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Francesco Rossi
Le 1045 poesie di Francesco Rossi
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E’ l’onore del silenzio
che gentile non si piega
alla parola.
Audace
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Segregato tra le inferriate
contrappeso costante
ove l’opacizzato
non si mortifica
e sgradevolmente
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Sul filo dell’onda
feconda la schiuma
che sfuma improvvisa
per segnare una sosta
all’ebbrezza continua
che il mare trasporta.
Il sole fulgente
e, il vento sfacciato
in connubio perenne
del nostro creato.
Sul fondo del mare
riposa il
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Piango e compongo
perché nel tramezzo della notte
non vi sia un vago presentimento
dovuto al sopravvento
di un profumo incestuoso.
La mano muove e smuove
e l’incolore spia le movenze
alternando il passo
che sempre cautelativo si accosta
per
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Quel sapor salmastro
che del “saputo”
ne è virtù;
convivio modesto
dirigi il destino
sul “stendino”
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Confusione del rinnovamento
invocato dal nuovo
che sagoma la struttura
con irrequieta smania.
Panegirici giri di randelli
in piazze chiassose
tinte di
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E’ consenso ogni qual volta
si stimola attesa;
la divisione inganna
e taglia parte intera
di una società che vive
sulla schiuma del
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Consegno con degno e sanguigno fervore
un verbo inebriato,
di fianco al simbolo che ci demmo
un tempo lontano;
segno di sincero sentimento.
Ieri come
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Si affinano le menti
In perimetri attinenti,
Perversi percorsi
A danno di chi?
Di noi, pedoni
Tristi automobilisti
Alcolisti di opinioni
Sprofondati in insolenti rigurgiti
Bevono sangue innocente
I fuggitivi codardi.
Impediti a
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Più gli uomini son meschini
Ancor più son tracotanti
E, avanti con gli anni
Sempre più ipocriti aitanti.
Questa regola di natura
In ragion della paura
E’ menzogna sacrosanta
Millantata da chi
Confonde le acque
Delle
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Circondato dall’indifferenza
L’ideale viaggia
E, l’impronta resta.
Idee accese
Per future generazioni
Decise a combattere idealmente
Senza fermate
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Abiti sfilacciati
Uniti da rattoppi
Di coscienti anime.
Gioventù laboriose
Legate al solidale gesto
Piegando l’indifferenza
Della pioggia ottobrina
Nella
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Ascolta il sibilo del vento
Nella calma del piacere
Di una esistenza vissuta
In compagnia della tua ombra
Che osserva l’universo
Con i tuoi
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Salubri gocce
Su mulattiere consumate,
Inni di lacrime
Per fatiche nascoste.
Fantasie di vita
Per chi arranca
Con tanta fatica.
I passi sciolti
Su pozze infangate
Percorrendo i sentieri
Di antiche contrade.
Raggiunta la pieve
Declina la
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Spande felice
Il soffio di vita
Tra la riva del mare
E, la vicina collina.
Là sullo scoglio prominente
Dove il salino attecchisce
Il pescatore lancia le esche vive.
Tremolina il bigattino,
Boccone preferito
Del conteso
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Incatenati alle ingombranti abitudini
le stagioni della vita si alternano
in deflagrante simbolismo.
Colpiscono il cuore.
Catapultate nella vertigine immane
detestano il mare delle menzogne
e, nel desiderio
prepotentemente si spandono
nella
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Cerca la poesia:
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Indirizzo personale di Francesco Rossi: francescorossi.scrivere.info
Gorgheggia la brezza
sul paesaggio alpino,
persino il merlo
fischia a festa
e, la serenità riempie la testa.
Il sole, sembra
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Quando l’urlo del vento
si fa gemito
il momento dilata il pensiero.
Occasione per
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Dal cuor potente si eleva la voce
per disperdere quell’ombra mortale
inanimata.
Ai marosi Tuoi, mio Signor
deleghiamo i pensieri
confidando negli aliti dei venti
e, traguardar con costanza
la luminosa via.
E, nei frangenti
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Un pallido alone
Colma il vuoto della notte
Ben oltre, la mezzanotte.
Sentenze di dolore
Appese al grigiore
Di consumate messe
Sull’altare delle impotenze
Generate dal male.
Disegnate nelle penombre,
Spezzate dalle condutture
Di anime perse
Che
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Come fossile si sente
quando occulta la speranza
la tristezza sopravanza,
nascosta, in una truce malinconia
la vita sposa l’inquieto
e
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Circospetto lo sguardo vaga
nella stanza da letto
dove ognun dovrebbe riposare
con suo estremo diletto.
Nelle lenzuola
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Quando né moriva uno
subito si provvedeva
a un nuovo acquisto
nel nome Santo di Gesù Cristo.
Ora che i tempi son cambiati
di papi ne
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Arricciata da legami sinceri
alla vita pensa.
Disattesa.
Nello strapiombo
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Invadenti le correnti
e, intrecci cosmici
ai calzari dei silenzi.
Mantelli
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Sferra duro colpo
il cuor ferito
nel fissare il continuo inciampo.
Vacilla la forza
il battito si arresta
all’affronto subito
e, con fioco
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Si specchia il ciel della tristezza
nell’amarezza.
Afflitto il cuore.
Invoco l’abisso
veleggio verso l’oscuro.
Il
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Sulla sponda sinistra
con maldestra vista
il volto guardò
e, nella penombra
una frase era scritta:
al trapasso son
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A guardar bene le cose
che lo sperimentale giustappone,
si vocifera: distrugge i principi della morale.
Per chi dell’etica
ne fa questione di vita
rivolgo a essi il mio pensiero
in dolce rima:
“ la morte eterna
che per voi è la vita
per
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Sbarre alla finestra
e, per pranzare solo minestra.
A colazione latte e caffè
e, per chi vuole un po’ di the.
Due ore d’aria
nel recintato cortile,
c’è chi passeggia,
chi calcia il pallone,
c’è pure chi è stato
un
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1045 poesie trovate. In questa pagina dal n° 601 al n° 630.
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