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El Corripio
Le 67 poesie di El Corripio
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Non sono stanco del fumo che farà morire i miei polmoni
che so passare da dietro il banco mentre sorrido e dico
''mi dica''
Ho segreti più bianchi del ''chi sono per voi?''
perché in realtà mento e non so
Le sere
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I colori, le voci
dalle finestre scuotevano gli alberi
Scalzo andavo a domani
e non sono mai stato abbastanza per questo vuoto
Una circonferenza inutile alle bambole
instabile, senza presenza
Lo stare _tuo_ immobile sul divano
le luci
cosa
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La pioggia scivola lungo l'orlo del tendone
in fila e senza tempo
Ha mani per tenersi nei miei occhi e si lascia
da non riuscire a seguire il perché
il come siamo stati e siamo
adesso che cerco deleghe per passare un fiore sulla tempia
e
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Se per chiudere gli occhi devo desiderare l'odore di giugno
allora
muoio sulla strada sotto il verde
-nel buio che nemmeno i fari possono sapere-
delle parole dei suoni di quei pensieri stretti nei denti
tra la cenere da levare, quella del natale
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Le corde non hanno sonno
così come i pesi non dormono. E mi domando
sanno baciare i silenzi? Ogni vocale
e tutte le composizioni sono
Ora silenzi e altre cose
Devo confessare che amo l'argento, ma quel cristo sul petto
grava il ricordo che
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Ho passato mani su rotaie lisce fino a scottarmi per seguire una via
retta da serpi e scorpioni
Le salsole nel vento, l'oro a bruciare gli occhi
deserti e gomme squartate ai bordi della strada
le labbra secche e allucinazioni dall'azzurro
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Rimani nel parafrasare in quinta
che non stona
e suona diabolica il nostro amore fatto di melodie controverse
Le pause insopportabili
ora si aprono nel finale a piacere
nell'immagine di te:
un'icona profonda prende luce nei pochi sorrisi
e
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Non ho dimenticato niente di ciò che è
Perché è!
e non sarà mai ''sarò''
né un ''sono stato''
Le uova di legno sono satelliti chiusi
e illuminano le ballerine con le calze bucate e vaghe
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La casa è una mensola
di riflessi poggiati sui gomiti per sentire l'aria,
e a sera,
di vertigini stanziali
perché al sorriso in ombra di un giorno
finito certo, sono alle spalle
non un gatto, un divano
ma penisole per morire
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Se parlo è per sentire una parte viva
di me
cosa penso non ha più alcun senso
Sono di vetro e non contengo niente
Svaligio tutto quello che può essere ricordo
cerco cassonetti per gettare i rimorsi
e sono lacrime
e
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Dei nostri passi rimane l'inverno
da gettare in aria con le mani
come coriandoli, forse foglie
da piangere al niente
tra gli sguardi delle panchine
dei bicchieri abbandonati nella pioggia
Le ombre colorano sui cedri in sonno
il silenzioso
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a El Corripio.
Dimmi delle linee
e racconta di come le correggi adesso
mentre abbandoni la mente al passato
confuso. Lo dico perché vorrei poter proteggere ogni ricordo
Cosa è stato della sabbia che abbiamo camminato
mano nella mano?
Sai?
ho
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L'attore sulla terra rossa ha lacrime
e non ha un seno o un gomitolo caldo
Un non peso, ora
che leva le squame a un domani
Posso?
Perdono tutti gli orizzonti, i passi di una madre altrove
Vorrei convincermi di non essere e di non uccidermi
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Devo pensare alle poesie come ad alberi sul poggio
da dimenticare
Devo
Percorro tra musiche
e sotterro -e solo-
senza alcuna volontà scorro le dita
sul secco che non divora niente
Le albe del golfo annebbiano
cosa non so: è forse
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abbiamo corso talmente tanto che il fiato è il pensiero minore
Bagno le dita per girare le pagine secche del nostro futuro
e ora che amo una coperta sui piedi nudi, magari altro,
non vedo più oltre il guardare e così spendo gli
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Chiusi gli occhi per anni
hai cercato un vento da mani sconosciute
non carezze
Caratteri cari come la povertà che ha reso _te_ luce
labbra viola di vino e sogno
Una folla di porte albergate su granelli di sabbia
maremmane o forse liguri, non
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Ti arrampicavi alle mie spalle
Una radice e poi un'altra, facevano da piede al tuo fare
Non so cos'eri
e rimando un pensiero alla saliva che contornava il capezzolo tra le labbra
da bambino
Ho perso
ho perso
ho perso
.
.
.
il lavare candido
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Batti un mignolo sul tasto nero del piano
Svogliata ti spogli della pelle
fino a mostrarti un volo in quote assurde
Lo sguardo non smette di fissarmi nel sonno
e sono tuo più di questi cuscini stanchi
più delle pareti gialle e
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Ho visto le api
le ho viste perdersi tra le auto
nelle code dei lavori in corso
Non avevano madre, odore e si rincorrevano nel rincasare
snaturato
duro dei nervi sopra il freno
Le ho viste unirsi senza parole, in un fiato piumato
di raggi che
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l'estate è calda
delle terrazze con i bicchieri vuoti
delle carezze sparse
tra le vigne senza raccolto
Ambrosia e vampate nel mai secco di gambe
che inebriano i cervelli e lucciole
Ammutolite in letargo stanno sottopensiero tra gli
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67 poesie trovate. In questa pagina dal n° 21 al n° 40.
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