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♦ Marina Demelas | |
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El Corripio
Le 67 poesie di El Corripio
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sono malinconico
ogni cosa ha un senso:
quello di due persone, forse innamorate
in un '64 fatto di amori rifugiati, affrontati
Con la realtà di unghie pronte a scavare
di cinghie, di parafrasi per descrivere cinque atti compiuti
Incoscienti
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Ho pezzi di vetro nel cuore, qualcuno
ha smesso di sanguinare caro
Carie forano le foto e riflettono
nere
le sere addormentate tra le labbra
mentre la lebbra squama i petti
glabri, i tentacoli, i riccioli e le liane;
settimane sopra
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Nervi e muscoli lavorano
o riposano tra gli steli gialli della solita primavera in anticipo
E' banale scrivere dei quartieri che soffocano gli orizzonti
dei cementi che imprigionano le radici
Passeggiando vedo lucidare le armi da baristi
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Frizzano le mani
le fluorescenze di un segnale
nel dondolare veloce
che trasporta in sinusoidi, semplici
come un tuono musicale
verso la bellezza della clorofilla
nei campi, per scivolare spenti
tra le braccia delle madri
Stanno legnose
come
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Non ricordo bene
i calchi
descritti nel tempo
ma lo sguardo della rondine
aveva, più che il nero
o dell'imprimere sul foglio un passionale fermo
la compassione trasparente
La finestra fu porta sul dolce dare
distruzione e madre
che
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Cercavi segni di luce ed anelli mentre contavo le mie dita e stringevo i polpastrelli uno ad uno, per sentirmi, per esser cosciente nell'istante prima di incontrarti.
Lo facevo guardando rami e voli che avrei voluto fare, per non affogare
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Sulle linee au fusain noir
camminammo a braccio
|tra amata
ed amica|
sconfinando in cuscini
e un passo in giardini
puntando le stelle
vellutando la stima
Donna e bambina
-la voce-
sulla punta di un dito
Sale seccato al credo
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Vestirò da pagliaccio, gracile e triste
condannato ai calci
per supplizio
la mia carne freme, se sai
Cambierò mille volti, dal bello al mostro
altalena di corda unta
in prati viola
il tuo odore, umido,
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Dormi
e dei respiri ne fai lenzuola
che sventolano nel sogno piume
e dita a guidarti nello slargo dei pensieri
illuminati da lampi rosa nel nero
Si adagiano i piedi, il battere dei cuori e
gli arti sono vene tese
dallo zenit al nadir
nel
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Voglio raccogliere le parole che brucerai
non appena farò freddo
e confonderai il vero con probabili noi
Siamo occasioni che ballano
divise da una linea di fuoco
Senti il dolore leggero sulle spalle?
Lo senti: esce mentre ti muovi, si
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Muore l'estate
nelle sere d'Aprile
Portami alla luce
spostandomi di lontano
in lontani arenili
di quei mari incagliati negli occhi e
ora
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a El Corripio.
Trovo spazio al silenzio
al buio no
non credo
se gli occhi avranno stelle
e le poesie candele
che accenderai nelle piogge
domani
Ma ora, tra carrozze
binari
i caffè e due minuti
la partenza è nebbiosa
Lascio posto a
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Cosa dirai
Che?
a quei rami in fiore, non da te.
(l'ape non ha parole e ha scelto il sole
per succhiare i
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Sarà l'estate a portare via gli odori
gli inverni passati
scorie d'oro e le rugiade sugli occhi
nei sonni senza parole, gocce di pioggia
sognate; asciugherò come medusa
sulle sabbie senza alcuna cura, assolato
Sarò il silenzio
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Sono angoli marcati lungo i sentieri
pensieri posati in semi
e giunti nudi alla speranza
soffiata dalla brezza -il mattino piegato al letto
nelle giravolte solitarie dallo scarlatto al rosa-
ché niente era ferita se da te curata
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Vengono le persone e
vanno come figure nauseanti
e l a s t i c h e
ma il sogno resta;
e a me basta
per godere di questo capriccio
Un giorno non sarò terra o
vento
non sarò il giardino per gli amanti
né l'acquario dei tuoi
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Vado in te per le luci che soffiano raggi
tra i lampioni e la pioggia
foglie che incalzano l'autunno
l'inganno
memorie di fango e impronte
Vado in te per le strade nella nebbia
e calcio i sorrisi come fossero vento
Fossi acqua nasconderei
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I tuoi passi erano bassi quanto i tuoi sguardi
e mi perdevo nell'equilibrio del tuo essere donna
Mi guardasti mentre scivolavo
con imbarazzo sulle lastre di ghiaccio
Quante saranno state e
quante ne avrò ancora di donne
che seguiranno i
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Sono correlazioni immediate:
fuoco_gavettoni_bambini;
la morte e i bottoni scuciti
La guerra:
dalle mani alle carezze
ai baci, alle lingue
l'andare che schiva mine di parassiti
per stipare armadi di vento
per poi creare vortici nel nuovo,
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Ti riaccendi nel sonno
abbraccio di carne che non so dire
(mai più) uno scivolo pronto a spezzarmi ossa
ed io senza parole buone da scrivere
o pochi sguardi per segnare una nube, magari
un sole che apre a un'altra carezza, un senso
senza le
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67 poesie trovate. In questa pagina dal n° 41 al n° 60.
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