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Laura Chiarina
Le 213 poesie di Laura Chiarina
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| S'alzano,
dal precipizio
della memoria,
afonie spesse,
tagliando, di netto,
le acuzie del dolore.
Stesa,
sul
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| Tutto accade.
L'ineluttabile,
il programmato:
se
una- rondine- non- fa- primavera
i quattro cavalieri
non recano sventura.
La latitudine
dell'inganno,
pizzica come corde d'arpa
le yeld curve:
bellissimo trastullo
il debito
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| L'idea di me:
negativo
fotografico,
giocherà di sponda
anche stanotte,
con l'immagine.
Sul tappeto,
fruscieranno veloci,
perfette bocce
- teorie -
andranno a segno
- in buca -:
(non c'è mai buio
sufficiente per lo
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| Cercando
il senso,
sbianca la notte
in ossimoro:
muta di lune
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| Così, si consuma
il giorno:
puntellando
mistero ed evidenza.
Superba abside
-
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| Salva dall'incerto,
dondolo nel canestro
delle consuetudini,
ha misura e moto di stagno
il mio Nilo:
disperando il delta,
s'è dilatato il viaggio
in ramificazioni
- visioni -
S'aggregano
scintille di silenzio
formando
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| Su giorni insolenti
e chiasso greve,
silenzio,
rompendo l'ampolla
(in un boato)
s'espanda:
scopra il
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| Arde l'innocenza del Credo,
l'eroica pace del seme spaccato,
nascosto al vagito del filo d'erba.
Come la notte
morendo
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| Decifrare
il tuo sguardo,
è sfidare la soglia
della
venticinquesima ora.
Non vale lo sforzo,
- ma -
l'abbandonarmi
al tuo linguaggio
d'onda.
E non c'è pace
più misteriosa
di questa,
che sorprenda
ogni mia
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| Nella colatura
d'orizzonte,
s'è avvitato fiacco
- laterale -
ora s'impasterà
alla notte gommosa,
l'ultimo pensiero
di oggi.
Eppure,
Il profumo è di salso,
mirto e viburno
sul cuscino:
là fuori, nel
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| Tra
smarrimento
e sapere,
l'ampia distesa
della fantasia.
Dove stupisce
considerare
risultato
la somma dei contenuti
tra parentesi;
dov'è naturale
sentire la musica
dei colori e le parole
nascono e muoiono
senza suono:
(distanza
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| In fondo, basta poco:
il calore che irradia
dalla tazza
i vapori della tisana;
(il movimento accorto del cucchiaino,
deve sciogliersi lentamente lo zucchero, senza rumore);
è l'ora tarda
- o giovane -
attendo il click
(il rumorino
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| Vorrei sgranare
il cielo stanotte
ferirmene.
Avere per sempre
una stilla venefica,
lenta e sicura:
nelle
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| Qui dove degrada
lo sguardo sulla
dolce piana
e il tempo lieve
depone le sue polveri
Lei, riposa la sua Arte.
Chissà se pesano
le ombre più di questo
severo marmo
chissà se la sua voce
recita ora l'atto unico
della soave
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| Un ciuffo viola
- caparbio -
tra le lanceolate
culle dei mughetti,
smentisce
sia vana l'attesa-
Muffe dipanano
ghirigori di sole.
L'inerte muretto
ha mutato la mappa:
sfreccia (guardinga)
lucertola, tra le croste
o
la sua memoria di
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| Perfino l'ora assolata
chinò il capo;
come la terra,
stordita dall'esplosione
del giallo.
Furono dita stellate
occhi di cieli,
Pensiero:
(più veloce della luce, più rosso dei capelli)
a riempire l'Universo
di
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Invia un messaggio privato a Laura Chiarina.
| Lì,
ti voglio,
a segnare il punto
dello smarrimento;
fasica, inquieta
ad illuminare
un minuscolo borgo
di stelle.
Posso gonfiarmi
di stupore - ancora -
nasconderti,
tendendo l'indice.
Il desiderio d'altro
- come vomero
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| Blindarti nel cuore
in sublime sostanza,
dispera
la mia guancia destra.
Tesa nel ricordo
dell'aurea pisside
- forma perfetta -
conca del mio
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| Com'è affamato
il buio stanotte,
cala nelle vie
zigzagando:
è solo reazione
- condizionata -
un riflesso di luna
(lì,
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| Imprime ritmi lenti
la notte:
domina
con fluida movenza
ridde di stelle smaniose.
Ingiurio il mio corpo
- il suo centro focale
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| Sono, del fiume
esondazione,
ritorno calmo
nel proprio grembo;
impulso
- dissoluzione -
lo scorrerti dentro
mentre mi attraversi.
Reali, il candore
delle pareti
la tenda scossa
dall'alito d'alba
e
le contrazioni lente
dei nostri
leggi
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| Claustrale perimetro,
m'intride d'Essenziale.
Sfioro l'incipit:
la Libertà - il Fine -
Nel possesso di nulla,
densità d'Essere.
Sento la collina
ebbra di pioggia, innervare
fidenti radici:
(sarò acino tra i pampini
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| Vedo ammassarsi,
orridi gangli
- raccordi -
tra progresso e regresso.
Proseguo,
dissociandomi,
dissociata da me.
Azione e pensiero
- slogati -
divergono:
sdrucciolevole
giustificazione,
fluisce
via, con l'esistenza
e le mie ore
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| Voce, di notte
che s'espande,
altro io non sia
che silenzio fondo:
sesta vocale,
membra, del tuo
incorporeo
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| Tra il vomero e la terra,
attimi d'esistenza vivono,
io, non sono.
Volge, ordinato,
ad ore scriteriate,
il giorno.
Notte m'assolverà
dalla dimenticanza:
di me.
dimmi,
ho forse lasciato
segni?
E' la foglia,
morendo,
a
leggi
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| "Gnothi sautòn"
Apollo, avevi ragione.
"Nosce te ipsum",
"Conosci te stesso".
Che siano esistite
iscrizioni su roccia,
per indurci a capire
i porsonali limiti?
Mezzo secolo
consumato
a cercarmi.
E
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| Defilano giorni, ripiegando,
quasi a non voler far massa,
con l'esistenza al condizionale
che m'ingabbia.
Riesco ad usare il volitivo:
non voglio volere, né sperare, o sapere.
Solo immaginare.
Così inizia il commiato,
né
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| Lottano sguardi,
come scogliere
in tempeste
magre d'acqua;
resistono,
alla calma
insopportabile
del dopo.
Fondo e rosso,
arterioso soffio,
il tuo silenzio,
ne muoio, rivivo,
piegata da
ortodossia d'amore,
pagana e salva
per te:
mia
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| Quale,
il senso d'un tempo,
cui non riconosco misura:
scandito da acuzie,
da blu che s'accende,
riversando dolcezza
in falde roventi.
Quale,
il senso di sofferenze,
cui origine non riconosco,
se non in colpe:
lapilli d'un caso eruttivo
-
leggi
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| Vengo da te.
Sgretolando i respiri,
lo sguardo fermo
su ore arroventate,
immobili.
Vengo da te,
arrampicando
monocromatico
nulla:
come al pozzo
una beduina;
vengo nella tua notte,
nella eco prigioniera,
dolente di blu
e di
leggi
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213 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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