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Giancarlo Fiaschi
Le 766 poesie di Giancarlo Fiaschi
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Veli che si aprono protesi
ombre e fianchi liberi e stesi,
su morbide adagiate lenzuola
la pelle si appresta alla gloria.
Incontro di corpi in unisono
follia di carezza che prende e travolge
lo sfrenato patos rompe gli argini e invade,
in quel
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Se ne va il tempo lungo il sentiero
e nella valle verso la fonte di mistero,
cercando le alte vette ... volge lo sguardo
la psiche alla ricerca del suo proscenio,
per vincere quel suo ambito premio
dell'indifferenza ne fa proprio a meno.
Tu sei
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O madre che ti sei persa per strada
lungo il viale illusorio senza ritegno
lasciando alla deriva il senso materno,
hai giocato col fuoco nel vortice del tormento
e ora piangi svilita lacrime amare
per quel pargolo che non puoi accostare.
Quel
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Lunga è la notte che parla di te
fra suoni e nenie di cornamuse,
rinnova zelante il solenne atto
il secolare tempo disteso in visione.
Quanti perché pulsano dal cuore
alla mente incerta nelle sue pene,
voragini di dubbio inquieto mi
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Elettrizzante scena di natura
in quel rosso fuoco intenso
a salutar il giorno nel suo declino,
prima d'invasi- ve tenebre
splendida presente meraviglia
in riflesso accecante che contrasta.
Ricca palla... di fuoco ardito,
culla del raggio
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Dicembre porge le sue zampette
annuncia clamore di pompa- magna,
della nativa ricorrenza le lancette
ad annunciar una vita più degna
in umiltà seria e parca di incette,
per la briosa via la pace non sia indegna
senza rincarar dose di
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Va il cammino a bussare pian pianino
sotto il sole o il gelo crudo del mattino,
lascia ruvido l'incuria fugace l'attimo
a spremere le membra profondo nell'intimo
e quello specchio malefico inonda
rapace la ruga e ti lascia sull'altra
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In quest'aria di ricorrenza la piazza impazza,
dar fuoco al violento malumore con la mazza
per riprendersi i diritti di un popolo di sconfitti
dal maremoto affogati in sogni rubati e afflitti:
or che la pentola sbotta la rabbia dei giusti
il rumore
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Attento figlio di là c'è il guado
terreno melmoso senza più appiglio
scaricare il declino sul vicino
questo è un misero contentino,
agli schiaffi tosti del mattino
mostra il ghigno, ma non fare il libertino.
Obsoleto
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Porge la mano il buon mattino
nel far della vita pellegrino
misurato il più e il meno
di un oggi parecchio insano
dove l'avido e ingordo suono
distoglie anche l'uomo buono.
Per il futuro che sfugge di mano
è depresso anche il
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Cosmo planetario rubi l'attimo,
quanti soli e quanti mondi
trovano casa nel grande mistero,
che brucia intenso nel desiderio?
Là oltre il subdolo intrigante velo
prende luce l'estrema meraviglia.
Carovane di comete nel loro
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Non è tardata la conclusione
finale per quel capo paperone,
oltre ad esser un capo- bastone
lui è proprio un vero padrone,
detta la legge in ogni situazione
e vuol riformarla alla sua ragione
per non incorre' in fallo o
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Silenzio che parla al cuore
in quiete distolta al rumore
solo perdersi amico fra parole
in brioso corpo invidiabile;
generosi presentano la loro matrice
delicati versi che fanno da cornice.
Ora prende forma l'idea
a dissolvere immoto le sue
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Stesa sagoma di madre che giace
dopo l'attimo da urlo infernale,
in quel bloccar di vitali sensi
a far calare il sipario sulla scena,
un flash di un appassito volto
in quel sofferto respiro bloccato.
Passato è anche quest'ultimo
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Sarà possibile superar indenni il guado
senza retorica e svilente affronto
se quel bene comune prenderà corpo,
lasciando personalismi e egoismi
di un incancrenito vezzo sociale
capace solo di portare a dividere.
Non si può
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Andar per selve incontaminate
sentieri scoscesi appollaiati
e lungo il crinale che dal pianoro sale
verso l'agognata e solitaria vetta:
sentinella all'erta fra bagliori di cielo
padrone assoluto del misterioso ignoto.
E poi più in
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Giancarlo Fiaschi.
Tu sei quel sole che porta calore
umile brezza rinfrescante della sera,
sei vento dinamico senza tormento
voce suadente in accattivanti parole,
sicuro passo rapido lungo il sentiero
verso il domani avvinto di passione.
Sei caldi colori
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Grigie nubi
di un plumbeo Novembre,
che imperterrito avanza
nella sua corrente,
preso nel vortice
d'assopita natura
nel mostrar claudicante
l'essiccata storia.
Lo sguardo attento
a rimirar composto,
tutto ciò che passa l'occhio
e
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Cammino e lo sguardo si perde
alto su... verso l'immenso velo,
fra oscure nubi in transito
ti vedo esitante far capolino.
Tu... sei figura immensa
pregna di suadente storia,
apri limpida l'occhio
e dal posto di controllo
miri lungo il tuo
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Si può sicuri cambiare
senza avere paura delle parole,
anche prendersi e accapigliarsi
avendo chiaro l'utopia dell'ideale:
cercando un orizzonte pulito e certo
senza reticenza e senza sgomento.
Ridar valore alla politica
e come nobile
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Romba l'eco dell'immane demolizione
sventrate rive e travolta popolazione:
dove l'uragano ha lanciato la maledizione
si contano solo morti e distruzione.
S'interroga distratta la mente
per quel funesto segnale opprimente:
- Siamo fra le
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Avrei voluto seguire il sentiero
lungo i filari e sul ripido scosceso,
sarei andato per prati ad accudire
in quel bacio di natura avvinto.
Percepire il romantico che alberga dentro
e vivere il tempo nell'altra dimensione,
per la priorità
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Cammina l'ombra della sera
in oscurar decisa la ragione vera,
tersa luce di perduta aurora
bivacca nella
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Ci sono quelle aurore
parche di splendente luce,
quel grigio dominar la scena
tutto... intorno contamina
e l'animo contagiato
si perde nei soliti malumori.
Non è l'Autunno maturo
che annuncia imminenti rigori
di un gelido Inverno,
che
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Come ombra ti perdi nei meandri
e lasci soli i genuini comportamenti,
ti defili lungo strade e borghi di periferia
e non ti nutri più di genuina fantasia.
Bruci ogni sentimento nei tuoi accenni di follia:
lasci solo un deserto di
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Sarà quel solidale pensiero
capace di unire il Mondo intero,
supereremo quell'egoismo vero
se usciremo generosi dal coro.
-Uniti nelle diversità- Davvero.
E' otre piena, pregiato nettare come oro,
la contaminazione non è un
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Amica campagna disposta in loco ameno
baciata da slanci di vento, sole e brina,
cruda e superba realtà di vita sempre cercata
da dipanate azioni e estenuanti doveri.
Effetto mirabile e parco di gretto egoismo:
fresca natura ridente... in
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Camminerò deciso
lungo l'impervio sentiero
e non mi adagerò
all'ombra delle mie insicurezze.
In questo proscenio decadente
non mi perderò fra la gente:
umili bagliori di fantasia
saranno la mia preziosa via.
Non mi
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Lungo pensiero da indirizzare
per strade maestre o inghiaiate
in sentieri irti spingersi a camminare,
il passo s'insinua lento e cadente
in discese ardite e rapido risalire
e prende forza il dubbio dell'istante.
Fra quel nebuloso velo
il
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S'insinua lungo borghi impolverati
lungo strade e sentieri impantanati,
in scoscesi ripidi e in irti assolati colli
e a piè d'onda nel friabile bagnasciuga,
risuona l'eco sua fra l'indaffarato popolano
e più in alto loco... nelle
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766 poesie trovate. In questa pagina dal n° 481 al n° 510.
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