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Mattia Pomponi
Le 163 poesie di Mattia Pomponi
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Colgo
in un quotidiano dipinto, un remoto benessere
con la voce dell’ immenso che si esprime lieve
come se emancipasse l’ anima dai vizi.
La fragranza del progresso lamina sterrati inizi
per addolcire un divenire purtroppo greve
mentre il
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Come lievi esultanze in moti candidi,
la consapevolezza più intima del riverbero
inonda
la ricerca di un azzurro
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Sospinti sguardi si agghindano come in un gran gala
e volteggiano simultaneamente
sulle sottili e inebrianti note
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Le idee si attraggono
come la sinuosa luna con le ninnanti maree
come sfumature in una librante aurora
Non vorrei
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Non è tanto il candido manto
a contornare l’ atmosfera
ma il quieto vento
che di vermiglio ha tinto
la
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Spinti baci
come piume di vento
sotto spenta luna
La fioca luce vinse definitivamente della luna il candore
il fuoco
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Della stagione calda
bilanci
la pura insorgenza
mentre
nel mesto odor di rovescio
misto ad un’ elettrizzante sapor di
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| Selvaggia vergine
cacciatrice di landa fertile
partoriscimi il fremito
e seguimi a mò di satellite
anche in
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| Sovrani che sorseggiano vino in coppe
fino a sollevarsi in alto
come trofei futilmente vinti.
Hanno gettato la spada
e sentendosi assi,
trafiggono
con un secco picche
chi dell’ oro non è degno;
bastonando
con scettri in mano
e
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| rivolgo lo sguardo
verso argentati astri
puntini di sospensione
ininterrottamente
o almeno credo.
Come
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| Come sana follia
che nel seguirla
sorge incastonata perla
protetta da robusto scrigno,
nel dormiveglia
ti indosso e ti
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| Al sorgere del vespro
cupe prospettive
come fauci fameliche,
inghiottono l ‘astro.
Non so cosa sia l’ estro
dentro luride stive,
ne tanto meno sincere suppliche
quando il tono del mare diventa aspro.
Spero solo che la luce torni presto
ad
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| Del tuo sapore divenni ebbro
tanto da sorseggiarti le labbra
in un effimero impeto di sete.
Dei tuoi sogni m’ inventai
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| Come l’ araba fenice,
risorgo da cupe vampe
ed intingo le piume lucenti
nell'inchiostro vivace
delle mie lacrime stanche,
da un infausto fremito atterrite
ma dal rauco gemito non oppresse,
come stille di rugiada fresche
che inumidiscono la
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E mi ritrovo a scrutare il soffitto
immaginando l’ Infinito e le sue pagine
tremando per la sottostante voragine
che in
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Perenne deve essere il tormento
di chi violenta un bocciolo nel vento,
di chi con la mente non vola
ma si trascina e si
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Mattia Pomponi.
L’alba sotto il velo
brilla e sfuma
negl'occhi dei
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Prelibate lusinghe
aromatizzano
l’ armonia di un affresco
che nemmeno esiste,
forse ancora da dipingere
al fresco di
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In un angolo della strada
se ne stava accucciato,
suonava nella nebbia del suo incanto
l’ angelo di giada
perché nel profondo aveva ancora fiato.
Sorrideva serio quando i passanti
si accumulavano come sabbia
che dalla riva, la brezza
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Una vetrina per specchiarsi
per valicarsi nel proprio intimo
e comprendere, con i timori arsi,
che il pensiero diventa
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Dalla balaustra di quella terrazza
fummo sequestrati
e nel notare
la tinta bluastra di una carezza
tra lo spumeggiar della
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Da stretti anfratti
fondi come concetti
che offuscano il mio nome,
mi libero svolazzando
nella bruna coltre
verso nuove dimore.
In stridenti concerti
manifesto
il mio emblema di resurrezione
ed inoltre
come mio figlio nel
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gli occhiali da sole sul tavolo sembrano isole sperdute
l’ allegoria dell’ allegria si confonde in una bottiglia
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Di pendenze cave e capitali
esiste un elenco
attinente alla carenza
del comportamento
quando l’ anima chiude le sue ali.
Per primo mi presento
con travolgente bramosia
perché dei distinti ho disprezzo
e le leggi le attua la testa
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Gaiezza,
nonostante eventuali stonature del mio essere,
collego
alla perizia di far librar lo spirito.
Colgo l‘eufonia del paesaggio
insorgendo ad ogni avverso ronzio
poiché verso l’ ardire sono orientato.
Non sono all’ altezza di
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Ti ammiro con una certa modestia
per l’ aspetto dal tono artistico
e per la squisita profumazione
che dal profondo
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Forti impulsi
squassano increspati moti
di vermiglio decorati
come ghirlanda laudativa
infiammante stille
di
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Nel flusso che scorre
quando l’ immenso non si tronca,
specchiandomici,
ho scorto una cupa spelonca
dai toni
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Tingi le mie smanie con un'obliata lusinga,
colmami di appassionanti momenti,
spuntami le ali
sperando che il volo non si
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Esotico araldo della giovinezza,
senso dovizioso di confortevole gioia,
intima sfumatura di un’ essenza
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163 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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