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Francesco Rossi
Le 1045 poesie di Francesco Rossi
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Apri il cuore e respira
l’aria dicembrina,
osserva la volta
e, la potenza d’amor
che in essa si desta
per festeggiar insieme
questa ricorrenza.
Un cereo bagliore di luna
sopra il nostro capo
nel far del mattino discende
e, il vivo
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Spero davvero che il mio sorriso sia fiero
come un albero in fiore
che si gode la luce del sole
e, senza velo non sia mai
un riso isterico che scivoli per la strada
e sconfini nel chimerico.
Lo auguro a me stesso
e, senza fare circospetto
quando
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Con versi diversi
offerti a chi intinge
per fuggire e non sentire
il cuore aprirsi ai lamenti
di emeriti infingardi
nel loro andar dispersi
e, mai e poi mai dolersi;
solo e soltanto indispettirsi
e, con boria compatirsi.
Dei passi percorsi
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Con quello sguardo acceso
non osservi il mio sembiante e sincero?
Osservo il seno eretto
mio gaudio e diletto;
m’incanto in quei tuoi occhi
e, quante fiammelle scorrono
sulle tue rosse guance
paffutelle e belle.
Mi estasio del sorriso
che dal
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Quando il sole riverbera sul mare
mille lucenti stelle fan da contraltare
al cuore che si offre timoroso
seducendo lo sguardo;
in quella miriade
dove
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spontanei e lieti
avvolti da semplici pensieri
e nelle menti viaggiano
come si suo dire
“parole estreme”.
come quel giorno
in tua compagnia
allietato dalla voce tua
che sovrasta ancor oggi la mia.
eravamo seduti su un muretto
quelli d’una
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Attendevo la tua risposta
e, il tormento bussa alla mia porta
per quella smania che tu hai, nel creare.
In questo giorno che racchiude il momento
io, che sono noioso personaggio,
un meteoropatico dipendente
che imbeve le giornate nella
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Demone che ti sei slegato
dal catenaccio del mio cuore
e, tra le inferriate dell’animo
“lo spento” castiga la carne
che
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Floridi e morbidi versetti
a pastori d’anime
che amano i discorsetti
io che non so scrivere sonetti
li dedico a voi in sciolta rima
e la mia anima è salva più di prima.
Come il cavalier servente
dell’ormai lontano settecento
salite
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Con la scaltra mano
tu, la mia hai guidato
ai piacevoli segreti
da tanti altri contesi.
Stesi su lini inamidati
entrambi ci sfiorammo
con le mani.
Sommo il diletto tuo,
alla pari del tuo il mio
e per questo fecondo piacer
ringraziamo il buon
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Quando il giorno nasce
il canto del gallo spande,
si ode pure a valle
e, ancora più distante.
Nel color turchese
la gemma vive lieta
del verde graduato
che la mattina allieta.
E, il mare in un’onda
che invade la costa
innamorata di
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Al calar del sole
con lo sguardo rivolto a occidente
volavano veloci i pensieri
tra incanti di dossi
e sogni accesi.
Inatteso il calore
oltre la soglia del previsto mi sorprese
e, malinconia d’assenza si accese.
Oscillante tra le certezze
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Al tuo sereno sorriso
inneggio con mia forza
e, con costanza audace
cancello la menzogna
che sospinge alla vergogna.
Quando mi offristi
la tua fiorita rosa
libidinosa bramosia
nel denudar il tuo bel seno
mi colse improvvisa
come improvvisa
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Si sovrappone al sospetto
quel tuo far circospetto
quando varcando il portone
sali al terzo piano
e, con un colpo di mano
e un altro di coda
entri nell’alcova.
Batte e sbatte il cuor per la sorpresa,
ti aveva detto:
giovane, fresca e
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Per carità non ne abbia a male
chi si sente in dovere di protestare.
Diciamolo a chiare lettere:
in tanti fan la corsa
per farsi eleggere in Parlamento
tutti con le loro ragioni
per renderci sudditi
delle loro opinioni.
Moralità
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Quando sorridi
adagia i tuoi occhi sui miei
e, in frizzanti battiti di ciglia
dibattiti tra i miei sguardi accesi.
Una preghiera,
non soffiare sugli
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Invia un messaggio privato a Francesco Rossi.
Indirizzo personale di Francesco Rossi: francescorossi.scrivere.info
Quando ascolterai i miei sospiri
sentirai pure i miei passi
e ti disseterai alle fonti,
non avrai ritegni
e purificherai con insaziabili accenti
i rimbombi irruenti
di cuori vivi
e, piegherai il volto a sinistra
dove il cuore accenna
e quando
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Era chiamato il piovano
quel povero prete di campagna
solo e inascoltato.
Consolator d’anime e di vedovelle
dalla sottana nera
ecco spuntar gagliarda la sua cappella.
Dispensatore del perdono altrui
mentre ascolta il peccato
e, ammiccando la
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Con le stille che tingevano le onde
superbe e aggraziate le forme
in spume bianche
colando dalla cavità
che aggrazia la visuale
di chi non solo vuole entrare
bensì si sofferma a baciare.
Schiumosa è la linfa,
nettare
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Poiché tu vedesti
le forme mie
e, l’orribile pensiero
in scandalosi anfratti nascondesti
e nel momento fatale dicesti:
quanti di questi giorni ancor
dovranno mirar i tuoi movimenti?
Zigzagando con le parole
tu vedesti forme nuove
e, smossi
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La prima volta che nel fertile ventre
la vita diede un segno
con tanta gioia insieme
le attualissime forme
mi fate voi vedere.
Gioiosi del grembo
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Lieto di poter guardare
il voto femminile
e, grato per questo dono
mi sento re al trono.
Il sorriso trasparente
colma di grazia ancora
l’aspetto e la figura
e, in cuor mio matura
smisurata sensualità.
Benevolo il destino,
mi ha fatto te
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Pur io sudando poco
sulla mia partorita rima
tocco la beata cima
che mi gratifica il cuor.
Dall’alto al basso guardo
con umile veduta
più grande e assai più vera
letizia ha nel cuor.
Pertanto chi vien con me sappia
che mi piace
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Chi nella macchia al monte sale
lasciando la spogliata valle
ripido salendo va.
Sente gocciar sudore
e, ciondolare l’anca,
la gamba un poco stanca
forza ancora ha.
Arrivato sulla vetta
si perde in fantasie
sul rigoglioso bosco
che ora ha al suo
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Ciascun dal proprio cuor l’altrui misura
con circoscritta cura.
E’ nella calura della cavità
che si pone la domanda
chi con interesse il mondo guarda.
Il rintocco marca l’ora, scandendo
e, inesorabilmente fugge il momento.
Con costanza
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Fantasmi che sconvolgono il cuore
di tanta povera gente
in questo nostro mondo terrestre.
Forse, rimane intatta l’immaginazione,
però quanta finzione
per far tacere le coscienze
con bieca interpretazione.
Non ha voce il pensiero
che porta
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Nel flutto del ciel
il temporale sparge
in colori argentei e, forme infuocate, le sue sfuriate
Si rattrista il sottostante
e, con fulgore, rumore divampa.
Accogliente la terra si nutre
e, con rabbia, la sua vendetta conduce.
Cementificazione
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Nell’intima nottata
Penetrava speranzoso
Il fiato del vento
Mentre sul terreno viscido
Si camminava a stento;
Quando una vampa viva
Apparve nel cielo
Come una smisurata stella
Tanti si recarono in cammino
Verso quel bagliore
Per riceverne
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Lasciamoli parlare,
e pure salmodiare,
con tanto fervore pure predicare
perché essi mirano in alto;
non si fa solo per dire
essi predicano a un sereno
e sant’avvenire.
Guardo ancora più in alto
E scorgo questa piana coltivata con
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Configurazioni divine
Su candide nuvole
Sconsacrano i santi.
Uomini con flauti
Musicano la bellezza
Con estesa naturalezza
E, le meravigliose nudità,
adorate per essere venerate;
prelibatezze divine,
femmine aggraziate
che chiedono il
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1045 poesie trovate. In questa pagina dal n° 511 al n° 540.
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