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♦ Michelangelo La Rocca | |
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Salvo Scamporrino
Le 858 poesie di Salvo Scamporrino
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Se bastassero lacrime fluenti
ad inondarmi il cuore
di urla di dolori e tormenti
per potermi consolare
di non averti amato abbastanza,
a te che ho dato tutta la mia vita
tra l’eterna gioia e la sofferenza,
tu che sei la mia voglia
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Solo, sulla strada che conduce non so dove,
spesso mi perdo nel sogno della realtà.
Abbagliato dalle luci del palco, cerco altrove
la pace che nessuno mai mi venderà.
Intanto il tempo sfugge ad ogni controllo,
annientandomi giorno dopo giorno.
La
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E’ dolce il dormire
in questo mese speciale
che mi vide apparire
sicché mi diede il natale
com’è ch’io giunsi
il perché non mi sovviene
non so se risi o piansi
se fu male o se fu bene
sol io so che son nato
al dolce tepore d’aprile
da
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Giorni trascorsi
ad ammirare
i campi di grano
che ondeggiano
tra gli ulivi e gli aranci
riverso in me stesso
con lo sguardo lontano
osservo la sottile striscia
di mare azzurro
che si confonde
con il cielo offuscato
ed il lento moto
delle
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Un petalo cade già
dalla triste corolla
d’un fiore color lillà
planando s’una zolla
leggero l’accarezza
recandole
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Volgo lo sguardo al cielo
lo scintillio delle stelle
mi scioglie dal cuor il gelo
d’un giorno a fior di pelle
nel firmamento
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Rena bruciata dal sole
avvolge la bianca pelle
sogno di campi di viole
e pioggia fine e ribelle
a quest’arsura che
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Sul molo fluttua l’onda
schiumando acqua e sale
nel cuor mio sprofonda
abissandosi nell’irreale
prima di risalir la
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E’ di primo mattino
che s’alza il profumo di gelsomino
nella campagna assolata
da Primavera appena iniziata
germogli di fiori
fan capolino
nei campi e nei cuori
odore fino
di zagara e menta
riempie il giardino
di fragrante essenza
ed io
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Soavi sono la parola e l’idea
ch’emanano da un cuor leggero
e ricoprono, come alta marea,
i sentimenti d’ingenuo pensiero.
Fraseggio si gentile ed educato
trasmette una cordiale serenità
a chi nutrirsi sa dell’afflato
composto d’armoniosa
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S’alza al mattino la palpebra lenta,
entra la luce nello spiraglio e canta
l’alba, vibrando nell’orizzonte rosso,
l’inno alla gioia del viversi addosso.
Si riempie il cielo di porpora e rosa,
svegliando il mondo che più non riposa,
inizia il
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Verde il prato di fiordalisi pieno
in distesa infinita d’intenso ciano,
laggiù si perde tra dolci colline
nel quieto paesaggio senza confine
ed io in silenzio basito ammiro
si tanta beltà con profondo respiro,
m’illumina l’anima tale
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Cadranno lapilli e cenere
nera polvere e fuoco ardente
alzai occhi al cielo e accecai
"fuggite tra i ruderi e le macerie
sconsolati pastori del
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Tu te ne stai, sberleffo del tempo perduto,
tra grigiori d’una festività che si sbriciola.
Scaltro sciamano dalle mani bianche, muto
rotoli i tuoi pulsanti pensieri nella ridicola
luna piena, che passa e ripassa in un cielo
proiettato da vivi
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Mossa dal vento novembrino
d’un pomeriggio assolato
ondeggi sull’acquitrino
che ricopre fango screpolato
attendi che si faccia sera
quando la luna s’accende
sull’acqua non più nera
che ai suoi raggi s’arrende
libera nell’aria oscilli
sotto
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M’innamorai della notte
quel giorno che a flotte
le stelle stesero un manto
di fulgida luce d’incanto
si stupito nel buio rimasi
con il capo all’insù quasi
in estasi di siffatta beltà
che in terra simili non ha
m’innamorai quel giorno
d’una
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Invia un messaggio privato a Salvo Scamporrino.
Indirizzo personale di Salvo Scamporrino: salvatorescamporrino.scrivere.info
Misto ad aceto, il mio umore sorseggia rammarico,
nel frattempo, grigie nubi svolazzano minacciose,
finché si sciolgono, riducendosi in vapore serafico,
trasformando le appuntite spine in delicate rose:
s’alza il sipario
e vola nel cielo
il non
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Novembre giunge a consumare
ogni istante di cadute di foglie
che lasciano le piante spoglie
nell’attesa di un’onda di mare
o di un tocco di pura magia
che
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Travolgente danza di nubi
su d’un cielo asfittico e cupo
e giù acqua mista a grandine
che sconquassa ogni vita
si rivolta l’essenza naturale
laddove emerge il dolore
fuggente sensazione inerme
che scuote pensieri sopiti
nessun arcobaleno
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Le acque serene
del lago velato
da bruma sottile
celano l’ignoto
aleggia un senso
di cupo mistero
che la tenue luce
in paura traduce
si ha il sentore
d’oscure energie
che vibrano lievi
tra stille sospese
la zattera liscia
avanza silente
si
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Son diventato terra ove sprofondano
le radici che alimentano la vita,
la pioggia mi bagna dal di dentro
con lacrime d’immensa solitudine,
mentre il vento accarezza le mie fronde
sussurrandomi storie già vissute,
prima che la fiamma che rigenera
mi
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L’ulivo verdeggia tra i secchi arbusti
e le macchie di profumati rosmarini
dai resti della masseria echeggian gesti
di sudore e fatica di poveri contadini
mi pare di sentire i suoni della vita
d’un tempo che mai più ritornerà
e m’assale una
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M’incidesti il cuore (e con esso la pelle)
con i tuoi sguardi taglienti e silenti
occhi ammalianti che penetrano muti
nei vicoli oscuri delle mie membra
e danno luce (stupendi orizzonti)
che piano conduce verso mète
d’estasi infinita ed oasi di
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Nutrimento per l’anima questo mio poetare,
questo esternare su bianco foglio me stesso,
fuoriesce l’inchiostro dalla penna e mi pare
di dare luce al mio più intimo buio immerso
nel profondo cunicolo che funge da trincea
per tutti gli sguardi tristi
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Talvolta il mio volto riflette la coscienza
che non si esprime con incerte parole,
non può farlo senza confondere chi vuole
capire realmente del cuore l’essenza.
Allora l’espressione del viso è sincera,
per chi ne sa cogliere il sentimento
e
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La palma adombra scirocco
e miraggi creati dal sole
e dalle gialle dune ondulate
da illusi occhi asciutti,
il serraglio avanza di profilo
nel silenzio che ascolta la sera,
quando ancora un po’ di luce
riflette lunghe ombre buie,
intanto, di là, la
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Furon le parole d’un tempo perduto
a riempir le membra di brividi
a dare l’esatta parvenza
della tenera età
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Invisibili energie,
creatrici senza posa,
fan reali le utopie,
plasmano ogni cosa,
emanate da pensieri
che in sé ognuno ha,
li fa, concreti e veri,
diventare la realtà.
Si rimodula il presente
così in ogni istante
col lavoro della
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Sospesa tra l’eterno
ed il mortale
in continuo movimento
pur se immobile
trasuda lacrime
ed emana sorrisi
sospesa tra il pensiero
e la parola
muta
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Danzan leggere su prati dorati di spighe
sciamando tra tulipani dai petali sottili
all’alzarsi del vento tentano vane fughe
fuggendo dalle intemperie a loro ostili
basta poco a spezzarne la tenue fragilità
a rubarle l’effimera beltà tanto
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858 poesie trovate. In questa pagina dal n° 241 al n° 270.
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