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Salvo Scamporrino
Le 858 poesie di Salvo Scamporrino
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Il tempo ha rughe profonde
che sanno di saggezza
ogni ruga s’increspa
ogni ruga è un solco
d’aratro e di
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Mi persi
tra fitti pensieri
trafitti dal tempo
e perduti sogni
smarriti negl’anni,
mi persi
a inseguir la ragione
che insegue la vita:
soltanto chimere
e fantastiche idee,
ritrovai
la via nel buio
del voluto silenzio,
ascoltai
solo il
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Sublimi spicchi
di rosso sugoso!
Gli alambicchi
in oro prezioso
la polpa tramutan.
Nello strizzare,
le mani giran
si da creare
il dolce nettare
fatto di sole
e di gocce rare
di pioggia di miele.
Il frutto si scioglie
dentr’un bicchiere
che
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Forse un dì affiorerai dalle acque d’un mare,
scorrerai, lieve, verso le nuvole e l’azzurro
confonderai con il blu degli occhi tuoi.
La cenere
dei resti di ieri
cospargerai
sui prati già arati
e rinasceranno
i fiori sotto
la
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Arde di fuoco e di vita
il pullular di spighe
che ondeggia. Infinita
la voglia di fughe
tra grano e orizzonte.
Correre in libertà,
a raggiunger la fonte
che dona sazietà
e novello vigore.
L’istinto prevale
sul razionale
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Il continuo sciabordio
di elegiaci pensieri,
s’infrange sulle rocce aguzze
delle notturne insonnie.
Si culla la mente. Vagheggia .
Oscilla il vibrare della notte,
tra l’intenso buio
che oscura ogni speranza
e il primo chiarore
d’un’alba
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Nella quiete del silenzio, che giunge
quando si spegne ogni frastuono
del quotidiano incedere pel mondo,
nel buio della sera, che si accinge
ad assopirmi l’anima, tutto il buono
che c’è in me fuoriesce, frusciando
tra gli oblii alla ricerca
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Quando una rosa sboccia
il profumo d’amor s’apre
ad ogni cuore che aspira
a giunger lontani orizzonti
e là perdersi per sempre
tra petali di velluto roseo
e sogni d’incantato amor:
è Maggio dei fiori il poeta,
vate degl’intensi
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Il delicato effluvio evapora,
emanando indizi di bellezza
ch’indugiano un po’, ancora,
prima d’evaporare. Carezza
d’Eolo sfiora le mie narici,
che, grate alla ricca fragranza,
s’aprono, respirando felici.
La giovine stagione danza
al ritmo di
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Patemi d’animo
s’intrecciano con i
profumi dei fiori
che a maggio sono
ovunque
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Di vita mia traggo vita e suggo
linfa d’universo sì immerso
da compiere il volere non voluto
al fine di piacere a chi non piacqui
ma la misura colma e stracolma
incide l’anima e l’urlo recide
a voce tenue di verità ingenue
vergine il
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L’ultimo sogno interruppe la tristezza,
la sbriciolò, senza timore alcuno,
le legò un laccio al collo, con tenerezza
la vide appoggiarsi al suo seno:
la sentì esalare il suo ultimo respiro.
L’ultimo sogno sgretolò lo
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Giuda irruppe nei meandri dei potenti
salvandoli dall’imbarazzo con l’inganno:
non tradì, obbedì agli ordini,
deturpando l’affresco del Maestro,
l’impronta del labbro sulla guancia
fu l’ultimo gesto della sua cortesia,
contraccambiata
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Non dormono mai i sogni
stanno svegli ad osservarci
ad esaudire i nostri bisogni
a proteggerci e ad amarci.
Vola su in alto
nei cieli del mondo
tra cime di cobalto
ancora per un secondo
vola senza ali
tra gioie e fantasie
su vette senza
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Arrivano.
Non so dove,
ma arrivano,
i pensieri folli
che sporcano i fogli,
s’allargano:
come cerchi sull’acqua
e vibrano,
le singole energie
mutate in poesie ...
...uno spazio su cui sognare
di sogni che cullano l’anima
ed una penna con cui
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Le case sembrano
crollare addosso
in quest'aria velata
da triste visione
in questa serata
senza luce di luna
un solo lampione
fioca luce che opprime
le case stridono
d'ossa marcite
in queste buie vie
di branchi di cani
e ringhio feroce
che
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Indirizzo personale di Salvo Scamporrino: salvatorescamporrino.scrivere.info
Cu potta a coppula stotta, iè malandrinu
e talia a tutti pari pari cu l’occhiu finu,
ma su ci fai “bau” fui lesto, senza frenu,
picchì sa scanta di l’umra so, mischinu.
Cu camina c’annacata, si senti spettu
e vulissi di l’autri
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Perche' non farti contento
e tramutar ogni tuo lamento
in un delicato sorriso?
Perche', così all'improvviso,
non allungarti una mano
per tirarti un po' più vicino?
Per scoprir ogni pezzetto
del tuo celato affetto,
ogni tua
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Nell’incerto scorrere del tempo breve
il pianto d’amor è cosa lieve
ben più greve è il soffrir le pene
d’una lunga vita d’affanni e catene
l’inceder triste con gli occhi addosso
l’avvertir presenze ad ogni passo
tra le affollate
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Boriosi d’aria e di penna
i poeti dipingono aurore
e scintillii di stelle
e lacrime di cuore
e tutti i colori dell’arcobaleno
che cadon giù
da un cielo spesso sereno
a mescolarsi agli orizzonti
che limitano la vista e l’anima.
Crollano
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Scivola su vetri offuscati
appannati
rigati
da gocce che lente
percorrono
scorrono
su tracce trasparenti
irregolari
binari
senza nessuna mèta
Finalmente posso vedere fuori
immagini sfuocate sbiadite
sagome distorte
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Il Marzo opulento s’ingrassa
di nuovi germogli d’erba fresca
e dilata i giorni, sempre più adorni
d’intensa luce. Gioiscono
i cuori della mite Primavera
che recita l’annuale atmosfera
d’aspri profumi cosparsa.
Vivifica i colori, Marzo.
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Incerto e vago bagliore
tenta di tracciare i contorni
di quel che resta di me
brandelli di silenzi
rugginosi
un ramoscello germoglierà
forse domani
forse dal tedio che uccide
la solitaria ombra
sopravviverà
non c’è
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In un attimo il silenzio ascolta il fruscio dell’anima.
Non più frammenti di corpi s’odono brulicare.
Non più cori di voci lontane esplodono dall’interno.
Non c’è la pace,
non esiste la pace,
finché ho un corpo.
Un
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Se, un giorno, il sole non sorgesse.
Pausa di riflessione. Silenzio. Buio.
All’improvviso, il sole non sorse.
Solo sguardo interiore. Semibuio.
A volte serve perdersi dentro sé.
Ritrovarsi nell’oscurità. Straniero.
Non domandare
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Lo scivolare lento degli anni
conduce verso la caducità,
l’assaporare i lievi malanni
fa riflettere sul tempo che va,
lo spazio si stringe sempre più
attorno a quel che rimane
di pezzetti di vita che quaggiù
hanno un’importanza
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| Disteso sul verde d’un’erba umidiccia,
m’accorgo di te, o cielo che scorri
entro ovattate nubi rigonfie di boria.
Andirivieni di luce e di ombra m’assilla.
Non voglio assorbirti, cielo,
sol voglio solivago navigar per l’alma mia,
c’altro non merita
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| L’idillio tessuto da ragni poeti
cattura l’insidie d’oscuri pensieri
mutandoli in linfa per sogni discreti
di fughe irreali su bianchi destrieri ...
...sarò l’acrobata che volteggia
agile su ogni sommesso dolore
equilibrista sotto una
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| Trema. Almeno una volta,
abbi paura del buio intenso
d’una notte che si è sciolta
nei ricordi del penso e ripenso,
nel cupo e assurdo rancore
che bisbiglia odi repressi,
nell’umido e freddo sudore
secreto da pensieri oppressi.
Falla tremare
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| L’imbrunire del tempo
ne scalfisce le sembianze
apparendolo riflesso
di vite già vissute: danze
d’anime abbracciate
per un eterno rimembrare.
Sogni di deja- vu:
al risveglio dimenticare
i contorni del reale.
Colmi d’amate spiagge
gli anni
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858 poesie trovate. In questa pagina dal n° 691 al n° 720.
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