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Salvo Scamporrino
Le 858 poesie di Salvo Scamporrino
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Di adamantina onestà rivestita
la purezza d’animo di così gentile
e garbata creatura, diafana l’essenza,
stupisce chi dall’incanto è rapito.
Esile il corpo traspare di luce
che la pelle carezza col suo scintillio
e la rende tremula e d’amor
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Duro il colpo, dura la terra:
il corpo non urla, giace.
Ancora la luna
ne è testimone, sempre
la luna che non parla.
Svanisce l’ombra,
nel profumo
che copre la tristezza,
il fastidio della presenza.
Questo è il coraggio!
Fuggire nel vuoto
che
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Il sogno mi dice di morsi,
di carezze mai date
e d’abbracci che soffocano
e respiri d’affanno che riempiono
due corpi facendoli levitare
leggeri ... leggeri ...
Il sogno svanisce nel nulla
e la mia guancia è porpora
di labbra, è
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Un notturno sorriso s’insinua
tra bianche lenzuola di lino
a cercar tra le cosce il destino
di peluria intonsa ed ingenua,
tal solletico scatena le risa
di fanciulla a ciò non avvezza
che, felice di quella carezza,
si cinge di voglia improvvisa
ed
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| Silenziose presenze s’avvertono
lungo i viali percorsi dall’esistente
e vibrano, come tremule foglie
che attendono di librarsi in volo
attratte da sconosciute essenze.
Non è un miraggio, né un sogno,
né fantasia d’un uomo che
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| S'addormentò serena
tra le lenzuola bianche,
chiuse gli occhi appena:
le palpebre, stanche,
tremarono per un secondo,
poi fu dolce il dormire
tra le pieghe d'un mondo
dove si può gioire
per un gesto gentile
o per un tenue
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| “Cià stari quantu u riavulu mpararisu”
Ci rissi na mattri o figghiu lagnusu
“Ta moviri, ta maniari, ratti vessu:
Isiti u culu ra seggia, ca si pessu...”
Cià rispunniu cammu u picciriddu
“Ma su sautu e ballu comu
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| Non adesso, non ora,
magari più in là,
quando la luce dell'aurora
lentamente si spegnerà
e l'effimera giovinezza
avrà finito il suo tempo,
il tempo della leggerezza,
e non avrà più scampo.
Non adesso,
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| Sfiora le guance
con gesto cortese,
rosse come arance
così le ha rese.
Per il suo candor
d’anima pia,
appare il rossor:
segnale di spia.
Pudor di donna
gentil e onesta.
Prova vergogna
e immobile resta.
Così tremante,
col cuor
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| Rapìti tutti i potti,
i finestri spalancati
sia di ionnu ca ri notti,
rapitili e ciaurati,
ca a maggiu l'aria fina
riciala i cittadini,
agghiana de iaddina
ca di zagara su chini,
si spanni nta li strati
e dintra li cuttigghi,
sunu
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| Sul viale coperto di foschia
nel nulla si dissolvono le forme
gli incerti contorni svaniscono
alternandosi tra luce e ombre
piccoli bagliori s’attenuano
scivolando nell’umida nebbia
si confondono con il fremito
d’ingiallite foglie vaganti
o col
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| Incontrai i tuoi occhi puliti
in un profondo sguardo d’amor
luccicar di bontà li vidi
da un nobile e onesto cuor
le iridi brillavan di luce
due soli a mezzogiorno
illuminavan la via che conduce
dentro un piacevole sogno
incrociai i tuoi
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| L'intimità della lumaca è palese
come la sua lentezza strisciante
il guscio la ripara dalle offese
non da un passo calpestante
così è come la vita di clausura
che sbava viscida in solitudine
lo star soli dentro quattro
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| Foss’anche questo silenzio che urla
lancinanti grida di dolore
a tormentarmi il cuore
e l'anima mia che ribolle,
giammai smetterò d’amarti,
dolce creatura dagl’occhi sinceri.
In silenzio ascolterò i tuoi pensieri,
muto sarò
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| Il dolce scandire di rime
e d’indefinita metrica è sublime,
se dall’animo sorge il canto
e si riesce a creare l’incanto ...
...dopo ... solo il fluire leggero:
ogni parola, ogni pensiero
è come un fiume che al piano
calmo scorre e
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| Parapendio nevrotico precipita
dal breve altopiano erboso
taglia l’aria come coltello
sventagliato da mano isterica
una nube sanguina azoto
si riempie il palloncino blue
e in un boate assordante
si sbriciola nel vuoto
parapendio scoperchia
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Invia un messaggio privato a Salvo Scamporrino.
Indirizzo personale di Salvo Scamporrino: salvatorescamporrino.scrivere.info
| Cuore infranto precipita
sulle strade coperte d’anime
migranti nelle vite convulse,
di tanto in tanto nuvole
offuscano le vie del mondo,
spegnendo i sentimenti illusi.
nei cappelli solo turbamenti
e fili di rame colorato:
finzioni di gesti e
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Ancora qui, a respirare
quest’aria mattutina
che sa di cielo e di mare,
in me gocciola la brina
della notte e appare
una tenue
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Perso nel verso che spesso non rima
confuso sprofondo giù più di prima
sono giorni di sogni e fallace realtà
bagliori che anelano alla
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Spirito libero s’adombra
di luce di primo sole
che semplicemente inonda
le stelle
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Nel cielo sparviero rapace e pioggia
fine leggera sottile come un velo
che cade cade cade e cede nel vuoto
che non sostiene e non trattiene
in terra campo fiorito di nespole
e fiori di loto in lacustre paludi
le orme vanno sul colle e mai
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Nei giorni del tempo fuggente
Alceste nella foresta prega
per gli uomini con il velo dei sensi
perché l’alba ritorni ancora
e rischiari le ultime gesta d’amore
nei giorni che sanno d’addio
gli Dei impongono il sacrificio
per tornare a vivere
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Malinconia trabocca da occhi lucidi
su rugoso viso oramai spento
appaiono ricordi sempre limpidi
e memorie offuscate dal tempo
gli anni ancor più fuggenti
assottigliano i pochi pensieri
accenni di sorrisi son presenti
di rado nel rimpianto di
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Sugnu aria sugnu ventu
cielu di nuvuli senza abbentu
sugnu acqua di funtana
ciumi ca scinni vessu a chiana
sugnu terra sugnu massu
sugnu
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Spegni la luce, voglio sognare,
voglio portare il mio cuore altrove.
Al di là c’è una voce potente
che penetra vite e semina vita,
quando potrei ancora cibarmene?
C’è un vento sottile e leggero
che riempie ogni essere d’esistere
e una barba bianca
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Uccelli sparpagliati
tra le tegole
d’un casolare vischioso
giaciglio provvisorio
dal lontano orizzonte
irraggiungibile.
Compatte spighe di grano
ondeggiano piano
in un’alba torrida
lo stormo s’alza in volo
tentando di afferrare
il chiarore
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S’affloscia, nel buio
d’una notte senza luna,
la voglia d’andare.
E resti fermo o
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Verdi ulivi perlati
sotto il sole cocente
ombreggiano le vite
di ludici pargoli che
allegri s’abbandonano
alla loro innocenza.
Laggiù sfuocata luna
s’alza dal torpore e va
a rincorrere le nubi
velate d’umida afa
mentre una fanciulla
sparge
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Il terreno esilio
la tua presenza
consola, umilio
la mia essenza
d’arido deserto
per dissetare,
al tuo cospetto,
la sete di dare
compiuto senso
alla solitudine.
Voglio l’assenso
senza acredine.
Voglio l’essere
in te presente.
Voglio
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Ricordi smembrati
da parossismi isterici
fioccano su corpi
distesi a macerare
le onde salmastre
levigano la pelle
sottigliezze e brividi
cornici di corallo
fragile consistenza
rimuove la memoria
rimane tabula rasa
vergine atavica
sentiero
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858 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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