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Cristiano De Marchi
Le 280 poesie di Cristiano De Marchi
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Quella strada che dall’oscuro bosco
porta giù al cristallino mare,
curva e ricurva t’offre
vision pura sul cammino d'affrontare.
Strada di viandanti senza meta alcuna
o preziose figure dall’amor fatale,
scossa e percossa porge
mille alti
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D’oro e diamanti, luce infinita,
s’appresta la vita a divenir eterna,
l’amor palpabile ormai è gloria
carezza sublime di mano materna.
Platino e pace circondano l’uomo
fluttuante pensiero di genere innato,
desiderio plasmato in arte
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Sempre d’attimo vive l’anima
trasmigrata tra lingue di vento,
limbo definito di stallo,
e miriadi di lapidi incise d’argento.
Prati dipinti in asettiche sale
pazienti in dolore
sommessi nel canto
vivono,
nell'arco d'attesa,
solitari
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Basta quell’attimo per fuggir l’eterno,
che non so cosa sia
vivente oscura, intima poesia.
S’apre la porta degli inferi
ove malvagie figure attendono
mortal ed ultimo sospiro ...
vegliano!
Trasporto l’anima altrove
attraversando il fiume che
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Respiri e aspiri
nei languidi istanti
decidi.
Del meraviglioso esistere
sogni indefiniti colori,
comunque stabili.
Sono eterni mutamenti dell’essere,
tu,
che mi conosci,
vivi per amore...
Spazia oh dea l’arte del
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Vento
che di cesello scolpisci l’anime
in sinuosi rituali d’amore
arditi i disegni gorgheggiano
nel tuo eterno vigore.
E poi tempesta
che improvvisi e raccogli
spargendo quel seme di vita
arruffi e confondi ricordi
in mistica desta
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Alquanto ardito commentar
la vita
se non per segreti rimpianti e
fulgidi intimi sospiri...
Così,
trittico è il tempo,
se ben lo osservi,
perciò vivilo!
Mai ti troverai solo
nell’affrontar il domani
se con oggi
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Per me, solo i tuoi occhi,
forse anche le tue labbra,
ma poco...
d’altronde fu solo un bacio!
Poi,
sciolto nel sangue del continuo ribollir,
lui,
fece il tuo gioco.
Mal capitato amore
giunto alla dimora
così,
quasi per caso...
E
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Puff...
nella nuvola
di bianco profumo vestito,
attraverso ricordi
esili, semplici...
d’etereo talco annuvolato.
Puff...
sulla pelle,
si...
scivola sensibile
verso l’infinito,
intingolo magico
d'ultimo sospiro.
E poi puff...
cadendo
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Spento, spirato, morto
io,
cavalier Templare
piango.
Ogni cosa si cristallizza
nella divina luce
custodita.
Amo e vivo l’eterna pace
nell’infinita bellezza d’una nuova luna,
io,
figlio di questa terra
d’energia universale,
vivo.
Mistero
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Vesti un vestito
di fronte allo specchio
attendi che parli
a desiderio espresso ...
“Specchio specchio delle mie brame
orsù dimmi
cosa vedi in queste trasparenze vane?”
Gioiosa e serafica,
da sola rispondi ...
ridi un riso
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Mai conobbi il nome di quel frate
piegato a sacri libri d'antichi saggi,
in oscuro tempio del pensiero
che umana forza volge l’intimo più atroce,
perché stolto, chino, e quasi cieco
azzanna sol passioni della carne.
Avvitata
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Rimane la coda a far festa
nei sobborghi di un cielo
imbevuto d’amaro,
vanitosi ricordi
dello spazio sanguigno
che ridono arcigni
colmati da un sogno.
Parlami bieca
piegata dal male
che vivo
che t’amo
nel tradito Natale.
Ho piaghe
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Da quella fioca luce
pochi appunti incido,
nel vento, tra infausti lampi
infiniti scrosci a me confido.
Ancor del suo viso candido
puro ho il ricordo,
della perfezione nel mio progetto
in aulica armonia il pensier si muove.
Ma ella non
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Si ...
trafitto il pensiero
d’ogni forza creativa, le mani tremano
quasi a voler disobbedire.
Oh, freddo e inerme marmo!
Vellutato il tintinnio
e il martellar impetuoso,
sul tuo creato!
S’arresta il tempo
singolo spettatore,
mentre
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Son stato vento
nella tempesta,
destriero alato
d’odio vestito.
Son stato acqua
nel mare antico,
trasparente fonte
d’un canto amico.
Son stato luce
nell’oscuro manto,
un cielo spento
d’immane pianto.
Son stato morte
nel cuore
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Invia un messaggio privato a Cristiano De Marchi.
Sei
come l’albero maestro quando
il vento spira,
-immensa-
Quell’unica risorsa che di sete spera,
silenzio di brevi pensieri,
impavido ricordo d'umana essenza.
Valico ogni attimo
e di passione vivo,
minimi desideri
che d’amor
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Quella fiamma che silenziosa accende
e s’accomoda nel tabacco bruciato,
quella fiamma che impavida arde
appiccando il fuoco al presente.
Rossa la brace attende
il respiro d’un pensiero invadente,
soffiato come vetro creato
dall’estro dell’ultimo
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Segui
con un dito tra le stelle
punti che uniscono immaginarie linee,
vivi il tuo disegno
formula di un sogno.
Mente eccelsa che si stacca dal "finito"
per viver d’infinito.
I numeri si infilano come
educati puledri
nel recinto
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Le stagioni s’amano,
come tesori nascosti si cercano,
si confondono.
Le stagioni si rincorrono
bramano d’arrivar prime...
poi si perdono.
S’azzuffano, si picchiano
si cercano, soffocano, si mischiano.
Le stagioni vivono e muoiono,
ridono e
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Respiri dall’orizzonte un sole
geometrico segno di vita
desiderio del sogno che duole
nel viver un’esistenza ambita.
Spettro di silenziosa luce
lenta dipana i contorni
d’un fiume che muore alla foce
perfetta sintassi dei giorni.
S’ambientano
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Frastornato galleggiante nel nulla,
senza alcun rumore,
mentre il silenzio culla
si galleggia sospesi nel nulla.
Nessun tempo varca soglie definite
un passato evirato dall’esistenza,
di un presente il lacero sibilo,
sul futuro parole
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Al di là del campo fiorito
solo e piangente un salice vive,
curvi e ritorti i suoi rami proteggono
il leggero riposo del mio primo meriggio.
Antico amico dalla fitta chioma
scrigno segreto di fervidi sogni,
d’infiniti versi sei severo
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Dolce minuetto è la tua musica
sempre libera tra stelle di stelle,
Tu sei così, una donna sola,
stella di mare e puro diamante.
Tra lacrime di Marzo
i tuoi uomini non cambiano,
mentre ora sei lassù
dove non finisce mica il
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Fogli bianchi mi lasciò un poeta,
segrete e gravide esistenze.
Figli di passione vorace
bramosi amanti di eterne notti,
piani antichi sui quali incidere
laghi vuoti pronti a ricevere.
Sacre sindoni immacolate
rifugi plastici di
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Come l’alveo del fiume serpeggia
tra l’oscura foresta pluviale,
ricordo il tuo profilo sinuoso
sfiorato da un sospiro di sole.
Lenta scorreva la piena
maestosa nel suo divenire,
nei tuoi occhi il riflesso dell’acqua
bramosa nel giungere al
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Plana l’airone sul bordo del campo
stanco e silente nell’ultimo volo,
figura riflessa dal cinereo manto
plana l’airone nel fulgido assolo.
Disegno del cielo, figura amata
volteggi sicura di tempra vestita,
purezza d’animo, Vesta adorata
eterno
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Ho vegliato tutta notte un fiore,
di nascosto, dietro al lume,
lo volevo veder sbocciare.
Per ore a sperare
nel silenzio del mio silenzio,
fingendo di non guardare.
Non era ancora un fiore
ma un timido bocciolo,
volea tener segreto il suo
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Invasa e straripante la mente
in accesa armonia onirica,
nel buio isolato di una notte
arcigni pensieri... respiri.
Immagini si rievocano dall’ignoto
tetre condottiere di pure emozioni,
come canti al vespero attendono
quel magico ingresso del
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Dei sette Angeli
con quattro Cavalieri,
dei sette sigilli il regno
delle tenebre il vanto.
Nei dispersi meandri del tempo
assoluto e inerme è il mondo,
quando giungi
l’occhio gravido guarda,
cieco, instabile
violentato dal
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280 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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