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nello vittorio maruca
Le 377 poesie di nello vittorio maruca
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In vetta mi restavo all’alto monte
dalle pareti lisce, strapiombate
e tutt’intorno v’era un fosso nero
per quanto che potea vista mirare.
Solo men stavo lì, senza speranza
tremante per lo freddo e di paura;
membra anchilosate, solo
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Sol d’amarezza abbonda l’esistenza
ché ogni dì travalica in sconvenienza,
il tuo distacco con la tua alterigia
dogliosa rendemi alma e molto bigia.
Io ti perdono per le offese avute
e tante, tante ne ho dimenticate
ma l’alma in duolo
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Là, nell’angolo più bello
dell’orto del mio ostello,
sprigionata da una rosa
che profuma ogni cosa
un
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Sono allo scorcio, ormai, del mio sentiero
ma più che mai vivere vorrei tanto
per ricordare a tutti del tuo pianto
e mantenere a lungo il tuo pensiero.
Io a rimuginare lo tengo in testa
quell’eufemismo che mi desti in pasto
allorché
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Fulgido fiore al pari di violetta
candida più del candore di giglio,
profumata quale fiore di tiglio;
e tant’altre
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L’Onnipotente, d'immenso Creatore,
l’Iddio dell’Universo fondatore,
che conformò lo cielo, terra e mare
e pur se
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Se di Machiavelli e Tasso hai tanto
detto scarsa pare la descrizione
d’Ariosto; gradirei più
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Scrive un Nobel che pur stando in punta
di piedi mai vide il Signore Iddio
passare per le vie.
E allora bisognerebbe
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Quand’io, alla soglia della quarantina,
lesto partisti, Padre, una mattina
per la lustra via, verso il ciel turchino
perché ultimato avevi il tuo cammino.
Precoce il viaggio fu, senza ritorno
ed io d’allora mi riguardo intorno
nella vacua
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Tanta la gentilezza che m’avvolse
che assai confuso mi rimasi alquanto
e non capii perché così m’accolse
chi non degnava altri più di tanto.
Allorquando mi fui, poi, all’altro accanto
che già saldato avea da tempo il
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Sia libeccio, grecale oppur levante,
aliseo, scirocco oppure ponente,
austro, maestrale oppure tramontana;
sia violento, fresco, tiepido o freddo
o sia leggero, moderato o forte,
oppure che sia caldo, umido o asciutto
nessuno può
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Quest’oggi, quattro ottobre,
suoni intorno sono e canti,
vicino non son’ombre
e i cuori paion contenti.
Oggi è festa della Vergine,
della Vergine Maria
e sia grandi che piccine
sono in massima euforia.
Tutt’allegrezza è intorno,
la
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In specie a sera quando il quotidiano
mestiere è quieto, mentre lo frinire
d’oziosa cicala pena a morire
comodi, sul vellutato divano
in dolce linguaggio a tono paesano
continua zia Sisina* a disquisire
nei ricordi che a man vanno a
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Mai grand’amore per il denaro ebbi
tanto che poco e male lo conobbi;
m’accorgo, ora, però, che mancando
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D’allorquando Iddio tutto creò d’un fiato
è risaputo che la vita umana
per dono l’ha data Madre Natura
e
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Se il peso non s’avesse dell’affetto
la lontananza non avrebbe effetto.
Se, poi, negl’anni il bene s’è ampliato
il peso dell’assenza e più marcato.
Capire ciò lo può ch’in petto ha cuore
E se vi custodisce
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Invia un messaggio privato a nello vittorio maruca.
A Te Beata Madre, a Te che Figlia
e Madre nel contempo sei, a Te o Madre,
a Te, stasera questa preghiera sia
onde repente al nostro Santo Padre
invii. Degno non sono d’invocarTi,
Madre, ma so che carca di carità
Tu sei e anche se molto di
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Una barca gongolante
dalle vele biancheggianti
è partita da levante
tra le onde fluttuanti.
A me viene
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Tra tutto il dolor mio certezza appare
pensare ch’oggi tutto si conclude
e fine lung’odissea che occhi schiude
pur quando sonno ciglia fa calare.
Inginocchiato ai piè del casto Altare,
fisso lo guardo a Chi non mai delude
prego, da Sua
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Bene, dissertiamo ora di storia
e di lingua. Quando la prima guerra
mondiale. Qual popolo ebbe vittoria
qual altro vinto, fu prostrato a terra.
Poco di lingua, non grammaticheria
nell’altre vedremo, Votto,* com’erra.
Sembra fili già a
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A sera un poco di sconforto adduce
mamma e lacrima cola sulle linde
gote confuse tra le chiome bionde
mentr’altra nel stanc’occhio già riluce.
Il dispero nell’alma non fa luce
anzi poco chiarore scuro rende
ma da nostra volontà anco
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Quando partisti mi dicesti: A presto,
ma già passato è un lustro dacché aspetto
e al morir del dì più deluso resto
per non potere al mio stringer tuo petto.
Al tuo distacco non mi dicesti: Addio
e tante speme mi
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Della sua infedeltà, donna, sapesti
e muta il patimento in cuor tenesti
e proseguisti a seminare amore
e a lungo celasti il tuo dolore.
Dell’altrui duolo pur ti caricasti,
mai affaticata o stanca ti mostrasti
e grande donna sempre fosti in
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Calpestio di passi sono all’orecchio,
fruscio di veste, mormorio di bocca
e mentre dieci l’orologio scocca
tutti i presenti danno a porta l’occhio
allorché s’apre con leggero crocchio
e vecchia suora dalla gamba stracca,
indosso larga e
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Da tre notti, oramai, scivola il sonno
dagl’occhi stanchi e da lacrim’assenti
mentre nel teschio ruotano gl’eventi
ch’anno
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Non ti crucciare senz’ alcun motivo
e pensier cattivi scaccia da mente
ch’essi sono tignola invadente
a attristo di qualsiasi viso vivo.
Ogni casato tiene un distintivo:
Il nostro, nel mezzo, evidenzia niente
e ancor peggio lo vedi,
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A che ti serve la casa regale
se in cor ti serbi la vecchia tignola?
Se ogni boccon ti resta nella gola
allora per te il soldo a cosa vale?
Fa che il tuo petto più verme non roda
ed al suo posto custodisca amore
così più non
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E’ d’Avvento e lui nasce prematuro,
il padre, da poco, eternamente taccio,
lui, poverino, ignaro del futuro,
in quella casa fredda quale ghiaccio.
Pure di giorno tutto appare scuro
ché il Demone ha preso al laccio
colui che teneva fermo e
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Governatore, poi, di Garfagnana
plaga d’Appennino tosco –emiliano,
la regge per tre anni a forte mano
pur mai infierendo a
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Lo sol che nasce e fende
le pecorine nubi,
e terra scalda di raggi
luminosi; 'l cinguettio
di svolazzanti, festosi
uccelletti, lo canto
di rondini guizzanti
che ora librano 'n cielo
ed ora lambono terra,
li verdeggianti prati,
li tenui, olenti
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377 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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