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♦ Anna Di Principe | |
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Willy Zini
Le 277 poesie di Willy Zini
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Cinque figure di cani
o forse di tigri si fondono
feroci ed enigmatiche
nell'etereo orbe bianco
scrigno dell'ossigeno e dell'energia.
Un'altra massa di cinque
o sei fiere sopraggiunge dall'oceano
tumefatto, in un nodo di maree di nuvole
di
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qua qua qua!
fumo di smog
null’altro...
qua qua qua
teste lucide, che si sono
vendute all’opacità
Qua Qua Qua!
quale prepotenza accusereste
nella stella cometa
che si pavoneggia della propria scia?
Vi ascolto traboccare
dai vostri
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Bisbigliare sordo -
erano vortici i pensieri, la testa
dormiente e la Visione
reale.
Era San Filippo Neri,
il "giullare di Dio" che sospirava
nelle mie orecchie
parole, formule e farfugliamenti
simili ad una preghiera
a
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Periodici pensieri
assalti frontali, culle dei ricordi
spodestate reami
Calpesto mille foglie, gusci
tronchi, emozioni morte
Musica il cervello
Ronzii, tonfi, tremori interiori
diaframmi- diamoniche, ghiandole lacrimali
e tanti linguaggi NON-
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| Ho visto un elefante
catapultarsi verso l'oltre
la notte baluginare
tra le fini stoffe
Fiotti di anime capaci
cumuli di cadaveri rapaci
Lento chiarore ardere...
Ho sentito il mio Fuoco
Silenzio Silenzio Silenzio
Ninfe quadrupedi
è
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Piove, là dove non c'è
più futuro, tra gli oblò
e gli oblii il fiume s'ingigantisce
ricordando il suo perenne fluire:
è prospettiva, solo prospettiva
questo vivere limitato.
l'ozio drogato imbriglia
le
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Contemplato nella pupilla
della luna e inesorabilmente
calamitato al puro moto
irrazionale
è un pugno di pittura il cervello
le mani materia purificata
tengente il verso
del pennello della forma...
Potenza pittorico- cerebrale,
il
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Tralucono in Tv guerre sante
pedagogia della paura, homini sapiens
sapiens ora carcasse australopiteche,
la culla dell'occidentale genialità lustra
le scarpe impomatate dei banchieri
che ormeggiano questo Leviatano odierno
arido e
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Ultrasuoni grillici
e nere nubi
scarabocchiano
mature speranze
d'un domani
che sa d'origine.
La vera beatificazione
è autentica solitudine,
ma grevi e profonde
rintoccano le campane
del cervello dell'addome,
nelle ugole
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Ho perso i ricordi
e ricordando sono.
Rintocchi flebili
rincarano l’assurdità
del noi e qui e ora e quando:
smettetela di parlarmi
striscianti vuoti di pienezza.
Nelle frattaglie
delle lune crescenti
partoriranno nuovi peccati
nuove
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non sentite più
il lieve sospirare
del filo di vento
del vostro respiro?
è una sottile membrana
che ci distacca
dall'assoluto,
come nel grembo
eterno e materno,
la barriera epidermica.
Alle volte rivivo ancora
l'ingenuo
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| Incoscienti schiavi del domani
accogliete le mie futili rovine,
non che rappresenti
un mondo meno vergognoso,
ma l'ennesima fine
del sempiterno Impero.
La decadenza
sfugge al controllo
del divino architetto,
tra le crepe della terra
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Sfogliando le pagine
dei ricordi
riaffiorano barlumi
d'essere
e del mai.
Come le infinitesime
sigarette spente,
s'accartocciano
i lineamenti che un tempo
arsero.
Così i sentimenti invecchiano
e rinascono,
così le sfingi
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| l'erroneo scultore
ha modellato materia
nitrir di cavalli
bambini!, (è sera).
torno al domani
tra sguardi e disgeli
colgo l'eterno
ebbrezza di ieri.
è perso nel nero
il sempre straniero,
all'origine dell'origine
il sempre-
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| Ciò che spaventa
la divina cupola dorata
è l’ardore del sentimento
animale e irrazionale
Tutti a considerarsi normali
dispersi nel gregge
“illuminati” dalle botte
del bastone pastore
Siamo incongruenze matematiche
dobbiamo
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L'ispirazione
coglie sempre
il culmine della notte,
come le note islandesi
e ghiacciate
Vittoriose Rose.
E il dono dell'arbusto
è di curare e nutrire,
le innumerevoli braccia
protese verso l'alto
pronte ad abbracciare
tutto
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Willy Zini.
Indirizzo personale di Willy Zini: willyzini.scrivere.info
Codificare lettere
non è sinonimo
di manipolazione
della realtà
Codificare esistenze
non è causa
di futuri migliori
Codificare sentimenti
non è garanzia
di universale
giustizia
Allora è chiaro
come il
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l’anima in lotta
respinge per sola dignità
un ammasso costante e sordo
di piccole particelle di pensiero
amorfo e misantropo
nella più sicura caratterizzazione
della ciclicità oscura e infetta
che macina ingurgita annienta
le
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Odoriamo di pioggia
già caduta.
Dalla faccia
non fuggi.
La vita scandita
dai BIP.
Catena di montaggio
Leggings & Borchie:
ecco il grandioso
destino dell’umano
enigma.
Vorrei aprirvi
gli occhi,
ma non siamo pronti
per il
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Ho riflettuto molto
sulle tue pascoliniane colline,
dolce Urbino.
perché il fiore sboccia?
perché l'uomo muore?
perché l'orso dorme?
perché il mondo esiste?
perché ricordo il domani?
Non ho riflettuto
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Zhazini parlava,
gozzoviglie follie,
starnuti cervellotici,
e nulla più.
Zhazini ascoltava,
carotidi recise,
fiotti d'arte sanguinolenta,
patologica.
Zhazini ordinava,
frutta e pensieri
di stagione,
estinzione di volpi.
Zhazini
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Sento costantemente
musica risuonare
i pensieri mi pensano
cerco invano di sgusciare
tra le grinfie
della folla ipnotizzata
un cane mi lecca le ferite
l’alito dell’animale
scopre i brividi di un sentire
che stuzzica i miei disagi
Solo gli
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| nell'approssimarsi
del limite si scoperchia
l'esistenza
Sono nato per contare
le gocce di pioggia
per ascoltare
gli insetti morti
per toccare
i fiocchi di neve
così ho imparato a sognare:
La lucidità del dormiente
coglie
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Il vento cigola
stramazza le foglie
la luna
disvela il nuovo giorno
questo mal di testa
perenne
è la vena scoppiata
tutte le lacrime
specchio
della creatura
che ha smarrito
le proprie viscere.
Osannanti i grilli
e il gracchiare dei
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| Mulinello
di piume, batuffoli di cotone
e questa inquietudine
S’attorciglia aria
ai respiri pellegrini,
si spegne Dio, lacrima
Il mai- sazio si ritorce
lugubre smorfia lunare,
appannaggio solare di vita
Assorbo lenta pazzia,
mai più
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Silenzio.
Ora e sempre,
ma di stupirmi appagato
mai.
Le dimenticanze scuciono i sipari.
Eterne scene a recuperarsi
eterne lune a compiacersi
eterne gocce a raggelarsi.
Silenzio.
Trovo nel mio ieri
i ricordi del domani.
Accuso i sacrifici
e
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Il dolce grugno
delle tue rocce,
i tuoi lineamenti
così ben definiti,
pallidi
d'una luce- neon
che invade il il tuo corpo
sdraiato di fronte
ai milioni di sguardi delle foglie.
Il mio cuore puro
non può altro che
battere
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numinosa autocoscienza
dell'inquietudine contagiosa:
servo della solitudine
condanna clorofilla
abbacinante l'estasi
tra i rumori e le fugaci sperimentazioni
quando dico tutto
dico niente
quando dico niente
dico tutto
quante volte
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Già nel fuoco
arde il ghiaccio primordiale
e le mentite spoglie:
il vento parla
a se stesso...
non più contaminazioni cogitabonde!
il sentire è pensare, ma il pensare non sussiste
se non si "sente" la
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| Corri coscienza, va.
Vaga e non dimenticare,
anzi, dimentica di non ricordare.
Osserva il frenetico baluginare
e le bestiacce angeliche senza
turbamento. Tutto pare
avere un barlume di verità,
ma tra le nuvole nel cielo
è celato
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277 poesie trovate. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
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