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Francesco Rossi
Le 1045 poesie di Francesco Rossi
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Nella quotidianità delle condotte solidaristiche,
nel tutelare dall’offesa giovani, uomini, donne
che non hanno altra scelta se non quella
di essere capaci e previdenti nelle loro scelte
coscienti come son io
che la vita appartiene all’evento
e, la
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Guardo verso l’alto
e, mai mi stanco.
Tra gli alberi a settembre
foglie raggrinzite
mosse sull’intreccio dei rami
e, cadenti ai miei piedi
come primizie di sofferenze
ed io, riparato e, dal caldo del fuoco rigenerato
nell’inverno gelato e
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Come posso conciliarmi con il mondo
quando lui mi sfugge
tra le selvagge fronde
e, si nasconde sul margine
della pagina dove è scritta
la breve nota della mia vita;
penso che sono memorie
e, fremo alla carezza di un angelo
che mi guida, mi
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Saperti lontana
non mi accompagna nella quotidianità della giornata.
La mia vita è lanciata sui bordi dei marciapiedi a mendicare i sensi
per svelarteli nel giorno in cui noi, ricongiunti,
scacceremo la vergogna dei giorni lontani
per inutili e
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Mio tesoro,
voglio ancora corrispondere
questo mio pensiero
annodato al mio spirito
che non si contrappone
con quella peculiarità del cuore
che genera la sostanza
e, permea la volontà dell’amare
oltre le vicende,
intorno alla
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Forse tormentati da un ignoto peccato
di un demone ingordo
ognuno si assunse la salvezza di una cospicua parte
nel profilo del viso
o, nella sagomatura del corpo.
Ancora più tetro fu il tracciato
della fragile coscienza;
noi tutti complici e
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Trasportato dal flusso ventoso
poso lo sguardo sul muro
poi, spiaccico il mio viso sull’arenino
e, travaso il
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Ossessivo e allo stesso tempo compulsivo
questo tran, tran quotidiano
un baccano virulento
e con sforzo sovrumano
lo prendo per mano
e, lo accompagno lungo il grossolano godimento
di chi non ha più carte in mano
per giocare l’ultimo ramino,
o
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Sembrerebbe ovvio
insultare il diavolo
nel momento dell’acuto dolore,
quando steso sul freddo tavolaccio
ti tolgono il consenso
e, il focolaio del dolore
riacceso da quel diavolaccio
intavola il dialogo
e, cataloga il presagio
dell’uomo senza
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E’ dalla porta di servizio che entro
puntando lo sguardo
verso quel punto
dove l’incanto è un appunto al consueto
e,
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Infranto sul mio corpo
il peso del tuo soffrire
non mi dà pace,
non mi fa dormire.
Sembra un movimento diverso
senza alcun senso
quello che sento
in questo momento.
Un frastuono che opprime la mente
e, inconsapevolmente le attese
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Tu, che aprendo la porta di casa tua
in alto salir potresti
se non usassi tutti quei pretesti
e, se degli altri che ti stanno intorno non rideresti.
Con sonanti parole
ti giunga al cuore
questo mio stupore
e, ti tenga legato
a quello che la
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Pazzia è il suo vero nome
e, distesa sul marciapiede
ella, questiona con la sua parola
che altro non è che la sua voce silenziosa.
Traccia con le mani segni indistinti
altro non sono
che scritture di pensieri
che non possono essere compresi.
La
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Ci sono dei momenti in cui
infilerei la testa in un vuoto sacco
per il distacco del mio intimo
e, imbocco una strada senza ritorno
poi, odo uno schiocco,
e, mi domando:
sogno o son desto?
Sarebbe strano e pure pretestuoso
non dare risposta alla
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Se tu sapessi quanti tormenti
mi hanno dato i miei denti
non rideresti,
al contrario rimarresti stupefatta
dal sapere come ho fatto
a lenire il dolore
là dove la lingua batte
e, il dente duole:
ti ho preso tra le mie mani
e con carezze veloci
e,
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Chi ha gli occhi aperti e mira il luminoso
gode di tutto ciò che lo seduce
e, dal buon mattino alla tarda sera
foriera di gaiezza è la sua parola.
Il mio andare per monti e per il mare
non può che essermi d’aiuto
e talvolta da esso mi faccio
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Invia un messaggio privato a Francesco Rossi.
Indirizzo personale di Francesco Rossi: francescorossi.scrivere.info
L’amarezza non ha parola
sale sempre più in alto borbottando
e, ci prende per la gola.
E passando per il palato
lascia un cattivo sapore
e, avversione alla voce,
come l’acrimonia di un appassito fiore.
Pure il sorriso sull’amaro viso
non ha il
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Dal ciel pendono mute le stelle
di varie forme, tutte scintillanti e belle.
Alcune di queste in certe notti son
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Quando un doloroso amore si nasconde
pare che un odio tacito si ravvivi
inasprendo i contorni della vita.
Odio e amore,
si narra che una uguale passione li guidi
e inciti quella sana voglia
che dell’intenzione ne è maestra
per dare a chi non
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Inutile è che piangiate e che vi prostriate
al mio cospetto al mattino quando m’alzo dal letto
perché il mio primo bisogno
è quello di andare al gabinetto.
Celebro il rito mattutino
con estrema confidenza
e, intanto apro la finestra.
C’è
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Il bianco e nero
per una vestizione sacrale
conferita a chi teologia ha studiato
e pastore del gregge è diventato.
Tra compiacimenti e sortilegi
costrizioni e rinunce,
senza perversioni, vizi
solo e soltanto virtù.
Lo dici tu, non io, amico
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Loro sono felici, eppure contenti
ogni qual volta indossano i paramenti;
nei giorni feriali e in quelli festivi mettono la stola
e ai cari fedeli danno la scopa
perché il tempio sia sempre pulito
e in grazia di Dio da loro arricchito.
Nel giorno
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I miei compagni di lotta li ricordo sempre
non c’è giorno che non abbia memoria.
Così, come rimembro quegli anni settanta
dove i nostri inseguimenti alle ragazze
segnavano il tempo delle attese
e quante sorprese:
dai calzettoni sino alle
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Con il rossore dell’incertezza,
e, profittando dell’emozione
mai ti diedi quella carezza
che voleva essere un gesto
di innocente amore.
E, per comprendere
che l’amore non è innocente
ho inseguito caparbiamente
la sofferenza di quella carezza mai
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A volte lo sguardo di uno sconosciuto
accompagna il sogno di un addio
che tu mai hai voluto
perché non ci conoscevamo ma ci raccontavamo
espiando insieme la colpa
per il peccato commesso.
Non siamo forse somme algebriche?
Non è forse vero che
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Lo possiamo dire in versi
anche diversi ma non confusi
che gli abbagli confondono le sagome?
La possiamo poetare
con un verso sciolto la paura
dell’insolvenza di noi stessi
se sobillata dall’arroganza
o, esaltata dall’ignoranza?
Queste sono
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Il consueto mistero incombente
grava su di te
che non parli, non ascolti
e, non dici mai niente.
Tra i libri che mai tu, sfoglierai
sono racchiuse le prefazioni
e sul fondo di quella pagina bianca
le mie dediche ho scritto, con l’inchiostro
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C’era una volta chi si domandava
se un grido d’aiuto valeva una risposta?
Lo domando verseggiando
in un modo inusuale
per dar voce alle parole
che fluttuano a volte nell’aria
e, mute rimangono
per secondi, minuti e ore.
Fugace
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Una poesia dona un verso di tormento,
e, la fame di tenerezza diventa dono
associando al tempo il motivo
e, il coraggio di amare oltre il silenzio del giorno
inconcludente e opprimente
svela quella ossessiva lontananza
che si disperde nel languore
di una
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Tra nuvole rotte dal lumeggiare
quasi un labirinto di un Dio
asceso dalla notte
verso un notturno
di luminarie spente.
Nel segreto del sogno
ammainano l’angoscia
per giochi amorosi, innocenti
nell’intreccio di un volo
verso un cielo
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1045 poesie trovate. In questa pagina dal n° 331 al n° 360.
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