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Daniele Piredda
Le 239 poesie di Daniele Piredda
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Questa sofferenza
che ci unisce e ci divide
tra questi pezzi di follia
sparsi per casa
e che nessuno può sapere.
Questa speranza
fragile e alternata
messa a dieta e alimentata
dai nostri dubbi
e la loro fede.
Questa (nostra)
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Pelle, perché rabbrividisci
dalla fronte fino ai piedi,
se non è di mio fratello
quella mano fuori dal telo?
Perché, occhi, mi dolete
fino a dovervi trattenere,
se non sono di mia madre
quelle urla di dolore?
E non
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Occhi verdi, lo sai:
le risposte, oramai,
son complesse,
più delle domande;
vero; anche se, poi,
a chiederti "come stai",
dalla gola,
un disagio si espande.
Nei tuoi sguardi,
nei miei,
(ce lo diremo mai)
quanto resta a
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Solo dopo aver tanto camminato
ti accorgi del miracolo dei piedi;
ti siedi a far crollar tutto il costato
togliendo poi le scarpe, a cui sorridi.
Sorridi a quel sollievo ricercato
come ad un lontano coro di bambini,
intanto che ti sfili via i
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Ho pianto pianti stupidi
da prima elementare;
pianti da uomo solo,
pianti da funerale.
Per donne incomprensibili
poi, niente di speciale;
per esiti improbabili,
per perdite o vittorie.
Ma il senso di ogni lacrima
è ciò che mi
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Parlando della Legge causa- effetto,
rifletto sull'essenza del mio difetto
che ha determinato il tuo disprezzo
malgrado t' avessi amato in ogni aspetto.
Quell'incallita smania d' insuccesso,
da sempre mio maggior cruccio interiore,
che cova in
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Che i miei sogni non portassero a niente
ad un tratto mi è apparso evidente;
non che ora mi senta perdente,
ma neanche in forma smagliante.
Forse andavan serviti un po’ meglio,
non distesi soltanto su foglio
e buttati così allo sbaraglio
come
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Il seme che gettai
un albero divenne
nonostante il gesto
io dimenticai.
Il fiore che strappai
pianse di dolore
nonostante in dono
io lo trasformai.
Dietro ciò che fai
non rimane il vuoto
ma nuovi lunghi corsi
di amore o di guai.
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| E adesso, cosa ti dovrei dire?
Che son sempre i migliori a morire?
O che il tempo sta di nuovo cambiando
e stasera, vedrai, pioverà?
O di cosa ti dovrei parlare?
Di quanto son bravi i miei figli?
O se faccio lo stesso lavoro
e se vado
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| La lama infilzata nel cuore
non da solamente dolore,
ma rabbia, vergogna ed orrore.
E la mano che l'ha conficcata,
ora è altrove: a sollevare una birra,
o a lisciare la sua lurida spada.
E chissà quanto mare ti serva
per lavare
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| Nello stesso modo in cui accetto il mondo,
ti guardo mentre ti allontani;
ti verrà spontaneo giudicarmi perdente
quando, domani, parlerai di me.
Ma io, lo sai, reagisco così,
forse inconsueto dalle abitudini:
vedo con logica la
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| Rimarrà questa striscia di passaggio,
finché vivrà chi avrò incontrato;
poi,
riabbraccerò l'immenso vuoto,
nel punto esatto dove l'ebbi lasciato.
E nessuno avrà più un gesto da raccontare,
nessuno
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| Grazie a tutti quelli
che anche quest'anno non han trucidato
i loro vicini, nonostante
tutto il casino che han combinato.
E a quelli che non han massacrato
il proprio figlio handicappato,
ma han deglutito tutto il dolore
col sol coraggio
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| Non avessi cenato con latte e biscotti
dietro i pianti nascosti da sguardi rassicuranti
che io non osservavo se non per brevi istanti
col timore di figlio di vederli crollare...
Non avessi seguito quella forza trainante
di una mamma pulcino da
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| [b]A[/b], che ancora si domanda
il perché di quella spranga
messa lì, ad evitare
ogni entrata di piacere...
ed osserva con invidia
[b]B[/b], con tutte le sue forme,
mentre spinge [b]C[/b] che dorme
ripiegata su se
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| Guardami volare,
ma non ti entusiasmare,
perché l'impresa vera è saper stare qui,
coi piedi sulla terra,
la testa sulle spalle,
a equilibrarmi al mondo scegliendo i no e i si.
Guardami sognare,
astratto ed incoerente,
distratto
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In tema d'amore Autori Vari
Cinque temi, più di cento poesie in cui si esprime la passione amorosa in poesia: - Il primo amore - Le parole che non ti ho mai detto - Dammi la buona notte! - Uno sguardo per dirti “Ti amo” - Ti lascio un mio sospiro
Pagine: 156 - € 12.17 Anno: 2008 - ISBN: 978-88-95160-15-3
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Daniele Piredda.
| Non parlate al conducente
ch'è impegnato al cellulare;
non fumate tra la gente
che lo smog fa meno male.
Non guardate quei programmi
in presenza dei bambini,
ma lasciate che i bambini
se li godano da soli.
Non abbandonate i cani
ma
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| E' brutto tempo
dentro ai tuoi occhi:
piove a dirotto
e sembra non smetti.
Passan parole,
ma passan coperte;
c'è troppo rumore
e tu non ascolti.
Passano visi,
passan sorrisi,
come i ricordi,
più o meno precisi.
Passano i
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| Un bradipo nevrotico
è la mia fantasia
che arrampica sull'albero
della genealogia.
L'elastico emostatico
che stringe sul mio fegato
distoglie moglie e figli
dalla loro ortodossia.
Fanatico e frenetico
mi accentro nella via
sicuro
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| Cammino per la strada
con la mia scocca imprestata
sapendo che al traguardo
la dovrò riconsegnare.
Ma intanto la conservo
al meglio che so fare,
ignorando, a quel traguardo,
quanto possa ancor mancare.
Così la vesto bene
e
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| Scatta la radiosveglia
con la canzone giusta
che non ti traumatizza
tra il sogno e la ciabatta.
Spiraglio di finestra
annuncia il nuovo sole
dopo il temporale
di tutta sera prima.
Presagi d' ottimismo
che fanno ben sperare,
che invitano
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| Se gli occhi non deviassero
per vie che non conoscono
beffati dagli orgogli e dai rancori...
e se avessero il
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| Versi diversi
con i quali aprirsi
senza sottrarsi
a graffi e morsi.
Dirsi e non dirsi:
interpretarsi
e lasciar che gli altri
possan stupirsi.
Regalarsi al mondo
con generosa cura
e senza paura
di mostrare il fondo...
...perché
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| [b]E pensi a quanto un uomo sia noioso.
Si lega a quell' idea di vita
e ne condiziona l' uso
viziandone percorsi naturali
quando non li giudica
[i]normali. [/i]..
Ma basta un onda un po'più lunga
a spazzar via tutto il castello.
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| [i]Eh si,
capita di piangere anche qui;
quando il pieno di ottimismo si è esaurito,
torna prepotente a regnare il vuoto.
Come se tutto il tempo
passato a costruir coraggio,
di colpo ti crollasse addosso
lasciandoti sommerso.
Ed è
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| Ho due mani con cui prendere
e dieci braccia con cui dare
ed è normale che a fine termine
risulti sempre debitore.
Ho una notte per sognare
e mille giorni d'affrontare
ed è logico che non mi resti
neanche una fiaba da raccontare.
Viaggio
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| Si chiama donna
la morbida spugna
che scivola calda
sulla mia schiena;
e donna si chiama
la perfida spina
che dolente s'infilza
tra le mie dita.
La sabbia bagnata
che avvolge i miei piedi,
l'asfalto rovente
nel traffico lento;
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Saranno uomini e donne future,
avranno figli e risposte da dare,
foto ingiallite e vecchie riprese,
uniche fonti da cui ricordare.
Sorrideranno a vedersi giocare
e a vergognarsi di recite e saggi;
si chiederanno che fine avran fatto
tutti i
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[i][i][b]Questa intolleranza che ho per te,
forse non è giusta,
ma tant' è.
Sarà che mi dai modo
di essere patetico
e un po' è anche per questo
che mi stai così antipatico.
Perché mi sono rotto
di scrivere parole
sul mondo così marcio,
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[b]d' incanto, irruppe l'azzurro;
squarcio' tetre nubi a venire
e in via, di poc'anzi imbrunita,
torno' bimbo moro a
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239 poesie trovate. In questa pagina dal n° 121 al n° 150.
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