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Willy Zini
Le 277 poesie di Willy Zini
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All'ombra del prossimo
brucia il presente,
fiato scorre
muto mutamento:
nel crocchiare delle
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Un Eliogabalo fluttuante
mi risvegliò dalla veglia
era giovane florido pallido
e dalle palpebre irradiava
un fiotto di calore ustionante
come passione che violenta l'ugola
imprecando strisciante tra i timpani
il trionfo
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Immemore il sole muore anche oggi
storpiando le guaine del tempo
collassa in materia plastica
sputa un tramonto al veleno
rosso porpora e violenta il riflesso
oculare in vene squarciate schizzanti
amore mortale a pigmentare nuovi strazi
che
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solcando l'arco del silenzio
sordo il lamento s'erge dolente
della corteccia dilaniato il ventre
in lacrime di linfa detronizzata -
veemente il supplizio materno
contaminato da anime sporche
figlie di un Cielo fuggito
voragini nel sommo
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Udii un giglio gridare:
l'altra stella si frantumerà
in un nugolo di sangue anti- materico
strane forme assumerà il Nero
organi e fiori cometici fluttueranno
(scarabocchiando il caos)
tracceranno un nuovo oceano
s'aizzeranno le
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sopra ad ogni valle
il pensiero calpestato
azzarda aprirsi d'immensa
follia scordando ricordi
ricordando i passanti
fulminato in ritmi
(sconosciuti mai nefasti)
quando il buio risuona
lento colorando arcobaleni
lo strazio le maschere
di
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Mentre il sole rincorre
la voce degli amanti,
un pellicano strappa
sogni alla Terra silente.
In liquidi materici l'uomo
cieco abbraccia la lapide,
un avvoltoio dagli occhi famelici
attende allo stipite del tempo.
Residui di carne, pensieri
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scrosciano parole minacce
soffocano fuochi accartocciati:
carnificate onde di memoria -
stride in cielo straziante l'essere
sa di Terra è ventre
porge rami al Cielo valicato
spirito quasi- eterno ridestato -
al fondo l'abisso dischiude
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Gioventù sbilenca
le frustate schioccano!
Ammansitevi poveri illusi
questo mondo non ha orecchie
ma ormoni rattrappiti
a crivellare innocenze
e calamite nevrotiche
a destabilizzare anime acerbe
che non matureranno mai
nel labirinto
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È un rigagnolo di sudore
l'amore che scorre
tra le tue sinuose spoglie
odore ansimato svampisce
riverberi e singulti Amata
deificata nel marmo primordiale
come vita che esplode nella forma
delle rose ansiose ansiose
il sublime tra le
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assolo di batteria di percezioni:
le immagini piroettano tra la veste
della nebbia, il cuore scandisce
i latrati d'un Cerbero lontano
che ricorda lontani terrori,
il bimbo si rifugia, guarda i grandi
alla stazione dove vite s'incrociano
senza
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| Vi sono stati silenzi
più bui di questo,
come le milioni e milioni
di morti tra le pieghe
della storia.
Eppure è sempre angusto
il quadro che ci si presenta;
quanto incide in fondo
la vita di una persona
in un'economia
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"la musique est la seule
chose droit dans la vie!"
Quando la si assapora, in silenzio,
con le palpebre serrate, il mondo è
uguale per tutti!
Buffo come i primi uomini
già ballassero, ancor prima di parlare,
e saltavano
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In questa stagione gli alberi
piangono foglie color dell'oro,
il tramonto va di fretta
la luce s'adombra, l'estasi
del sole d'estate s'estingue
e rimane un pugno di sentimenti
da sciogliersi nella penombra
di colori tenui, lenti pigmenti
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Ammutinamento!
Il timone sconquassato da pensieri balordi
la ragione accecata ed il vascello ubriaco
in balia del ruggito d'oceano,
le sirene cantano nascoste
nei timpani dei marinai posseduti.
Il cielo si fa nero d'un tratto
infiammandosi
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Nella materia della carne
ho sentito le venature della montagna;
architettura assoluta, apoteosi
generatrice, glaciale corporatura
corroborata da vene marmoree
opera d'arte costante e mutevole,
plasmante frammenti di luce
disintegrata. Ma tutto
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Willy Zini.
Indirizzo personale di Willy Zini: willyzini.scrivere.info
| Ahi! Come tintinnano le antiche brame
quando il tramonto non è per sempre.
Il panorama si storce e nella culla, belante,
si stropiccia un cucciolo di Satiro...
Ahi! Quali reconditi indizi banchettano
con il mio cuore? Quale oracolo
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Stigmatizzato nella fossilità degli istanti
calamità i pensieri sfuggono i respiri
nuvoletta d'ossa sospirate, muscoli
contratti, venature di pepite parole
Un fischiare commosso nel vento
soffocare pazzia, calore umanizzante
il polo
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Rincitrullite utopie
omicidi fantastici
clamori, ronzii
liquefar di palpebre
e borse scavate
occhi spiritati
vagiti appassiti
sguaiati guaiti
e barbe tempeste
fiaschette di vino
vorticar di bestemmie
carte briscole sette e mezzo
e figli
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Spada conficcata nel cuore di nuvole,
riecheggia lontano un antico lamento,
sangue di pioggia sgorga dal mistero
è bene
è male
non importa
oltre il pensiero.
Statue si corrodono e figli ingigantiscono,
il Dio vien distillato,
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Barcollando tra un sogno
e l'altro, la coscienza appena
appena sfumava.
Come fossi un pendolo
oscillavo tra la veglia sognante
ed il sogno cosciente.
I miei occhi s'ingannavano:
il tempo si sfaldava
ora scorreva verticale
ora orizzontale.
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Fiori di domani e riverberi odorosi
gladioli, gelsomini notturni
gorgheggiare sommesso
scoppiettare d'umani fumi,
orchidee e ligustrum
sciabole dorate, ticchettii infranti
svampir d'azalee e sprizzar d'asfodeli...
cullo memorie
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Ora che il mondo
ha smesso d'ascoltarsi
è giusto che si rifletta
nella luce iridescente e fatua
del suo essere bolla
di sapone.
Forse sono le nostre ali
d'insetto ad indurci a credere...
alle volte è meglio una
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| Pupille dilatate, oltre- tutto, oltre- orecchie
buchi neri, vortici di echi nel vuoto
la terra piano piano si distacca
dalle orme, uno sciame di scintille
mi trasporta, veicola le membra
che innalzandosi mutano, si mimetizzano
i vasi sanguigni
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fosti tanto bella
da minacciare le tenebre,
al punto che Plutone
irradiato di passione
ti cinse con i suoi oscuri
artigli.
Gli occhi di fuoco
del signore della terra
divorarono la tua innocenza
e sprofondasti con il dio tiranno
nel brutale
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rinascerò microbo,
forse zanzara o parassita,
allora il mio bene
sarà il male altrui.
Chi potrà accusarmi?
le cascate di miele
dell'infanzia van prosciugandosi
ed il tempo si traveste di nero
ha occhi bianchi, capelli
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Mantra televisivi
inebetiscono chi ascolta,
ma la mia penna è sorda
e incide i ghirigori del Mandala
tra le cui increspature si scorge
ciò che a parole sfugge.
Inutile eclissare il punto focale:
il bimbo gioca con l'aria, le
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Pampini appassiti e Muse esaurite:
cadono impietose gocce
avvelenate ad intossicare
gli ultimi brandelli della filosofia
che fu così amara e lucente!
I fanciulli giocano al destino
ed il Poeta ricorda
i sogni crepati
gli affreschi
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Quale archetipica beltà
celi sotto lelegante raffinatezza
e la preziosità dei tuoi lineamenti
di madre, di sorella, dArtemide?
Cosa nasconde quello sguardo
che annega lieve e sottilissimo,
che penetra le sfumature
del mistero da te
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| Annega il bianco occhio
della Dea chiamata Iside
in un vorticoso manto barocco
blu di Pietà;
i rintocchi lontani
mutano irrefrenabilmente
faville corporali, moti nascosti
cuori frenetici. La baracca
cola a picco, ma cè chi
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277 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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