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Demetrio Amaddeo
Le 647 poesie di Demetrio Amaddeo
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Mi tocca quasi sempre d’essere
anche quando non vorrei
e mi tocca amare
per disperdermi nel vuoto
e colmare il vuoto
tra l’inizio e la mia fine.
E allora amami
per quel che non sono
per quello che oggi siamo
nell’attimo che resterà.
E allora
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Ho l’immagine di te che sorridi
mi martella gli occhi e la mente
e scivola giù nel ventre
dove sento l’eco del tuo amore.
Ma adesso balla con me
questo Tango d’altri tempi
avvinghiati ai lembi
della mia pelle che trasuda di te.
Balla con
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Oh luna, perché ti nascondi
dietro nuvole ansimanti
perché non ti fai vedere
in tutta la bellezza
come nel colore candido
di una tunica benedetta
come pelle vellutata
di donna tra gli orgasmi.
Oh luna, non ingannarmi
non trasfigurarti
mostrati
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Dove stiamo andando
cosi spavaldi
con in faccia il vento
e alle spalle un mare nero
timido ma vero
che ci fa dimenticare
i passi sulla spiaggia
di passati amori.
Sei la mia sopravvivenza
la dimenticanza di inutili stagioni
sei la mia
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Ci sono stelle in equilibrio
tra i sogni e un colorato cielo
e i poeti disegnano sul foglio
un tormentato viaggio di parole.
Ci sono notti di viandanti folli
e orchestre di violino nell’aria spoglia
voglie passeggere nell’infinita mente
di
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E ancora non è finita questa giornata
giuro che sarebbe stato meglio morire
e invece ho continuato a camminare
come un deficiente a sparare cazzate
facendo finta di vivere, sorridere, respirare
ad annaspare nella mia e nella vostra merda.
Sono
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Desidero l’amore
lasciarmi soggiogare
dal fumo dell’incenso
l’incessante fiamma.
Desidero l’amore
accecante passione
che intreccia le mie vene
e perdo la ragione.
Desidero l’amore
conturbante attimo
che trasforma il corpo
in anestetico
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Mi piaci quando godi
e dalla bocca emani
il fuoco di mille stagioni.
Mi piaci
e del tuo godere godo
mentre dalla luna in fiamme
gocciola rugiada e mi disseto.
Mi piaci quando ti chini
Venere sul mio altare
e poi mi chiedi di afferrare
del
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Sfiniscimi
bacia la mia origine
la desinenza che ho tra le gambe
non voglio più appartenenza
se non a te
alle tue cosce bianche
al fiume che straripa su di me
e mi disseto.
Sfiniscimi
cavallo imbizzarrito e bava alla bocca
galoppa con me verso
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Avanti, prego accomodatevi
il tappeto è steso
il pranzo è servito
versi impiccati al lampadario;
chi per sfogo e chi per solitudine
sfila a capo chino sul palco di un teatro
lercio e raffazzonato.
Si nota un filo, una piroetta, un ladro,
e pure
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Per le vie solitarie della notte
sbando
come un cieco, un ubriaco, un pazzo
e non comprendo.
La luce che si accende in fondo al mare
non mi da il coraggio
di oltrepassare le barriere
del libeccio
e diventare finalmente uno di voi
per esempio
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Con quali occhi
se non ho più occhi
come posso raccontarvi dei graffi
come posso guardare da questo lucernario
il mondo che sembra un formicaio
tanti insetti in cerca della propria merda
eppure nell’aria ancora si respira aria
eppure la gente
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Mi sto sciogliendo
come il sale nel mare
come il tempo nel tempo
come l’alba nel pianto
come un fulmine sull’asfalto
come il niente nella bocca di Dio.
Per questo prendimi
succhiami l’anima e sfiniscimi
prima che lo faccia la notte
e non avrò
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Non voglio più parole
canto e voce
per riempire i vuoti
lasciati dalla tua assenza.
Adesso che sei un’ombra
crocifissa sulla mia desinenza
scrivi per me una poesia
ma che sia tutta per me
solo per me
così come ho fatto io
lasciando sul foglio
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Ci meritiamo attimi d’infinito
come la luna merita il cielo
e la vita il respiro.
E ci incammineremo nudi
verso la pianura dei folli
dove dormono gli uccelli
sui rami dell’amore.
E passeremo dal sentiero
di una già vissuta
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Chiamami
chiamami con il mio nome
così come mi chiamava mia madre
quando ero giù a giocare
a spaccare le vetrate
le ginocchia e le suole.
Chiamami con il mio nome
cosi, in modo naturale
così come faceva mio padre
per farmi alzare dal letto
e
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Indirizzo personale di Demetrio Amaddeo: demetrioamaddeo.scrivere.info
Eravamo tutti lì
seduti sul muretto
occhi azzurri
e gambe penzoloni
sbucciate sul ginocchio.
Le nostre non erano parole
ma urla perse nell’aria
e facevano breccia
come tiri di fionda
in un cielo senza ombre.
Non pioveva mai.
Ancora oggi
con
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E tornerai da me sbavando amore
tornerai con quel solito pallore
del tempo che segna e non perdona.
E m’ingoierai in un boccone
appagando l’infinita fame
d’essere priva di quell’appendice
che gocciola miele ma non nutre.
E t’aspetterò sornione
con
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Ed io lo so
che questa nave
non porterà da nessuna parte
ma quanto meno
toccheremo gli argini del fiume
i limiti del cielo
il fondo del più profondo
di questo sacro mistero
nell’Oceano dell’anima
dove i pesci sono sinfonia
e la melodia non
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Con occhi disorientati
rivolti
mi addormento sul ciglio della notte
e le stelle brillano menzogne.
Con occhi lucidi
sconvolti
sogno di volare in quel Paradiso immaginato
e la luce mi confonde.
Con occhi chiusi
spengo realtà e ingegno
e nel
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Nulla più m’appare
di scarichi umani
è densa l’aria
un ciclone investe
il lento pascolare.
Strade sempre più rotte
voragini piene di melma
il sangue a grumi
si disperde nella nebbia.
Intonaci si staccano dai muri
farina sull’asfalto,
croste di
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Ogni cosa bisogna dimostrarla
come il cane quando alza la zampa
l’equilibrista che danza sul filo del cielo.
Ogni cosa è apparentemente perfetta
come i numeri in colonna
una carezza all’amata
il moto del mare
le stelle, i pianeti
la pioggia che
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Sei arrivata
come l’aria fresca del mattino
ad alleviare la mia parola
l’inferno e la nota di questa poesia
a scalfire le orme del destino
confuse nella pioggia.
Vieni
Angelo della notte
e insieme troveremo la scia delle ciliegie
strappate
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Pronuncio
parole senza senso
in faccia a sconosciuti
allo specchio
nell’eco del mio ventre.
Parlo ancora di te
ma nessuno mi sente
qualcuno finge comprensione
così come le mie orecchie
stanche di te.
E ti muovi
ancora indisturbata
negli
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Delle foglie
che riempiono l’asfalto
di quel vento quasi freddo
che arriva al volto
nel paesaggio scarno
apocalittico e profetico
provocante
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Vivo sognando
e m’acceca la notte,
un lupo mi sbrana la schiena
e s’accappona la pelle.
Nel cielo d’Ottobre
angeli, fate e illusioni
anime arse
di licantrope visioni.
Non lasciarmi
ad aspettare la luce
che uccide il mio volo
t’ amo e ti odio
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Per tutto quello che è trasparente
tutto quello che non ha appartenenze
tutto quello che è impossibile
tutto quello che non ha senso
tutto quello che è invisibile
tutto quello che non è ragione
onesto e incorruttibile
giusto e indeformabile;
per
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O di qua o di là
non ci sono altre strade oltre le colline
non ci sono altre scie da seguire
quando il mare spegne le lampare
e la luna secca le fontane.
O di qua o di là
ho questa litania dentro da testa
collegata in alta frequenza
agli elettrodi
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Nella promiscuità dei sensi
involucri d’argilla
e carta trasparente
esaltano eretiche visioni
nel nulla che
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Vorrei ubriacarmi di luce
di silenzi e sorrisi
del niente
del vento che scompiglia i miei capelli
E invece
me ne sto qui a cercare la luna di ieri
che mi rende vulnerabile alle stagioni
e mi ubriaco di vino
sottane e profumi
illusioni di fontane
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647 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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