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Demetrio Amaddeo
Le 647 poesie di Demetrio Amaddeo
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Non pensare
per non lacerarsi e isolarsi.
Non pensare
magari ubriacarsi
di vino, di birra
o di musica sparata nelle orecchie
oppure di marijuana
raccolta sulle strade
dove le puttane aprono le cosce
e non trasmettono angosce.
Non pensare
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E oggi cosa scrivo?
Del vuoto ho le palle piene
ancor peggio delle pene.
Dipingo un quadro?
Magari di me stesso
mentre me ne vado.
O canto a squarciagola?
Sfogo questa rabbia
che pian piano mi divora.
Avete il vomito?
Allora scrivo della
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Nella linea d’oro
che unisce la certezza all’insoluto
c’erano due punti
tra le nuvole e la storia
persi nel piano cartesiano
di due mondi paralleli.
Ma nell’assioma dell’amore
l’infinito non ha senso
e altri punti si sono aggiunti
per formare la
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Ecco, adesso può partire la giostra del non sentire
tiritere inventate per non sentirsi morire.
E tu, che ti cimenti da poco, stai accorto
e cammina con sospetto in questo mondo falso
d’anime vendute all’asta
ti cuciranno presto un cappotto
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Sono un figlio di Dio o un figlio di puttana?
Forse sono figlio di una sottana
al profumo di lavanda;
sicuramente sono figlio di madre
di un Angelo, una fata.
Sono figlio dei fiori o figlio dei colori?
Forse sono il figlio delle picche
delle
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Di cercare soprattutto le risposte
alla vita, all’amore, alla morte.
Ecco perché sono qui
curvo come un ramo sull’essenza
e negli occhi fili d’erba
la mia terra e l’indecenza.
Ecco che mi spoglio
e lascio in questo foglio
i miei organi vitali e
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Se un giorno mi cercherai
cercami nelle ombre della notte
nei sogni delle prime luci dell’alba
nella coda di una lucertola
che si dimena nella terra secca
cercami nell’acqua torbida
nel tumore della mia gola arsa
nelle nuvole in fondo al mare
nel
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Cercavo mia madre, oggi al camposanto
e sono arrivato fin lassù
spinto dall’istinto d’abbracciarla.
Giravo tra macerie, lapidi e monumenti
con in mano una rosa
nel cuore il vuoto e serravo forte i denti.
Cercavo mia madre, oggi al
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Se riempio il cuore d’amore
affogo nel miele
e mi nutro di brandelli
attimi rubati
alla mia dignità.
Se rimane vuoto
sprofondo
tra l’eco di un sospiro
e l’infinita voragine del dubbio
strisciando come un verme
alla Corte di Dio.
Ma l’amore
mi
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Vorrei morir
tra le tue braccia
mentre m’abbaglio
del tuo sguardo
e della tua faccia.
E invecchiare con te
vorrei
leccandoti le rughe
nel cammin che porta
verso l’ignoto
in quella rupe
che da qui è il Paradiso.
Vorrei con te bere
l’ultimo
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La mia poesia è senza regole
è anarchia
inutili parole
tinte di nero
con sprazzi di colore.
E’ follia
eco
tarlo che corrode
è droga senza rimedio
frusta nella schiena
martello
che picchia nel cervello
ombra
che non vedo.
E’ treno
sibilo d’
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Forse moriremo insieme
abbracciati
all’ombra di un bacillo
o forse lontani
a testa in giù
impiccati
sul viale dell’amore
magari
sono deboli supposizioni
paure trafugate
nelle sfere
di falsi maghi
ma adesso vieni qui
baciami le mani
il
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Ho cercato in tutti i modi di salvarti
di salvarmi
e ti ho afferrato anche dai capelli
per non farti sprofondare
nell’assurdo teorema del tempo
degli anni e degli inganni.
Con forza volevo trascinarti
al di là del fiume
dove muoiono gli amanti
i
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Beati voi
che siete sempre contenti
non conoscete malinconie
e non sognate tradimenti.
Beati voi
che siete illustri poeti
addobbati come alberi di Natale
che scrivete versi come costruite presepi
e credete ancora alle fate.
Beati voi
che vi
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Ho perso l’ultimo pezzo di cuore
l’ho sputato sull’asfalto
la gente non lo vede
e lo calpesta come il fango
ed era il mare.
Ho perso l’ultimo treno
l’ultima carrozza si è staccata
dal binario che portava all’infinito
ed era il mio veliero.
Ho
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Finirò di guardare il mondo
da questo balcone a strapiombo
sarà forse lontano giorno
o tra meno di un secondo
Avvolto da una vita
che sempre più m’attorciglia
osservo con blasfemi occhi
incastonati in rami di ciglia
Dove siamo finiti amici
in
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Invia un messaggio privato a Demetrio Amaddeo.
Indirizzo personale di Demetrio Amaddeo: demetrioamaddeo.scrivere.info
Da bambino sognavo
mentre con la matita
sul banco tracciavo
linee senza senso
scavando un buco
come se fosse lì
il mio destino.
Il maestro urlava
e le sue mani erano tenaglie
sulle mie orecchie già a farfalla.
La domenica scappavo
dalle
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C’è chi ce l’ha e chi mai l’avrà
c’è chi paga l’affitto
e chi deve fare i conti con lo sfratto
c’è chi la sogna e chi la disegna
c’è chi vive in una fogna
e chi ha le pareti di cartone
chi la tiene sempre chiusa
e chi se la gioca ai dadi.
La casa
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Non ha soluzione
questo teorema interiore
gioco di carne, anima e stupore
sulle scalinate degli inferi
dove io non ho nome.
Non ha risposta
questo oscillare del cuore
che si frastaglia come una rosa
in un campo da arare
nell’unica pietra
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Sono sempre le stesse cose
gli stessi gesti
gli stessi tramonti
ed io mi trascino come un verme
in questa terra di escrementi.
Sono sempre le stesse parole
le stesse vertigini
gli stessi esempi
ed io vorrei sputare l’ultimo pezzo di cuore
che
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Ingoio fiori
e rigurgito stelle senza luce.
Sogno il paradiso
e vivo tra le fiamme dell’inferno.
Semino amore
e raccolgo foglie di ortiche.
Cerco Dio nel silenzio
e mi ritrovo io stesso bestemmia.
Disegno il mio cielo
e sotto i miei piedi frana
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Non hai capito
era conservato per te
sigillato, intatto e immacolato
nell’oscuro meandro
tra il cuore e il costato
dove nascono i fiori
e muore il perchè.
L’ho nascosto da sempre
dalla luna, dal sole
dagli abbagli di stelle
che portavano
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Quello che ti cambia non è il tempo
non è la luce e né il vento
quello che ti cambia è il sale
che ti rimane in bocca nelle giornate opache
quando l’amore ti scivola via
e tuo fratello gira il volto
verso l’ignoto
dove non c’è padre e non c’è
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Non trovo più il modo
d’ingannarmi
non bastano le droghe
per riempire gli spazi.
Basterà un urlo per sfogarmi?
Basterà sputare fuori il marcio
accumulato in questi giorni di silenzio?
Ma come fate voi, amici
a rimanere impassibili
guardate, il
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Miei cari amici
dove nascondete il vostro odio
in quale cantina in quale alcova
sempre sorridenti a me apparite
proprio come io vorrei ma non lo sono.
Miei cari amici
dove consolate le vostre pene
in quali gronde purificate
le malefatte a cui è
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Sono così normale
che potrei anche fare una pazzia
mettermi a ballare
senza musica e senza compagnia
o magari mettermi a volare
per superare le barriere
che inconsciamente ho alzato
per essere migliore.
Sono così normale
che mi sono un po’
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Ti ho cercato
tra i ricordi di bambino
nel sorriso spezzato
tra i balocchi
conficcati nella gola.
Ti ho cercato
tra i volti sconosciuti
nelle voci di una preghiera
e gli scuri chiusi
di una chiesa.
Ti ho cercato
nei miei passi lenti
tra i
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Amico mio, dove sei?
Viviamo nella stessa città
nello stesso isolato
ma mai ti vedo, mai t’incontro
per raccontarti di me
di questa vita idiota
che consuma e ci perfora.
Amico mio, dove ti nascondi
esci fuori, parliamo
o vivi anche tu
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Che senso ha ancora barare
oggi dovrei uscire alla luce del sole
e urlare il tuo nome o quello di Dio
invece rimango qui rintanato
a bere le lacrime
e spaccare a pugni quel muro
che mi separa dall’essere uomo.
Che senso ha ancora giocare
oggi
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Ho anch’io una tana
scavata nella roccia
di una città ingrata.
Ho anch’io un rifugio
per scampare dal nubifragio
per rifugiarmi dalle belve
mascherate da umanoidi
che truccati e profumati
popolano le strade.
Come consuetudine
ho alzato
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647 poesie trovate. In questa pagina dal n° 271 al n° 300.
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