Non merita lo Cielo 'l nostro amore,
ché i suoi eterni spazi luminescenti
non ci darebbero d'amor dolore...
Tra i dannati brucerém beati, noi,
tra intrighi e scanni e traditór violenti
moriremo ardendo nel terrore,
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Mi ritrovai per una istrada,
un dì di que' tanti passati,
lunga e torta, costeggiata d'olmi,
tra le troppe nubi immersa.
Per quella istrada s'apprestavami
una stramba forma storta,
oscurata dal chiaror del sole,
tal che d'egli i'
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Come in primavèr la rondine s'efface 'l proprio nido,
Così l'uomo s'erge, erìge e 'mpone il suo edificio,
Sì che nullo par dell'altre fier giudicio,
Fier ch'al fèro uom fan guardo infìdo.
E a valle, a
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A grampassi, per la via,
cade la pioggia, celermente,
ghiaccio e polveri i nembi violenti
contro le genti scaglian possenti.
A grampassi muovo, celermente,
capei grondanti, smorfia cruda
a presidiarmi il viso,
e passan gl'altri,
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A lo lectore:
percosa leggi?
Legàti in codest'orbe
che di metallo e ferree corde
gli homi avince.
Nulla di nuovo pot'ètre detto,
non de quì dentro.
Tutto è sempre, quì, lo stesso.
L'arte e il contra
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Dorme,
dorme la terra,
arida e spoglia,
e sogna di sogni oscuri;
e dormono i monti,
dormon le acque alle fonti,
son quieti, quì, i cuori più duri.
Il sonno ci ruba la voglia,
acquèta ed assònna la terra,
e tutto,
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Insieme,
nel giardino incantato
in cui i sogni più scuri
si veston d'amore e bellezza;
uniti per mano
laddove pian piano,
piangendo, dal fragile seme
germoglia la nostra certezza,
laddove persino i più puri
conoscon l'averno
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Due ombre, due umani,
l'un alto e l'un tarchio,
mi vanno dinnanzi;
due corpi, soldati,
or marciano a lato,
ma van piedi scalzi.
Due òmini dietro,
ne ascolto il respiro,
mi paiono cani,
finché non li miro;
a destra due
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E Marte scese in terra,
e morte vinse il Fato,
e immantinente vi fu guerra.
Sparta fu abbattuta
da mostri, fauni e servi,
crollato il grande muro,
sfondate le auree porte,
perduto il re, ucciso il regno.
Nulla asservì il virtuoso
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La morte, che ossessione!
Che cosa temi, verme,
tu che strisci lercio
tra sudicie fogne chiamate città?
Pregherò affinché tu muoia,
ché potrai dacciò
trovar sol che di gioia!
A te, illuso re leone,
a te,
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Knight, lo cavalier perfetto
Ch'all'ombra del mondo
S'annida, insetto,
Giustizia cercando;
Il cuor nel petto,
Nel buio più fondo,
Avvampa di getto,
E allor, maledetto,
Knight, lo cavalier perfetto,
S'appresta a far lume.
Knight,
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Invia un messaggio privato a Mr Taarces Caifmonac.
Inermi nel tempo
vaghiamo pei caldi sentieri,
Congiunti nei palmi,
E vivi,
Silenti,
E nel gelo del suono
Parlano i cuori,
E narrano amori
Nati ben saldi,
Veementi,
E lievi sospiri
Ch'al minimo fiato
Divampano lievi,
Leggiadri, potenti,
Che
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Saziami,
Di sguardi vivaci,
Di spiri ansiosi,
Di caldi abbracci,
E versi leggeri,
Di baci voraci,
Di palpiti ròsii,
Di capei e di lacci,
E dei tuoi pensieri,
Saziami, saziami,
Saziami,
Ché immensa è la fame
Ch'attanaglia
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Perché scrivo? Non importa...
Riempio simboli, parole,
d'acqua sporca,
d'urla d'animale;
la mia ragione è morta,
morta è la sua prole,
condannata ad una forca,
ed io, qui, che scrivo "Male":
Male, certo. Non
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Cerchi di luce,
o forse d'energia,
circondano le stelle,
mattoni e calce d'universi;
stringhe di magìa,
materia e nuclei inversi,
cerchi di luce
tra un uomo e la sua pelle...
Rimbombano nei secoli
e tra luoghi sparsi
turbini di
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"Watch now, now on this Earth:
On those lives th't burn in love;
On theese heartz th' sin of Death;
Look at this, th's end of god.
Black's truth, Black's colours,
Any more than a reflex is White,
Any more than a mirror, a reject of
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Amor, ch'ì cuori infranti spesso accendi,
Non vedi il tramontar dell'alba scura?
Non senti il suon del riso degli amanti?
Se con triste volto arrivasse dòglia,
Potresti allor ridargli, in tua premura,
La morta passione e l'estinta
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Sedeva un tempo all'alto seggio
Rubèl Lucìfer tergo alato, 'l peggio
Angelico in bruttezza ch'Iddio reggio
Ha generato; intra tutti i' veggio
Il bel Lucìfer dominar, e inneggio,
E l'antico suo splendor riecheggio.
Non
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Rema il pescator
Tra l'onde del mare,
Rema, urta i nervi,
Irrita i sensi,
Innalza la vela
E sfrutta la mera
Corrente.
Corona d'allor,
Arme d'acciaio e
Ha il cranio di rame;
Rema, s'annerva,
Addita la preda,
Ritira la vela
E stende la
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Il grigio insieme insiste,
L'opaca gèa di ferro
E acciaio e calce e legno,
Tra sassi, pietre, selci e rocce,
Calce nera, umido impasto d'umane usanze;
Tetra è la stazion volgare,
Tetri treni, panche e piste,
Tetro il volgo - se non
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