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Amedeo Falco Teophilus
Le 290 poesie di Amedeo Falco Teophilus
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| Abbassa gli occhi
un uomo solo, vestito
di un festoso frack.
Piano la notte gli cala
sulle sue stanche palpebre,
e sospira lentamente,
assaporando la dolcezza
di un afoso vento,
che in cielo guida nubi
macchiate di sangue;
presto, avrà
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| Io che mai
bambin ho smesso
d'essere,
rincorro il candido
coniglio del gioioso
credere...
Covo dolcemente,
l'uovo dalle
mille sorprese,
perché appaghi
le brame delle ardenti
attese...
Ascolto il melodico
rintocco di bronzee
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| Vorrei l'infinito
se fossi un Re,
e boschi fatati
che non siano
nere selve,
e se fossi un poeta,
ruberei alla vita,
il suo senso,
anche se poco profondo
e meno intenso...
Se fossi un pescatore
pescherei me stesso,
cresciuto in un mare
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| Ciascheduno sta al
tempo che
è passato miserando
gocce di
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| Mai più credetti a me stesso
da quando nell'alba di un giorno,
il piccolo uomo si presentò a processo.
Entrò nel, a lui temibil palazzo, mesto,
e sgusciando dopo alcuni secondi
ve ne uscì più di una setta
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| Donne fantasma,
che non vivono
più,
lascian ricordi di
un passato,
ad un Dio che
non ha,
voglia di guardare
in faccia alla realtà...
Donne fantasma,
che piangono e
non si sa,
se esiste un futuro,
se mai uno ce ne
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| Mentre resti
nel tuo riflettere,
tra un libro di filosofia,
e poeti che hanno
scritto frasi per vite,
ormai via,
il dolore passa accanto
a te...
Mentre vedi le giornate,
passare per di qua,
e migrare verso orizzonti
di chimere
che qualcuno
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| Capirei di più,
se non avessi lasciato,
le tue piccole mani
così,
che col senno di poi
tutto fosse cambiato,
ma clemente mai fu il
tempo,
despota per sua viltà,
sicchè,
t'avrei regalato giorni
migliori,
e sentieri
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Piccole gocce di memoria
che forbisco,
rammenti di un
amore,
fuggiti col vento come
sabbia,
e stelle rimaste
senza luce,
in uno già oscuro cielo,
e in una notte senza pace,
osteggio il mare
inquieto delle mie paure,
mentre arde il
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| Se sepassi solo
emozionarmi ancora,
guardando dentro i
miei eroi,
se sapessi dire come è
fatta la vita,
quieteri i Vostri cuori,
ma arduo sarebbe il
compito dato,
ad un piccolo uomo
che ha sempre cercato,
in porole di un amico,
il
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| Si ferma il tempo,
e fiato più non
ho, finchè
scorron veloci le
emozioni catturate
in vecchi scatti,
consumate glorie
ingiallite col tempo
sensazioni,
che provo sfiorando
le immagini di
una amicizia logorata
dal soffiar
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| Seguo il tempo
che corre,
tra le strade dell'amore
che niente ha
di me,
passioni celate
in buie nottate,
che hanno segnato
la mia giovine età,
e tra un cielo che
ho perso e l'uomo
che vive in me stesso,
c'è un orizzonte
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Puri cuori che
alle fiamme della lussuria
si donarono,
ed attimi di profondo
piacere fioriva
la beltà del corpo
di pudore svestito
sotto bianche setose
lenzuola,
correvano scivolando
sui sinuosi
fianchi le irrequieti
mani,
che senza
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Giro in città,
e poi il temporale,
la pioggia che cade
sbiadìsce l'arcobaleno
e cadono ì colori di
un vivere sereno...
Seduto su una panca
incomincia a pansare
del giovane
Aladino,
salto sul suo tappeto
e volo verso il
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Nella calura del
mese dei fiori,
rimiro e scruto
il solerte occhio
illuminato,
che veglia le stanche
e sonnolenti acque,
e guida le vagabondi
genti,
che di sponda in sponda
posano i loro mesti
corpi,
ma il suo vegliar
in eterno non
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Questi, è il Teophilus,
presunto poeta
di anime in pena,
che per lenire brame di
ardenti voglie,
falsificò la sua vita
e se stesso.
Questi è il Teophilus,
il Re dei poeti d'orecchio,
che in poesia mutò
anche il
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Amedeo Falco Teophilus.
Quando il Sole
s' affievolisce tra
la tenebre della sera,
gli infreddoliti pensieri,
intraprendono vie
che pavide recano
agli sciatti giardini
delle giovin rose,
radicatesi in fretta,
tra sublimi fiabe
e carillon,
cannati da logore
amare
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Diari grondanti
di assegni,
che indirizzano l'allieva
vita verso pagine
novelle da acquisire
di una permutata Storia
che miscida, tra sottolineature
e tracce di grigiastre
matite,
lodi di uomini senza tempo,
che prodigano allo svogliato
cuore
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Guardo il delicato
fiore di un fresco
Domani,
che giulivo s' abbraccia
al paterno tiepido
calore di un diafano
Sole,
mentre sbadigliano i
sollevati sogni,
ascoltando il melodico
cinguettio di passeri
di una benigna utopia,
e auspicata beve
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Limiti di una vita
da calcolare,
e forme indeterminate
da dirimere,
per chiosare l'aspro
ragionamento,
dissoltosi tra filamenti
di ingarbugliati numeri,
giacché poco saziano le
mansuete brame di
Infinti tornaconti
che mai
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Conclusioni lasciate
nella fievole mente,
di scolastiche materie
affini alla nebulosa
vita,
aggrappata ad improvabili
Teoremi disertati da
aulici numeri,
figli di una guercia razionalità,
di una crucciata Tecnica personalità
che
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Linee tracciate da
ingegnose matite,
su i vuoti bianchi
fogli della vita,
che coadiuvate da
solerti squadre rendono
all'occhio un ineccepibile
adulterata ortogonalità,
mentre eclissa la canuta
gomma l'infima chimera
di un tripudio
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Minute perdite lungo
l'astruso percorso,
del viandante vivere,
e tubi anodini nel loro
impreciso diametro,
che mal amore recano
al diroccato cuore,
mentre inopportune
valvole,
arginano il babelico
fluire di una letizia
intrisa e sfregiata
da
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Criteri ferrei scelti,
per stimare il valore
di un essere lacerato
nel suo ardore,
numeri che vagano nell'
iperbole mio riflettere,
e poco aggiustano
l'ordinario valore,
computato tra acerbe
disillusioni,
mentre negativi comodi,
ammainano lo
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Poligonali da sviluppare,
di una vita dissestata
e irregolare,
compensazioni di spasmi
interni,
per giusto ottenere,
lo schema geometrico
di un consumato cuore,
ed oltre il verticale prisma,
il punto isolato,
di una vitrea anima,
ed incognite
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Resti amico impresso
sui fragili muri delle
mia mente,
nel fugace scorrer dei
miei mortali giorni,
nelle vicine speranze
di curiosi sogni,
che scavalcano le umane
barriere del razionale
leggiadro travagliar...
E ti vede,
ormai confuso il
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Creature plasmate
da divine mani,
e nel fuoco della
vita gettate,
a condivider pene
di uomini insani.
Madri di vite,
che col gocciolar
del tempo,
han le profonde
ferite guarite.
Le rende la storia
padrone di gloria
e brilla lo
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Cadono gemendo,
sferzate dal Despota
vento,
le mute secche
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Seguo contorte
linee di confuse forme
che tracciano diagrammi
di oppresse sollecitazioni,
mentre imponenti carichi
di bucolici dolori
flettono sino all'estremo
la frivole trave della
vita,
e si torce tra gli
arrugginiti e logori
tondini,
il
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Avrò,
mali da guarire,
emozioni da rapire,
da una ambigua e
falsa vita...
Avrò,
un cielo per guardare,
il mio orizzonte rischiarare,
e mai più
di insane ragioni soffrire...
Avrò,
un mare per pensare,
un Mondo
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290 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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