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Salvo Scamporrino
Le 858 poesie di Salvo Scamporrino
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Disperso nel vuoto
d’un sentimento vacuo
sillabe mancanti
peripezie d’acrobata
sull’orlo del baratro
in
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Immagina il canto
di una poetessa infelice
immersa nell’incanto
di scrivere tutto quello che dice
il cuore bombardato
da sillabe di schegge impazzite
versi che ha trovato
nelle sue esperienze fallite
e tutta esce fuori
la rabbia che sul
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Neve sciolta dal sole di febbraio
sulla Montagna che sputa fuoco
in un giorno senza data o nome
disperso tra i boschi dell’esistere,
neve che gocciola da rami secchi
di un inverno ormai agli sgoccioli,
a breve saranno germogli di vita
e teneri
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Non solo pianto in quegli occhi chiari
un lontano canto ricopre tutti gli spari
nell’infinite notti di mezza luna spenta
di pugni stretti e di vuoto che spaventa
occhi asciutti che non sanno più dire
occhi aperti e stanchi per non dormire
non c’é
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Piccoli passi in un cuore bagnato
si fanno strada tra tumulti e perdoni,
il rumore dell’acqua che scorre
mi ricorda l’alba della mia vita,
primi vagiti di un mondo scordato,
i pianti e le risa e le mille illusioni
che il tempo ha sbriciolato e
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Allaccia strette le scarpe
ed inizia a correre, vai!
Non saremo mai liberi davvero,
ma in certi momenti lo siamo.
Quindi corri con il vento
che ti sferza il
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Particelle sospese tra radici e cielo
avvolte da invisibile velo
attendono con pazienza il disgelo
vagano tra mondi paralleli
appese ai fili e agli steli
ai loro soli per sempre fedeli
il calore giungerà alla fine
liberandole dalle loro
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Intensi momenti di follia
prendono quota e aleggiano
su pianure di pura poesia
i pensieri amoreggiano
con candite nubi abbaglianti
che nel cielo veleggiano
mi portano verso amaranti
orizzonti d’ovatta e canditi
che brillano come diamanti
mi
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L’ascolto del soffio d’aria pura
ch’empie la vita ed ogni cosa
è l’estasi d’amore e di natura
che profuma d’essenza di rosa
sibilo costante
fruscio d’aliante
respiro d’amante
suono incessante
mormorio distante
ronzio zelante
zufolo
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| L’eco si udì
di cauti cori,
poi gli spari
e l’eco morì,
sopra la neve
orme di passi,
corpi scossi,
silenzio greve,
natura morta,
morta davvero,
cupo
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Lascia che il tempo faccia il suo corso,
lascialo scorrere per il proprio verso,
non ti chiedere cos’è il bene o il male,
vivi i tuoi giorni in maniera naturale,
non giudicare pensando alla ragione,
comprendi il senso d’ogni situazione,
sappi che il
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A Giano t’ispiri spoglio d’ogni gesto
che possa aprir le porte la buio pesto
delle tue algide notti sì tanto infinite
quant’avvezze a movenze rattrappite
poi l’alba di un pallido sole innocuo
rischiara volti accesi dal fuoco fatuo
d’una natura che
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Questo gelo che non si scioglie mai
arrugginisce l’anima e la tormenta,
soltanto frùscio di tramontana nel
tunnel malinconico dei miei pensieri.
Sfalda la carsica crosta che invecchia
veloce, come passano le gioie e poi
svaniscono nel torpore che
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Starò col fiato sospeso
a rimuginar tempeste scioccanti
e violacee radici di liquirizia,
starò così, a masticar l’angoscia,
finché vedrò le tue labbra sorridere
una smorfia appena percepibile
e capirò di poter ripendere
ad assaporar aria
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Ricami di silenziosi pensieri
celano infiniti cieli d’azzurro
intrecci di invisibili filature
annidano ombre di tenue luce
e tu scintillii diamanti di vita
nelle
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| Tremolio
di foglia ancora
sopra un ramo appesa,
l’ultimo soffio di vento
come carezza di un addio
la precipeterà su giallo prato,
cosi son io adesso,
penzolante da un tela
tessuta dai mie pensieri,
basterà un gesto di tenerezza
per farmi
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Invia un messaggio privato a Salvo Scamporrino.
Indirizzo personale di Salvo Scamporrino: salvatorescamporrino.scrivere.info
S’accese lo stupore alla vista
dell’irriverente turbamento
indotto dalla viuzza stretta
d’alcun altra sortita priva.
Un sobbalzo d’umori perfidi
sussultò lancinanti grida
spalancando abissi d’anima
ove rovinarono le sofferenze.
S’avviò l’impeto
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Sguscia dalle mani infreddolite,
tra le cui pieghe il tempo s’è fermato,
quest’essere sospeso tra le vite
appese al filo d’un apparente stato.
Striscia su cristalli di mille colori,
su cui le emozioni sono riflesse:
le intense esperienze d’odi e
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Il manto di neve fresca e soffice
non ha orme
i corpi esili e leggeri troppo smunti
come ombre
non lasciano segni
non lasciano impronte
tutt’intorno il filo spinato
confine macabro
in un posto sbagliato
nel bianco manto la Signora in nero
falcia
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Nulla di nuovo
all’alba del nuovo anno,
nessun rinnovo,
il solito affanno
s’alterna al sorriso,
le solite urla
a frammenti di paradiso,
avverti ch’è una burla
il passar la mezzanotte,
perché oltre, è nient’altro
che le solite scarpe rotte
da
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Il dilatare d’un istante
squarcia
la tela dell’esistenza
è l’attimo incessante
che crea
la sua stessa
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Bottiglia di vetro verde rotola sul tavolo
d’una stanza vuota, senza una finestra.
Mille pezzi appuntiti sbriciolati per terra.
Cocci frantumati tra molliche di pane.
Quali pensieri appesi sul muro bianco?
Forse di vita? Forse di morte? Forse
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Un brivido mi par di sentire,
non so se d’amore
oppure è il timore di lasciare
questo cielo azzurro ...
Forse è il tremolio che s’avverte
allor che il cuor batte forte,
quando ancora fa mattino
e riapro gli occhi al suo chiarore.
Un brivido che fa
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"Su nun sai cca fari, statti femmu,
picchì accussì fai sulu dannu!"
Ci rissi u mastru o picciottu
ca era ngignusu, ma mpocu stottu.
Subbutu arrispunniu a stampu
u carusiddu, ca passi nu lampu:
"Vossia ‘mpaci mi fa travagghiari
sennò comu mu ‘mparu
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Non c’è storia. Oltre la mente
che confonde e che stordisce,
ubriaca di sè stessa solamente.
Si stringe forte alle sue
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Non fui felice
in quel tempo
ove tutto si spense,
soltanto paura
e fiato grosso
e ululati di pensieri
convulsi e grevi.
Non vedevo
orizzonti di luce
a cui aggrapparmi
per sopravvivere,
non sentivo più
il cuore pulsare,
solo il rumore
di caos
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Per caso
il vento potrebbe tacere
e spegnersi
il fuoco nel braciere,
lentamente
dissolversi in cenere,
non più fiamme,
soltanto nere nubi
in un cielo senza fulmini,
per caso
la vita potrebbe cadere
nel vuoto pieno
di nullità
e sparire per
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Impavido nero guerriero
percorre l’irto sentiero
con andirivieni austero,
vuole svelare il mistero
che rende l’uomo libero,
mai più becero e misero:
edificare il cuor sincero
dentro ogni suo pensiero
che aleggia si leggero
come sparviero o
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Dopo che scende la sera
e l’oscurità copre le ombre
d’un giorno di vite sgombre
da incroci affollati e sincera
la notte silente acquieta
i vicoli
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Donzella dal fare procace
non sempre a tutti piace,
ma ella mai e poi mai tace,
insiste nel turpiloquio vivace
fin quando la gente soggiace
al suo parlare molto loquace,
poi un tizio, fermo e audace,
le si mostra con fare mordace
implorando
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858 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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