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Gli ultimi 5 iscritti: A Dentini - zefferino53 - somesay - Vladislav Prazko - ac autore |
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Francesco Rossi
Le 1045 poesie di Francesco Rossi
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Amanti felici innanzi al mondo
E. Come contorno.
L’azzurro del cielo in torno.
Le frasi semplici fluivano
E. La brama di passione
Che
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Creperò e annasperò
nel corso del fiume
che fluisce verso il mare
e, Il predatore a ingozzarsi
della mia polpa si predispone.
O
Quando la figura gonfia galleggia
la verdura del mare
intorno alla carcassa dilaniata
riavvolge il filo spezzato
del
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Quando l’astro
Sorge a levante
Riverente un inchino
Vien spontaneo
Di buon mattino.
Tutto brilla e scintilla,
Pare festa sfavillante
Che allieta ogni istante.
Traguardando il promontorio
L’occhio attento può mirare
Lo spettacolo
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A valutare ci invita
Il ventennale nuovo
Secondo per natura
Dopo che il primo
Malamente è caduto.
C’era chi scherniva
Chi pure s’incazzava
E intanto la grammatica
Era umiliata.
E mentre sentenziava
Per il nuovo avvenire
Eccolo
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Trastullo vasto
esposto al giorno.
Specchio magico
dell’alone lunare.
Tracce d’infanzie là dove il flutto
lancia lo spruzzo
e, la rena esala righe di luce;
sottovoce parla alla vita vera.
Nella luce del nuovo mattino
celestino e libertino,
tinto
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Reinterpretati i copioni
Monotoni e balzelloni,
Rovescioni di passati
Animati da apostoli d’ideali confusionali;
Ossessionati dai guadagni
E, bisognosi di poteri branchiferi
Comici, ciarlatani, faccendieri
Persi tra le visioni “dell’effimero”
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Lucente e smagliante
Colore celeste
Da l'attimo prende
Linde le essenze.
Dolci attinenze
Con il divino
Che nel cielo azzurrino
Fan capolino.
Reclino lo sguardo
Con tanto riguardo
Per non urtare
Placentare piacere
Di quel
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Grasso e cocciuto
Cresciuto in seminario
Fin dalla innocente età
Dell’adolescenza pura
Sale sul carrozzone pomposo dell’investitura
Accondiscendente alla ferma e caritatevole
Casta cattolica che canonizza
Non solo i magri,
Pure i grassi,
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Prosegue la vita
tra i sussurri dei bugiardi.
Sul muretto seduti
sentenziano.
Arriva il
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Finita la festa
Rumore non insegue
E, residue tregue
Per proseguir
Lungo il percorso del cuor;
Il candido vestito le slaccerà
E, l’audacia sua improvvisa vedrà
Così che a l’orecchio le sussurrerà:
Regalami il tuo sorriso,
L’ottimismo del
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Bocca tinta di rosata bellezza,
Capelli sciolti e allettanti sbirciate
Annunciate in quel sguardo fascinoso
Che il cuor
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I versi miei
Appena spuntati
Con l’albore mattutino
E nel profumo dei tuoi capelli
M’ispirai per versi sempre più belli;
Poi, fra le tue braccia
E, sul tuo
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Un fuco avvampava improvviso
Nelle sorgenti delle vene pulsanti
Quando nuda al sole di mezzodì
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Ispiratrice,
Cui si addice
La felice qualità
Di disprezzare la doppiezza
Che di amarezza olezza;
Elargisci al cuor che lo desidera
La pienezza di un puro pensiero
Per essere agghindato e abbellito,
Superbamente verseggiato
Come l’amor
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Un suono di fisarmonica
si leva dal basso verso la finestra mia.
Sale dal mare
il soffio amabile primaverile.
Non so dir il perché
del tremor al viso,
di quel lacrimar improvviso.
Poggio la testa sul palmo della mano
e, penso a Te padre
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Tu che mi hai parlato
Con vocali e consonanti
E nei baci appassionati
Energia vitale infondevi
Unendoti al mio ardente cuore
Che palpitava ansante.
Perché con vane parole
Hai confuso il desiderio con l’amore?
Rivivere l’attimo
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Cerca la poesia:
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Indirizzo personale di Francesco Rossi: francescorossi.scrivere.info
Non abbiamo dilapidato
La sorgente divina
Dei raggi del sole,
Non è consumato
Il libro delle idee,
Non è arrugginita la falce
Intrecciata al martello,
Non è finito l’amore
Per l’ideale più bello.
E’ finita una
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Non abbiamo dilapidato
La sorgente divina
Dei raggi del sole
Non è consumato
Il libro delle idee.
Non è arrugginita la falce
Intrecciata al martello.
Non è finito l’amore
Per l’ideale sublime.
E’ finita una
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Non è un silenzio di vergogna
Per una storia antica
Tessuta dalle trame
Della storia.
Novecento.
L’indovino non aveva predetto
La fine del suo insegnamento.
Bandiera Rossa lisa dal vento
Di antiche battaglie
Per traguardare il
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Nella valle più scoscesa
Vi si trova una sorpresa,
Tutto quanto sembra bello
Dall’umidità ci vuol l’ombrello.
Indossati gli stivali
Ci si avvia con gran lena
Dove il fungo è in attesa
Di esser colto e cucinato
Per la delizia
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Ricorre la festa sublime
Che il cuore allieta d’amore
Per un bimbo nato a Betlemme
Nella notte suprema e solenne
Agghindata da un manto di stelle.
E’ vestita a festa la notte
La cometa brilla lucente
Con la coda che lascia la scia
Per chiamare in
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In sintonia con l’anima e il cuore,
primeggia, divampa,
si accende l’amore.
Una stretta di mano,
un abbraccio fraterno
sancisce il patto con l’universo.
Accogliere l’invito ancestrale,
sognare sul soffice tappeto multicolore
dell’aura
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Felice chi vagando
In quella notte bella
Senza sgomento
Scavalcò il muro dell’indifferenza
E vicino alla grotta
Chinò la testa.
Solo chi la festa
Ancor oggi impreca
Non s’incamminò
Verso la capanna
Ma si avviò al
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Erano compatte le notti
E la sposa nella cittadella
Mascherava contentezza
Mentre in carcere
Il moro scudiero
Isolato con il suo dolore
Così gemeva:
Troppo in alto
Son salito
E arrivato sulla vetta
Una fitta stretta, stretta.
Ho
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Fiore che spande
Gocce sparse,
Dagli occhi tuoi
Il lacrimare apparve.
Non lacrime di dolore,
Gioie
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Supera l’ostacolo
Con attenzione
Rendi vigile
La mente e il cuore.
SALTA IN ALTO.
Non far cadere l’asta
Che della vita ne è possanza.
Non chiudere gli occhi
GUARDA la distanza
Un confine da cancellare
Per giungere alla
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Chi fu il padre
Della storiografia italiana
Ed io voglio declamare
Il concetto letto
Nell’epistolario suo
Che dell’uomo attivo
Ne esalta la qualità.
Esemplare indole
Equilibrata costanza
Nel denunciare l’ignoranza.
Fautore della
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Con l’abito nuovo
Comprato per l’occasione
E la cravatta piatta
Si recò alla facoltà
Per esporre e sostenere
L’argomentazione
Di fronte al pubblico in tensione.
Non era in soggezione
Ma padrone assoluto dell’imparato
Fece proprio
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Quelle buffe mascherate
Le riverenze
Di tutti quegli uomini
Coperti da stole,
Da mitre trapuntate
Da vario colore
Che dell’arcobaleno naturale
Quando appare fuori da muri incastonati
Nel bel mezzo di paesaggi dorati
Corona i disegni divini
Di
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Chi conosce la montagna
Ne rispetta la bellezza
E apprezza quella forma
Che la nube grigia e densa
Ne nasconde la sua testa.
Quando il vento in un
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1045 poesie trovate. In questa pagina dal n° 721 al n° 750.
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