano in me, laddove mi risucchiano
i risvegli degli amabili deliri.
Percuotimi la silente campana
che ondeggia tra gli specchi interni
della mia peggior nemica... me
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Nel bosco di ombre e sospiri
mi ammalo di calma e sfinimenti...
E mi appoggio agli interminabili silenzi
dell'incantevole malinconia.
L'ora crepuscolare mi stringe le mani.
Mi bacia sulle note del desiderio all'abbandono.
Io non rispondo alle
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Sin dall'acerba intonazione
mi tenni stretta come un dolore avviluppato alla speranza.
Mi proclamai astratta...
Indefinita!
La chiave d'apertura
codificata ai confini della non ricognizione.
Io!
Pur sempre Me!
Un disaccordo di simboli e
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Mi genero ad ogni alba
con il susseguirsi di vertigini inabilitate ad amare.
Io, un fenomeno smarrito
lungo gli orli dell'angusto sentiero...
Divengo la conclusione conclamata dell'infinito principio!
Sono lo schizzo di un desiderio
depredato
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Si codificava nell'incanto
di saper rinascere ad ogni ora.
Moriva!
Negli struggimenti appartati
tra il peso delle sue inquietudini.
Si eclissava negli interni dell'inconfessato profilo.
Poi timbrava la sua fine!
Con la promessa di far ritorno
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a sebina pintaldi.
Ingoio la riga ironica
di una misura inesistente.
Opulenta e fertile
divengo frantumatrice di schemi.
Io, il codice rotto di un dramma
dal contenuto alchemico...
Mi divulgo indisciplinata e stupefacente
lungo l'asfalto di esistenze
esattrici di fervide
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Mi trasformo macabra e rovente
durante l'inseguimento
del mio fermo- immagine
nell'altrove fatalità.
Sono vigile.
Il soprassalto di me stessa!
Sommersa dall'esatta percezione
annodata nell'invisibile tangibile.
Obbediente alla
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Confluiva lungo vertiginose pendenze di luci e ombre.
Ogni tanto si celava tra le remote note di un altrove.
La duplicità della sua natura non era dovuta ad una strategia!
Era istinto di conservazione!
Lì, in fondo agli angoli della
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Si erano sistemati alla buona
nel sottopelle del nulla.
Loro due si definivano il "Niente."
Intanto che si guardavano negli occhi!
Intanto che consumavano l'istante!
Poi sorridevano al soffitto inesistente.
Ignari e inconsapevoli
di
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Erano occultate finestre nella notte!
Si espandevano e si davano l'un l'altro.
Squarciavano il cielo come eccitante ferita...
per poi
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Inciampai per distrazione
sul filo tremolante
di un battito inatteso.
Un po' per rivalsa
o forse per paura,
mi strinsi alle notti
senza sonno... senza fine.
Solo così, io non andai perduta!
E mi affermai nella vita
come l'imprevisto
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Mi dilato!
Per potermi annodare ai silenzi dell'intima corteccia.
Qui... non esiterò ad abbracciarmi!
Per assicurarmi che io ci sia ancora!
Nonostante gli ardui scivolamenti
lungo i labirinti dell'irto dolore.
Poi... mi rastrello imparziale
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Si trafiggeva di amori incompiuti!
Penetrandosi la carne
sino a sanguinare inquietudini e tempeste.
Li attraversava!
Quasi fosse la
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Spengo le luci.
Voglio cogliermi
essenza allo specchio.
Porgere l'orecchio
all'ansimante malinconia
racchiusa nel mio occhio.
Fruscii d'esistenza
mi spalancano a cieli liberi
e ad accordi misteriosi.
Credevo d'essermi perduta!
Ed invece fu
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Nella dimensione del sacro volo
ella ritrovò la tempra
che le permise di cambiare direzione.
Folate di vento salvifico
la estirparono
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Afferrò la chiave del suo cuore senza esitare.
Le adagiò sull'orlo di un abisso.
Tornò a
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| Ho un cappio all'anima!
Annodato ai morsi del peccato
che non trova pentimento.
La sua stretta mi apre varchi di follia!
Essa si
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| Lei era un miracolo inopportuno!
Avveniva nel vento e nei travagli del mare.
Ricordava un fiore malevolo!
Il bassorilievo dell'espressione selvatica.
A volte era liquida!
Estesa!
Un urlo inaspettato!
Era la pioggia interrotta da un ipotetico sole.
Si
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295 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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