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Marta Eligoreva Addari
Le 68 poesie di Marta Eligoreva Addari
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Se la Musica
tramuta
in Rumore
non esiste
Indifferenza,
la tradita
Fedeltà
è tragedia
in sferzanti
lenzuola
ed il boato
della Sincerità
è l'imprevisto
di un equilibrista
indeciso
fra due
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Sorte meretrice
s'insinua in vite raschiate
che combattono per arrestare
infinite disgrazie
con rabbia e speranza
dal sangue rancido
di un urlo mai profferto.
Ed è un velluto rattoppato
il fiore celante che nasconde
quel che non
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Pudica donna dormiente
cosa cela quella mano
nell'abbandono
dei tuoi sogni immacolati?
Non hai timore,
o Venere aulica
d'una vita lungi dal peccato?
Le bianche tue membra
stese nelle campagne inquiete
agitano le rudi fantasie
degli uomini
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S'annegassi
nei tuoi flutti
non cambierei
il destino del mare
mi rifletto a riva
fra le sabbie calpestate
e fiera cerco il sole
ch'asciughi
lo smembrato corpo
inondato dal tuo Niente.
Rifiuto l'immersione
-rifiuto
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Irradiandomi
d'un sole ch'ogne
ombroso desio
trasparisce di
fasullo brucio
sogni periti
riscaldandomi
in asettiche
disillusioni.
Mondo al piede:
ristabilisco
l'ode all'Ego;
Carne al Silenzio
Spirito al fuoco.
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Siete scossa
di benevolenza perforate
un petto ansioso
che dell'insoddisfazione
il tormento
prova profondo;
la vostra libertà
è la mia visione
la vostra fraternità
è il mio sentire
un buon invidiarvi
colma il
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| Io ti vomiterò
come devo fare
come il vino che assumi
che ti piace anche se sai
farà male
che dopo averlo bevuto
anche se t'ha concesso
una notte
inebriante e fantastica
cacci via
dal tuo stomaco
dalla tua coscienza
e non
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| La decadenza è flutto
ch'avvolge lo spirito
una rovina
del romano cuore
nell'incedere del Tempo.
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| Vento, parole che sdrammatizzano
lutti emotivi
ultime briciole di speranza
che volano dietro
gli inquieti
miei capelli
davanti una torre sul mare
che tempo fa
mai avrebbe previsto
il vedermi frantumata
accanto al tuo passo.
Ora lei sa
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Spero che il lungo inverno
mai cessi di respirare,
che se ogni luna fosse come questa
qui m'abbandonerei radiosa,
s'ogni sole languente mi trasparisse
rivestendomi delle tue parole,
m'incatenerei a questo legno,
rapita a vita
solo per gustare
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Sconvolgente è il desiderio
di vivere nell'Incerto,
com'uomo ambente,
celando consapevolezze
d'Irraggiungibile
nel distorto mondo
dalla decadenza informe:
malsano scenario
dell'Esistere
-è linfa vitale
carbura
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Squarciandomi
mi concedo
sgualdrina
a tutti i miei pensieri
e il fuoco assente m'urta.
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Vittoriose le gesta
che ornano il capo
di odi e canti,
bisbigli e invidia
nella mancata completezza
di una gioia
che non trova altri
con cui condividersi;
nube nella cristallinità
di una vuota soddisfazione
in cui manchi da
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Strano sentire in boschi vitali
questa calma fuorviante
frutto d'alberi d'incenso;
radici affrettate
nella lentezza delle stagioni
nodose d'allusivo,
nodose di prosaica paura.
Senza bussola Usignol
rauco vagava, cercante
acque propizie alla
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Distesa in un lembo
di cera cinerea,
assorta nell'eterea
colata di polvere notturna
ascolta il suono del
silenzio
deturpa il caos del pensiero
è immobile azione
è stimolo paralitico
è sussurro muto.
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Vorrei dedicarle
un'altra poesia,
altre dolci strofe,
ma il mio cuore
non ha regali da
dedicare a giovani
menti sconsiderate;
è solitario oggi,
lui e di conseguenza
la mia stessa persona.
Giaccio immobile,
solo le dita
emettono
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Crudo gioco di versi
amo creare in nobili,
piacenti ed acute menti,
ignoto fervore
superstizioso di nebbie:
Calamita pretenziosa,
ingiuria della Parola.
Nubi d'angeli irrequieti
esterrefatti nella fine del
cercarti, trombe auliche
esenti da
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Leggera dilago, col pensiero
funestamente sottile
di chi quieto attende
la serenità a lungo cercata,
trovata in ematiche profondità
incastonate in marmoree cuti.
Atteggiamenti vergini,
serene consapevolezze,
tacciono nella mia
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Nei tempi angusti dei ristretti
Spazi decadenti, decaduti
nella polvere dei campi
vitali, scorgo definizioni
fragili di generalità;
Pazienza emerge fra tutte
nelle sue connotazioni
di lucente, rara dote ignota.
È dono
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Ho un mare disperato
dentro il sopito cuore:
parvenza d'acquietato
in ogni onda che muore,
negli affogati miei impulsi
ch'ora ammiro con timore
atti a protrarsi e disfarsi
per mano del dio Nettuno
che bene sa liquefarsi,
senza segnale
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68 poesie trovate. In questa pagina dal n° 41 al n° 60.
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