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Cristiano De Marchi
Le 280 poesie di Cristiano De Marchi
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E' un disperdersi d'aria
libero e impetuoso
etereo nel suo mare
dove anch'io volo
mio dio se volo!
Lieve è il planare
che s'atteggia verso il futuro
senza distrazioni
senza scivolose decisioni
simili a bucce di banana.
Pazzo
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Voi
che cercate l'autunno
rincorrete perennemente
gli umori dei piangenti salici
non trovate mai primavera
ma un caldo improvviso vi ghiaccia
lasciando i pensieri al buio
questo è l'obliquo scontato inverno
si perché
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Alle sette di sera ti stendi
accovacciato sul lembo di un sogno
pretendi un canto
attendi il momento.
Aspetti ripide rapide
il fatidico giallo tramonto
che libera i sensi al vento
sbalzellando invano
trascinato dalla fisica del suono.
Ti vivo
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Quando le cicatrici bruciano
e i tatuaggi più non si comprendono
l'inchiostro non avrà mai colpa.
I tagli non saranno sfregi del caso
mentre i segni sulla pelle resteranno
le ferite sterili ritorneranno.
Non c'è medicina che
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Mary sapevi d'esser una canzone,
sapevi di valere più dell'oro
e d'esser fragile come un povero pensiero?
Mary che m'accompagni
poi sorridi e non ti vergogni
i tuoi tramonti saranno sempre immensi
Mary che hai un figlio nella
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Disse la poesia al poeta, scrivimi!
Benedici l'alveo del tuo dolore
straripante come piena inattesa.
Scrivimi porgendo l'anima
al cospetto del sentire
e poi taci.
Nel silenzio
avvertirai i miei rumori
e la tua penna,
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Tra luce e chiaroscuro vedo
quasi in silenzio t'osservo
se non per brevi respiri
immaturi e fragili
Descrivo il sapor di cedro
quello scottato
che invade la stanza
un po' più ampia
un po' più scura
sarà per il
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Differente uomo
ma uguale anima
vibra atomi
da sempre
perennemente potrà
in eterno
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Cambiano le stelle
e le stagioni esplodono
perché gli inverni muoiono
e i sorrisi nascono
cambiano le luci
ma solo per finta
perché il tempo è residuo
e tutto sarà un risultato
cambiano i pensieri stanchi
e i traditi
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Le Cicogne hanno smesso di migrare
il loro cielo è terminato,
hanno smesso di volare
tra inconsci turbinii di pensieri.
Le Cicogne attendono nel nido
osservano il tramonto dei colori,
sicure nel ritorno della luce
come l'onda di riflesso
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C'è un momento nel pensiero ove è richiesta lucida follia
quell'istante che cambia le regole del mondo
proprio lì
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Sapor di zenzero
sul cuscino ancor sgualcito
abbandonato e stanco
immortalato nei colori
di una notte a vuoto.
E mi son perso
nelle tracce di un lenzuolo
ancora muto solo stropicciato
magia d'un semplice pensiero
bastardo ma sempre
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Quelli che assumono forme strane
scivolosi sdraiati uguali a sabbia
polverosi nei concetti pronti a volare
scambiano idee con sguardi
trasformano pensieri ormai asciutti
e non sanno del sublime odor di pioggia.
Cristi erranti avvolti in scuri
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Fissi l'orizzonte come se fosse riga
tracciata con la penna d'uno stolto
riscritta con la carta copiativa
di chi m'ha descritto tenero il destino.
Ti odio breve piccolo ignorante
rimani sul tuo ciglio e sulla strada
armato d'una frase
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Artista
e le tue poesie?
Ostetrico di sera
m'aiuti a nascere
amante appassionato
avido innamorato.
Artista di cuori e picche
giocatore incallito
semplicemente soffri e piaci.
Poi le tue luci i tuoi baci
e le carezze infinite
il sapor di
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Ora il tempo per pensare
è tuo
per poco
per sempre
è tuo il -mal dell'inchiostro-
è mio il dolore
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Invia un messaggio privato a Cristiano De Marchi.
Il corpo mio non interessa
sformato di pelle
ricoprente ossa e muscoli
no
non giova al mio alto gradimento
Il senso è dentro
nascosto e presente
campanello d'allarme
acceso e spento
vivo e morto sempre.
Serve forse
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Ho combattuto
ed è tanto
ritenni di poter vincere
ma natura e sorte
studio e sforzi repressero...
E smisero i pensieri di pensare
e ali leggere di volare
perché lui solo
non fu mai solo
se non condotto verso bieco
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Voi
grandi navigatori
portate versi e racconti
storie fragili e poesie
narrate il nostro esser umani
così piccoli esempi inconsueti
Voi portatori
raccontate chi siamo
marmaglie d'atomi compresi
tra quel tempo illusorio
che sfiora il
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Dondola appena la metà appesa
simil viva come carne ascesa
il carminio rosso intriso impera
sui frutti accennato è vita vera.
Trafugato d'ocra e il tenue giallo
distesi al caglio fin nel dettaglio
sfumato verde del curato
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T'accarezzo tempesta
mio unico vento
che sprona l'inverno
evocando primavera.
L'astro è passato
tra ali che bramano il volo
fluttuando sul mare
come l'onda che s'apre
ventaglio del naufrago pescatore.
La vela maestra è
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Mai ti capita di veder quei numeri
consecutivi
uguali
o forse simili?
E qui sospiri
trascendi
ti sorprendi
quasi al massimo
sono epidermiche emozioni.
Simboli
o lettere incomprese
pensieri angelici
occasioni perse
messaggi
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Servono passioni
ove usar magia
e il gelo della mente
per intrecciare corpi
come nodi ricamati.
Serve la tua bianca anima
per confermarmi diavolo
e non pagare pegno
nelle scommesse d'amore.
Le parole sono litanie
allieve che mal
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Scaglia il sasso
tu che non hai colpe
dipinto come ritratto
fermo e vivo.
Lancialo lontano
per non colpire invano
l'istinto futuro
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In quel tempo
tutti credevano all'unico mondo
disperso nel finito
che era spazio troppo immenso.
Credevano d'esser soli
intrisi nell'amalgama poetica
nati e all'universo consegnati.
Credevano nel ricongiungimento
dei popoli portatori di
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Si fece giorno nei suoi occhi
scoprendo il cielo vicino e terso
come il sorriso di chi acceso vive
la prima fonte d'inesperto amore
e tutto cambiò forma
là dove il prato si vestì di quiete
utile ai sospiri ceduti al
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I poeti sono ciechi
inciampano sui gradini del pensiero
e poi chiedono scusa,
non ascoltano i cuori vuoti
li sporcano d'inchiostro
e poi li asciugano,
ben educati
non toccano mai i silenzi
li descrivono.
I poeti non annusano il pericolo
ma
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Di nessuna specie sono
l'anime erranti e sole
vagabonde e insolite
rare figure libere
incurabili filosofie sperimentate.
Restano in attesa girovaghe
annusando i profumi di strada
attori di storie incredibili
futuri reperti incompresi.
Loro
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Il Do assesta l'anima
perché il Re poi la diffonda
il Mi è pensieroso
sul Fa che lo comanda
il Sol toglie la
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Impastati ibridi e soli
scolpiti dai venti
siamo pensieri plasmati
levigati e scritti
lussureggianti oasi e miraggi.
Volano granelli e atomi
sparsi e confusi
mimetizzati al sole
tra croci Ankh
nel perenne ciclo di vita.
Conserviamo la
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280 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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